Il rapporto tra frontiere della tecnologia ed uso della stessa in funzione reazionaria, o comunque di conservazione dei rapporti sociali dati, potrebbe essere l’oggetto di una ricerca, oggi più che mai necessaria per smitizzare l’idea secondo la quale la cosiddetta “rivoluzione tecnologica” in atto sia effettivamente “rivoluzionaria” e non invece “reazionaria”. Si potrebbe partire proprio dalle parole pronunciate da Andrea Stroppa, rappresentante di Elon Musk in Italia, nell’intervista mandata in onda su La 7 nel corso della trasmissione Piazza Pulita di giovedì 5 dicembre. Il giovane informatico, indagato per “concorso in corruzione” relativamente al caso Sogei, ha espresso con grande semplicità il suo pensiero, mettendo al centro la necessità di “salvaguardare i valori della civiltà occidentale”. Valori minacciati, a suo dire, dal pericolo della “sostituzione etnica” che l’Europa sta correndo con il continuo arrivo di migranti, questo per quanto riguarda le minacce esterne, mentre sul piano interno il pericolo deriverebbe dalle politiche tendenti alla parità di genere e al riconoscimento dei diritti nei confronti delle persone Lgbt.
Tuttavia, dal discorso che egli fa, si capisce benissimo che per “valori dell’Occidente” egli intende i rapporti sociali codificati sulla base del sistema capitalistico e quindi i rapporti di dominio che il Capitale occidentale ha fin qui esercitato sul Mondo “globalizzato”. Cosa che si capisce abbastanza facilmente qualora si ponga l’attenzione sul fatto che egli, così come Musk, ritenga sia d’intralcio ogni regola a tutela della comunità e inopportuna ogni forma di organizzazione sindacale da parte dei lavoratori. Ancor più laddove indica nel “comunismo” il pericolo che oggi sarebbe da avversare in tutti i modi, intendendo per “comunismo” ogni istanza e rivendicazione che faccia leva sulla grave situazione ecologica e sulla necessità di una maggiore giustizia sociale. Ciò che però rende estremamente pericoloso il personaggio è, a mio dire, la sua “spietatezza e ignoranza” (come ha fatto notare durante la trasmissione la prof.ssa Braidotti), ignoranza emersa pienamente anche laddove ha indicato in Kamala Harris una pericolosa “comunista”, spietatezza che traspare dai toni e dal linguaggio del suo discorso complessivo e che, purtroppo, avremo modo di sperimentare negli anni a venire.
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Reazionarismo tecnologico
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- Walter Ferrari