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Nella giornata internazionale della donna è doveroso ricordare Francesca Morvillo, l’unica donna fra i tanti magistrati uccisi da mano criminale e che ha pagato con la vita l’essere stata compagna di Giovanni Falcone e  passando la sua intera vita professionale al servizio dei più deboli: 17 anni in cui ha dedicato tutta la sua attenzione all’infanzia difficile, presso la Procura minorile di Palermo, in una realtà sociale estremamente complessa.
Dai documenti contenuti negli archivi del Consiglio superiore (desecretati in occasione del 25 anniversario della strage di Capaci) emerge una figura che con il proprio lavoro è sempre stata a favore, dell’accertamento della verità e del sostegno ai minori in difficoltà.
Questo non può che essere un insegnamento per i più giovani e una testimonianza del costante impegno delle donne verso una reale parità di diritti.

Donne con la toga
“Dalla legge n. 66/1963, che ha consentito alle donne l’accesso alla carriera giudiziaria, e dal d.m. del 1965, in cui diventarono magistrato le prime 65 donne, la magistratura è profondamente cambiata”. Così viene riportato sul sito del Consiglio Superiore della magistratura.
“Dopo oltre un cinquantennio e un costante trend di crescita culminato, negli ultimi anni, con la prevalenza della componente femminile, la magistratura si sta lasciando alle spalle un assetto consolidato a favore della componente maschile. Ormai dal 2015 - continua il comunicato - prevalgono numericamente le donne, sicuramente incoraggiate dalla presenza di una legislazione che sempre più prevede strumenti volti a favorire la genitorialità e supportata, anche nella normazione secondaria del CSM, dall’adozione di strumenti volti a promuovere il c.d. ‘benessere organizzativo’ e quindi, in ultima analisi, le pari opportunità”.
Tuttavia, si legge, è ancora marcato il gap a favore degli uomini negli incarichi direttivi (ad eccezione di alcuni uffici). Solo leggermente inferiore il divario con riguardo agli incarichi semidirettivi.
La differenza appare ancor più marcata ove si considerino le funzioni: il disallineamento uomini/donne è maggiore negli uffici requirenti rispetto a quelli giudicanti.
Un segno di iniziale controtendenza può rinvenirsi nella presenza di una donna Presidente Aggiunto della Corte di cassazione, di una donna Presidente di uno dei più grandi tribunali d’Italia (Napoli), di una donna Procuratore della Repubblica di Torino, di una donna Procuratore aggiunto presso la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo.
Di significativo interesse è il costante impegno  nel settore della violenza di genere, culminato nell’adozione di varie risoluzioni aventi ad oggetto le linee guida per la trattazione dei procedimenti relativi ai reati di violenza di genere e domestica, per sensibilizzare i magistrati, sviluppare prassi investigative efficaci nella prevenzione e repressione di tali reati e implementare una formazione specifica dei magistrati.

Fonte: csm.it

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