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Gino Strada: “Io non sono pacifista. Io sono contro la guerra: non la si può umanizzare, si può solo abolire”

Autore originale del testo: A cura di Maddalena Oliva
Fonte: Il Fatto Quotidiano

Oggi a Roma oltre 240 sigle, tra associazioni cattoliche, pacifiste, volontariato, sindacati e ong, saranno in piazza per un unico grido: pace. Insieme a tanti singoli cittadini, ci saranno anche politici, che parteciperanno però senza bandiere di partito né colori, nello spirito di una iniziativa che ha come unico scopo l’avvio di negoziati in Ucraina per scongiurare il rischio, sempre più imminente, di una escalation nucleare. Papa Francesco dice che la pace è frutto di “un impegno condiviso” e che c’è un “artigiano della pace” in ognuno di noi. Abbiamo così raccolto le voci di intellettuali, artisti, attivisti, molte nostre firme e alcuni tra i politici che oggi, assieme a noi del Fatto, saranno in piazza a Roma. Perché alla via delle armi non ci rassegniamo. Perché ripudiamo la guerra, come la nostra Costituzione ci impone di fare. Perché la guerra – lo diceva Gino Strada – “non la si può umanizzare, si può solo abolire”. Perché “se la guerra non viene buttata fuori dalla storia dagli uomini, sarà la guerra a buttare fuori gli uomini dalla storia”.

A cura di Maddalena Oliva – Il Fatto Quotidiano
Testi raccolti da Giampiero Calapà, Luca De Carolis, Alessandro Ferrucci, Lorenzo Giarelli, Stefano Mannucci, Federico Pontiggia, Gianluca Roselli

Carlo Rovelli
Esseri umani stanno morendo, famiglie distrutte, il dolore dilaga, perché in alcune Capitali si ritiene più importante un confine un miglio più in qua o in là. Mostrare chi è più tozzo. Fare soldi con le armi. Invece di collaborare pensano al dominio. Questo massacro potrebbe finire se i nostri governi dicessero “fermiamoci, iniziamo a parlare”. Questo chiedono i popoli, i leader religiosi, le organizzazioni internazionali. Si può fermare la guerra ora, fare referendum nelle zone contese. Che il nostro governo lo chieda.

Michele Santoro
L’invasione dell’Ucraina è stata una scelta di cui Putin porterà per sempre la responsabilità. Ma il conflitto tra due Stati si sta trasformando in una terza guerra mondiale. L’escalation e la pretesa di annullare militarmente il nemico, il rifiuto di qualsiasi trattativa, la possibilità di un conflitto nucleare, mettono a repentaglio il mondo. L’invio di armi ci costringe a scelte contrarie agli interessi dell’Europa, allontana la pace, aumenta disuguaglianze e povertà. Sarò in piazza oggi per chiedere che cessi il fuoco e si cominci a trattare.

Rosy Bindi
Oggi sono a Roma perché si può e si deve fermare la guerra. Ma per fare la pace devi usare gli strumenti della pace, combattere le disuguaglianze, coltivare i beni comuni, promuovere la giustizia. Se vuoi la pace non alimenti la produzione e il commercio di armi, rafforzi gli organismi internazionali, costruisci un mondo multipolare. Fare la pace è avviare il cessate il fuoco, accettare una trattativa e magari la rinuncia a qualcosa. Questo è realismo.

Carlin Petrini
Credo nel valore assoluto della pace e, dunque, in questa manifestazione che vuole riaffermarla di fronte alla guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina e a tutti gli altri conflitti in corso, troppo spesso circondati dal silenzio dei media e, soprattutto, della politica. Questa iniziativa serve per riaffermare che il pacifismo ha diritto oggi a una piena cittadinanza e dignità: ce lo indicano le parole di uomini come Papa Francesco e Gino Strada.

Moni Ovadia
Uno dei più magistrali libri della spiritualità dell’ebraismo è il pirkei avot (ovvero le massime dei padri), in esso vi sono raccolte sentenze di sommi maestri, ve ne sono diverse sulla pace, una di esse recita: “Per la pace è lecito persino mentire, anche Dio ha mentito per la pace”. La pace è valore assoluto, uno dei pochi a disposizione agli esseri umani. La vittoria non lo è.

Padre Alex Zanotelli
Vado in piazza perché finalmente c’è una manifestazione senza bandiere di partiti, ma con solo la bandiera della pace. “Pace” è l’unica parola che si può gridare oggi. Io nella mia vita ho portato avanti tante battaglie contro le guerre, ma questa volta chiunque abbia parlato di pace finora è stato denigrato come mai prima d’ora. Significava essere amici di Putin. Un’assurdità. Qui il tema è un altro: o non violenza, o non esistenza.

Barbara Spinelli
Dicono in molti che siamo già nella terza guerra mondiale. È insensato. Nessun Parlamento in Occidente ha approvato l’entrata in guerra e la maggioranza dei popoli nel mondo è contraria. Partecipiamo arricchendo chi vende armi, ma il compito di rappresentare i cittadini l’abbiamo affidato al Parlamento, non a Leonardo. Chiediamo la fine di una guerra per procura che in un attimo può degenerare in conflitto atomico.

Gad Lerner
Non sono un pacifista, non sempre e non comunque. La storia m’insegna che vi sono circostanze in cui la resistenza è scelta obbligata. Vale anche per il popolo ucraino aggredito da una potenza imperiale. Ma come non vedere l’alternativa secca che abbiamo di fronte: intraprendere subito la via del negoziato o rassegnarsi a un’escalation suicida che consegnerà le sorti del mondo nelle mani dei mercanti d’armi?

Sabrina Ferilli
Perché è fin troppo tardi. Abbiamo permesso a lobby, potenti, signori della guerra di ingrossare i loro profitti, nonostante la maggior parte degli italiani sia contro l’invio delle armi. Sta a noi cittadini obbligare la politica a prendersi le sue responsabilità e riportare il dialogo sui corretti (e salvifici) binari. Finora abbiamo assistito solo a morte e distruzione. Pace e negoziati sono l’unica soluzione percorribile.

Vauro Senesi
Il fracasso trucido di gran parte dell’informazione ridotta a propaganda, l’opportunismo mediocre di gran parte della politica rischiano di coprire le grida di chi la guerra la subisce. Ascoltare le vittime, dar loro voce nelle nostre strade: “Basta armi!” . Mai le armi sono servite a far cessare un conflitto, sempre ad alimentarlo.
Ci sarò dalla parte di chi non può vincere nessuna guerra, dalla parte delle vittime.

Paolo Flores d’Arcais
Sarò in piazza dietro lo striscione PUTIN GO HOME!, con quanti hanno condiviso l’appello di Simona Argentieri, Eva Cantarella, Maurizio de Giovanni, Erri De Luca, Daniela Ghergo, Lerner, Maraini, Pancho Pardi, Cinzia Sciuto, Corrado Stajano [micromega.net/manifestazione-5-novembre-pace-appello/], perché “quando una dittatura imperialista invade con il suo esercito una democrazia, ci sarà pace solo quando l’aggressore porrà fine all’aggressione. Altrimenti avverrebbe che “hanno fatto un deserto e lo hanno chiamato pace”.

Anna Foglietta
Senza retorica alcuna, credo che in un momento così violento ragionare sul senso della pace sia assolutamente necessario, prioritario, imprescindibile. Viva la marcia per la pace!

Maurizio Landini – Cgil
Chiediamo l’immediato cessate il fuoco in Ucraina e l’apertura immediata di un reale negoziato. La diplomazia, con il pieno coinvolgimento delle Nazioni Unite, deve condurre ad una rapida soluzione politica del conflitto. La Cgil ripudia la guerra e continuerà a richiedere con convinzione una Conferenza Internazionale per la pace. La guerra non si può fermare con la guerra, per questa ragione invitiamo tutte e tutti a partecipare alla manifestazione di domani a Roma

Giuseppe conte – M5s.
Nel racconto del conflitto in Ucraina c’è un grande assente: la parola “pace”. Si parla di armi mentre sono sparite le speranze di un negoziato diplomatico. Di fronte a quello che sembra un vicolo senza via d’uscita, dobbiamo far sentire la voce di una maggioranza sin qui rimasta silenziosa. Non è il momento di restare inermi. Per questo il Movimento 5 Stelle scenderà oggi in piazza per dire una cosa tanto semplice quanto grande: PACE.

Graziano Delrio – Pd
Sarò in piazza e sarà una piazza molto importante perché nata dal basso, segno che dentro il cuore del nostro popolo c’è un forte bisogno di pace. Questo non significa omettere o dimenticare chi ha ragione e chi torto, ma è necessario un grande sforzo innanzitutto per il bene del popolo ucraino, e poi per tutti noi. E questo significa una via diplomatica. La guerra è il fallimento della politica. Mi auguro che la politica lavori per una pace giusta, la cui premessa però è un immediato cessate il fuoco.

Gianfranco Pagliarulo – Anpi
Otto mesi dopo la sanguinosa invasione russa non si è ancora aperto uno spiraglio di trattativa. Cresce l’escalation e si moltiplicano irresponsabili minacce dell’uso dell’atomica. Non è più possibile la passività dell’Onu. Non è più accettabile che l’Ue persegua posizioni da guerra fredda, rinunciando a qualsiasi ruolo negoziale. Distruzioni e vittime. L’Ucraina è devastata. Siamo qui per gridare pace e chiedere il cessate il fuoco e il negoziato. Se non ora, quando?

Nicola Fratoianni – Sinistra italiana
Vado in piazza per la pace e perché prenda finalmente corpo l’escalation diplomatica. L’ho sempre fatto e oggi più che mai, dopo che per mesi l’unica strada è stata quella militare, è evidente a tutti che così rischiamo di portare non solo l’Ucraina, ma il mondo intero, sull’orlo di un baratro nucleare ed economico. Dopodiché, il nostro impegno dovrà spostarsi in Parlamento perché si possa dare un contributo concreto nella direzione della pace.

Luciana Castellina
La cosa più grave che sta succedendo oggi è questa guerra, quindi andrei anche in cima all’Himalaya se servisse a qualcosa. Le armi si usavano per risolvere i problemi internazionali nel Medioevo: è da trogloditi. Perché, utilizzando lo stesso principio, non diamo le armi ai curdi o ai palestinesi? Sono pessimista, perché il 75% del Parlamento è d’accordo all’invio delle armi, Putin continua ad andare avanti, la Nato non fa un passo indietro. Appunto, resto pessimista sui governi, la speranza la ripongo nei popoli.

Tomaso Montanari
Oggi sono in piazza da cittadino, da cristiano, da padre di due ragazzi per i quali vorrei un futuro e soprattutto da umano: che non si rassegna al primato della volontà di potere e alla logica delle armi. Il Papa invita i ragazzi a “fare chiasso” sull’emergenza climatica. Anche sulla guerra è ora di fare chiasso: perché la concreta minaccia atomica ci dice che potrebbe essere l’ultimo momento per farlo.

Alessandro Orsini
La manifestazione svolge la funzione emozionale di urlare il dolore per l’orrore della guerra e quella di scuotere la classe politica che riduce furbescamente i problemi in Ucraina alla denuncia morale limitandosi a inviare armi. Ministri e deputati che passano il tempo a dire che l’invasione è una vergogna sono una vergogna per l’Italia. Anche la mafia è una vergogna. Ai politici sono richieste soluzioni non sermoni.

Donatella Di Cesare
Finalmente il momento che abbiamo tanto atteso: il popolo in piazza per una pace immediata, per scandire un inequivocabile “No all’invio di armi”! Non ci arrendiamo alla logica bellica. Aderisco con gioia, ma anche con la certezza che l’Italia, dove è vivo e radicato il più grande movimento pacifista dell’Occidente, possa essere l’avanguardia dei popoli europei nella ricerca di una soluzione diplomatica.

Alessandro Di Battista
Nel conformismo di oggi la parola Pace è diventata scandalosa. Per non parlare del termine negoziato. Eppure i fatti parlano chiaro. La tanto temuta escalation è realtà. Chi ha le spalle larghe e l’esperienza per poter scrollarsi di dosso accuse di putinismo parli di Pace. Chi difende la Costituzione parli di Pace. Chi ha a cuore il futuro dell’Europa abbia il coraggio di lottare per la Pace. Oggi conta solo questo.

Ficarra e Picone
È importante partecipare oggi più che mai alla marcia per la pace, per non lasciare niente di intentato, per dire sempre da che parte stiamo: dalla parte dell’uomo.

Giuliano Sangiorgi
Ogni volta che pronuncio la parola guerra mi sorprendo a scoprire che non appartenga a un passato remoto. E quando sento gridare pace, vorrei suonasse ormai anacronistico, perché risolto dalla convivenza sociale. Invece la non violenza, il disarmo, il cessate il fuoco sono strade su cui dobbiamo ancora inoltrarci. Con l’unione e la buona volontà di tutti. Noi Negramaro, lontani fisicamente per il nostro tour europeo, saremo con il cuore a Roma. C’è da aggiornare un dizionario globale.

Gianni Alemanno
Saremo in piazza col comitato Fermare la guerra. Proponiamo di sospenderesubito l’invio di armi, chiedendo come contropartita un cessate il fuoco che consenta di congelare la situazione e aprire una trattativa. Se la Russia dovesse accettare, si possono rinegoziare le sanzioni fino ad abolirle. Siamo l’unica organizzazione di destra che ha aderito alla piazza, che dovrà essere senza bandiere di partito, con l’auspicio che non sia strumentalizzata in chiave anti-governativa.

Flavio Lotti – Tavola per la pace
Questa piazza lancia con forza un appello al Parlamento e al governo. Abbiamo bisogno di azioni concrete per la pace. Noi possiamo mettere in gioco i nostri corpi e lo faremo, ora tocca alla politica. È scandaloso che finora non ci sia stata nessuna iniziativa per ritrovare la via della pace: la politica ha completamente ceduto alle armi. Questa sparizione deve finire, è ora che il Parlamento ritrovi la sua dignità.

Noemi
È fondamentale che tutti facciano sentire la propria voce, oggi, per far tacere le armi. Poi dovranno essere i Grandi della Terra a sedersi a un tavolo. Confido che Francesco, il papa della strada e dell’incontro, possa essere ascoltato. Una mediazione spirituale di altissimo livello, la presa di responsabilità dei contendenti e l’impegno di chi si mobilita in manifestazioni come quella di Roma può rendere la soluzione più vicina.

Michele e Brenno Placido
Nella terza lettera enciclica, Fratelli tutti, firmata ad Assisi, il Papa si rivolge a sorelle e fratelli tutti figli dell’unica madre, la Terra, e dell’unico padre, il creatore della Terra. Basta con le guerre, basta! Saremo presenti, dobbiamo essere al di sopra delle discussioni dei potenti… guerra sì, guerra no, serve pace, pace, pace, tra fratelli e sorelle. Diciamoci la verità, oggi è questo l’unico atto rivoluzionario: la pace.

Luciano Ligabue
È davvero sconfortante, avvilente pensare che nel 2022 il dialogo non sia più forte delle armi. E che non ci sia una mobilitazione di tutte le diplomazie possibili che riescano a mettersi di fronte a tutti gli attori in causa, in questa come in ogni altra guerra che in questo momento infuria nel mondo, e insieme trovare una soluzione. La Pace non è un optional, ma un valore di tutti e per tutti. E va difeso.

Jasmine Cristallo
Sarò in piazza con le compagne della Casa Internazionale delle donne. Finalmente la censura, applicata alla Pace, attivata dai media dall’inizio della guerra, inizia a non essere più praticata come repressione del dissenso. 
Con tanti e tante altri sono stata tra i proscritti, costretta a lunghe premesse prima di esprimersi per non essere accusata di collaborazionismo. Finalmente ci riappropriamo della parola Pace. Vogliamo la guerra fuori dalla storia.

Francesco Vignarca – Rete pace e disarmo
L’intento della manifestazione è molto chiaro: serve un cessate il fuoco, serve un negoziato multilaterale che non coinvolga solo Putin e Zelensky, ci vuole il disarmo nucleare. A me non interessa cosa abbiano fatto i partiti finora, mi interessa cosa faranno adesso. Non solo in Ucraina, visto che ci sono tantissime guerre dimenticate. Bisogna smettere di alimentare le guerre attraverso l’aumento delle spese militari, ma valorizzare i percorsi di pace.

Tratto da: nuovatlantide.org

Foto © Deb Photo

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