Le interviste di ANTIMAFIADuemila alla Senatrice Barbara Floridia e alla Deputata Stefania Ascari
Deputata Stefania Ascari, una delle relatrici e una delle estensori della relazione sull'omicidio di Attilio Manca. Oggi sei stata ancora qui e hai raccontato di tutti i suicidi, degli strani suicidi che orbitano attorno al caso di Attilio. Quanto pensi che ora, quanto più vicini siamo alla verità di Attilio, si parli di verità giudiziale?
Noi abbiamo cercato di fare il nostro lavoro nella Commissione d'inchiesta antimafia e, con la collega Piera Aiello, abbiamo depositato una relazione votata all'unanimità in cui mettiamo nero su bianco che, per quanto riguarda il dottor Attilio Manca, non si è trattato di un suicidio, quindi di una morte per overdose, ma di un omicidio, un omicidio di mafia collegato alla mafia barcellonese di Pozzo di Gotto e in relazione alla latitanza del boss Bernardo Provenzano. Questo è emerso alla luce degli atti che abbiamo acquisito e delle audizioni che abbiamo fatto di collaboratori di un certo peso, come Carmelo D'Amico, che hanno espressamente parlato di omicidio con riferimento al dottor Manca. Parliamo di un collaboratore che è stato ritenuto credibile nei più importanti processi di mafia. Ora, però, la palla passa alla magistratura e mi auguro che, come punto di partenza di questa relazione, ci sia veramente un lavoro di inchiesta che possa portare a verità e giustizia nei confronti di un brillante medico che ha perso la vita a 32 anni e, soprattutto, nei confronti di una famiglia che ancora oggi non sa la verità, ma anche del Paese intero che vuole ovviamente sapere cosa sia successo.
Il quadro politico è molto caotico in questo momento. Pensa che in questo momento ci siano ancora le condizioni di allora? Cioè, la politica continuerà a interessarsi?
Vedo purtroppo una grave crisi anche di etica politica. Noi, nella Commissione Antimafia, abbiamo avuto nella scorsa legislatura la possibilità di lavorare grazie alla presidenza di Nicola Morra. In questa Commissione Antimafia, purtroppo, non riusciamo assolutamente a lavorare, non riusciamo nemmeno a sentire le audizioni per quanto riguarda le stragi di via D'Amelio e di Capaci. Quindi, purtroppo, c'è una difficoltà oggettiva anche a lavorare e a far ascoltare legittime istanze di ricerca della verità. Questo mi dispiace, perché l'obiettivo non è di certo fare ostruzionismo, ma l'obiettivo dovrebbe essere comune: lavorare in rete, in squadra, per la giustizia e soprattutto per fare luce su quei depistaggi istituzionali di cui ancora oggi non si sa nulla.
Dottoressa Barbara Floridia, grazie per aver organizzato questo bellissimo evento. Finalmente il Senato accoglie la signora Angela Manca. Lei, da senatrice, come vede adesso il percorso che si dovrà intraprendere per arrivare alla verità?
Lo vedo come cittadina. Credo che il diritto alla verità di una famiglia, in questo caso della famiglia Manca, sia il diritto alla verità di tutti noi, di ciascuno di noi. Per questo ho voluto aprire le porte del Senato, perché voglio che da adesso in poi il Senato sia la casa delle famiglie delle vittime di mafia.
Secondo lei, quante probabilità ci sono che la magistratura riapra finalmente il caso, anche grazie all'importante apporto politico che lei ha dato oggi?
Ci sono delle indagini in corso. Il caso è stato riaperto grazie al lavoro della Commissione Antimafia della scorsa legislatura. Adesso a noi interessa che si vada avanti e che si possa arrivare a quella che è la verità per questa famiglia.
Lei, essendo anche Presidente della Commissione di Vigilanza Rai, vorrei strapparle uno spoiler, una speranza. C'è la possibilità che il caso di Attilio Manca possa un giorno arrivare al grande pubblico?
Credo di sì, anche perché il servizio pubblico deve occuparsi di legalità e quindi penso che questo caso, che è anche un caso esemplare, possa essere raccontato sempre di più, sempre più spesso.
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