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In questi giorni in diversi comuni d’Italia si è dato il via alle compagne elettorali per l’elezione dei sindaci. A tal proposito, sulle pagine del quotidiano online “Il Vibonese”, ho letto una notizia sulla quale vale la pena di riflettere. Nel comune di Nardodipace (VV), sciolto per due volte per infiltrazioni mafiose, si ripresentano in gran parte persone riconducibili alla causa dei commissariamenti. Nella migliore delle ipotesi si tratta di loro congiunti. È chiaro che in paesi così piccoli facilmente tutti si è parenti di tutti ed è anche chiaro che se la responsabilità penale è personale, tuttavia il condizionamento ambientale è un dato di fatto tangibile e molto forte. Sono certo che le persone oneste, nonostante i legami di parentela, ci siano, ma probabilmente risentono di una pressione che arriva dal contesto sociale e familiare. 

E allora qual è la soluzione? Che questi comuni siano amministrati all’infinito da commissari prefettizi? Può essere questa una via d’uscita? Piuttosto penso che lo Stato debba trovare il modo di essere presente con forza sui territori, per essere percepito non come un nemico, ma come un sostegno sicuro, concreto, al punto di dare la capacità ai cittadini di ribellarsi al condizionamento ambientale e permettere, nel solco della legalità, la rinascita e la conquista dell’autonomia. Si dovrebbe investire in tutto ciò che dà una prospettiva di crescita e di impiego ai giovani: scuole nuove, palestre, teatri… L’unico presidio di legalità non può essere la caserma dei carabinieri, con personale che spesso rimane per pochi anni, senza avere la possibilità di conoscere e agire profondamente ed efficacemente sul tessuto sociale. La presenza dello Stato dovrebbe essere esercitata attraverso l’impiego degli uomini migliori, per accompagnare alle azioni di vigilanza quelle di sostegno e di educazione alla legalità.

Questo è il mio pensiero, ma è certo che la riflessione su questi temi, e la conseguente azione, debbano essere profonde e efficaci, altrimenti “Qualunquemente” anziché un film rimarrà un’amara ironica rappresentazione della realtà.

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