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SOMMARIO

3 – Editoriale E’ Genocidio Graziella Proto 5 –Identità nazionale, un significato vuoto? Antonio Cantaro 7 –Ladri di brioscine Graziella Proto 9 –The Swing Brucoli’s Brothers Band Renata Governali 11 –Ponte di Messina: saperi a confronto Zaira Dato 14 –Il Ponte dei sospiri Aurelio Angelini 19 –Il mitico ponte per il continente Aurelio Angelini 20 –Valencia: una catastrofe annunciata? Stefano Gresta 22 –In nome della “difesa dei confini” Fulvio Vassallo 25-Graziella Proto L’accoglienza non è mai neutrale 30 –Sogni e speranze per un mondo diverso Mimma Grillo 32 –Catania. PEBA non pervenuto! Maurizio Vaccaro 34 –Vietato a Sinistra Silvia Baratella 37 –In Nuova Zelanda si balla Haka in Parlamento Sebiana Leonardi 38 –E tu perché non urli? Clara Artale 40 -Libri Clara Artale – Cronaca di donne, da Pandora al pandoro Elio Camilleri – Siciliani Contro Daniela Dioguardi – Vietato a Sinistra


 

Editoriale - Una grande scivolata verso il baratro

È GENOCIDIO!

di Graziella Proto

“Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”. Quelli che sanno tutto, che prevedono tutto, che a tutto trovano almeno una giustificazione o una risposta, tante volte se ne escono con le sparate (tanto per restare in tema) ma i terroristi… ma la proprietà… ma la storia… il territorio… E intanto smentiscono anche organizzazioni umanitarie aggiungendo che Israele ha sempre garantito l’approvvigionamento alimentare per la popolazione civile. Il tono? L’espressione? Il volume della voce? Sembrerebbe quello del vangelo. Non puoi replicare e quando lo fai allora sei antisemita, odi gli ebrei che hanno subìto l’olocausto, la persecuzione...
E allora tu dici ma guarda che è proprio per questo che Israele non dovrebbe avere un simile atteggiamento (tanto per usare una metafora).
E dai salotti eleganti e ovattati dei talk show continuano a sentenziare “che chiamare genocidio la strage che sta avvenendo a Gaza è una pazzia”.
Cioè, bombe che cadono dal cielo, droni che fischiano dentro le case, barili esplosivi, soldati che sparano all’impazzata, i bulldozer che avanzano e nulla si lasciano dietro. Le persone?
Soprattutto le donne e i bambini braccati, dentro e fuori casa, non hanno altra possibilità che fuggire a qualsiasi ora del giorno o della notte. Vestiti o quasi nudi. Anche senza scarpe. Una situazione umanitaria che di umano nulla ha. Per circa trecentomila persone ci sono solo due medici in tutto il Nord di Gaza e non ci sono ambulanze. I feriti vengono trasportati per lo più a spalla.
Questa è la pazzia a cui si riferiscono?
Una pazzia del passato era quella di chiamare campi di lavoro i campi di concentramento, e di quella follia sembrerebbe che buona parte della gente non abbia più memoria.
“Farò Israele grande!”, aveva dichiarato una volta Biden. Non abbiamo sentito la voce di Kamala Harris contro le dichiarazioni di questo non presidente, deludente e inadeguato. Credo che oggi questa magnifica donna ex candidata alla presidenza degli Stati Uniti paghi anche questo. Il suo assordante silenzio (non si sa se imposto), la sua assenza durante l’amministrazione Biden come se qualcuno l’avesse messa da parte. Peccato.
Oggi c’è Trump. Con il suo ritorno svanisce il sogno del “due popoli due Stati”: il riconoscimento del diritto all’autodeterminazione, l’indipendenza e la libertà del popolo palestinese. Per quattro anni sarà sicuramente così. Netanyahu ringrazia. Recentemente gli aveva già regalato “l’affaire del secolo”, e durante la campagna elettorale più di una volta durante i comizi – eleganti come le cene di un certo Berlusconi – Trump nei confronti di Netanyahu ha pronunciato una frase che era quasi un invito a “finire presto il lavoro”, mai ha detto di mettere fine al genocidio del popolo palestinese.
“Finire presto il lavoro” mi ricorderebbe un gergo e un modo di dire dei mafiosi, ma è tutta un’altra storia. Trump è Trump. Lui si limiterebbe a fare altro: guidare un violento assalto alle istituzioni senza proferir parola per esempio, promettere che metterà la parola fine alla violenza delle guerre.
La sepoltura del sogno palestinese è già arrivata e andrà avanti. Ricordiamo tutti quando durante la scorsa amministrazione Trump ha dato la benedizione all’annessione di Gerusalemme capitaledi Israele e per mettere un punto alla questione vi insediò l’ambasciata Usa.
L’organismo politico di autogoverno palestinese (ANP)? Solamente un brandello che non riesce a imporsi o fare qualcosa.
Intanto, qualcuno in Israele sommessamente racconterebbe l’esistenza di un piano segreto per la deportazione di massa della popolazione palestinese civile... La guerra è guerra.
Noi italiani siamo coinvolti ma, al contrario di ciò che cantava Fabrizio De Andrè, saremo tutti assolti.
Ma l’Italia costituzionalmente non è contro la guerra?

Visita: lesiciliane.org
   

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