Perché ci si scandalizza se qualcuno, di fronte alla tragedia che si sta consumando sotto i nostri occhi, paragona Gaza di oggi con Varsavia di ieri?
L’assedio e l’attacco alla striscia di Gaza da parte dell’esercito israeliano, che si protrae ormai da settimane, può essere certamente paragonato all’assedio e all’attacco da parte delle truppe tedesche al ghetto ebreo di Varsavia avvenuto il 19 aprile 1943. Anche allora fu posta una strenua resistenza da parte degli ebrei rinchiusi nel ghetto e l’asimmetria delle forze era paragonabile certamente a quella oggi esistente tra uno degli eserciti più forti del mondo e milizie palestinesi che ben poco hanno in comune con un esercito regolare.
Inoltre, se l’esercito tedesco eseguiva, allora, ordini di un dittatore nazista, oggi, l’esercito israeliano esegue quelli di un primo ministro (contestato) che guida un governo di estrema destra. A chi obietta che i fatti di allora avvennero all’interno di una politica di annientamento degli ebrei, voglio ricordare che anche Israele sta perseguendo, dal 1948, una politica di cancellazione del popolo palestinese. Una operazione basata sulla violenta espulsione dalla propria terra, sulla manipolazione della storia e sulla negazione dell’identità palestinese; non certo meno esecrabili delle persecuzioni nazi-fasciste. Come ha giustamente ricordato il segretario generale dell’ONU qualche giorno fa la storia non è iniziata il 7 ottobre 2023!
Oggi è necessario mobilitarsi perché il governo italiano e l’Unione Europea adottino misure efficaci per fermare il massacro che Israele sta compiendo a Gaza e per impedire l’attuazione di piani che prevedono l’espulsione dalla striscia dei palestinesi. Rompiamo il silenzio chiedendo il ritiro dell’ambasciatore italiano in Israele e rendiamo così onore ai resistenti del ghetto di Varsavia, solo in questo modo possiamo arginare efficacemente ogni rigurgito di antisemitismo.

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