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Siamo in piena emergenza a vari livelli. La crisi economica che stiamo vivendo è un’emergenza spaventosa: l’impoverimento, causato anche dagli anni di pandemia, è stato recentemente aggravato dalla crisi energetica, che sta avendo un effetto devastante sulla vita di tante famiglie.
Il senso di precarietà che nasce dalla guerra in Ucraina aumenta ancora di più la paura nel futuro.
Lo Stato, che dovrebbe essere a tutela e garante dei cittadini, viene da tempo percepito come un tiranno: da anni si subiscono passivamente scelte governative che gira e rigira, hanno avuto una ricaduta negativa maggiormente sul ceto medio-basso, la fascia sociale che invece avrebbe avuto necessità di maggiore supporto. La percezione che la giustizia sia inefficace, a causa della lungaggine dei processi, dell’ “l’incertezza” anziché la certezza della pena, fa crescere ancora di più la sfiducia nello Stato e nelle Istituzioni.
Da tutto ciò trae costante beneficio e crescita l’altra emergenza, quella della criminalità organizzata, che è ormai così capillarmente diffusa da aver raggiunto con i suoi tentacoli ogni settore della vita sociale. La povertà purtroppo spinge verso la criminalità. E ciò che fa male e constatare che in alcuni contesti sia considerata benefattrice, poiché permette di “lavorare”, di guadagnare… e sono interessate da questo sporco giro non solo le attività imprenditoriali, ma anche le piccole attività commerciali e artigianali.
È desolante, ma è necessario dirsele queste cose, è necessario parlarne, farle emergere per svegliare la coscienza di tutti. Non è più tempo di nascondere la polvere sotto il tappeto! Guardiamo in faccia la realtà e adoperiamoci a cambiare attraverso le singole scelte quotidiane!

Foto © Paolo Bassani

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