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20210715 cutro mafia vinto

La chiarezza e la trasparenza devono sempre contraddistinguerci da chi, dentro le istituzioni, abusa del proprio potere istituzionale per negare la giustizia o per nascondere la propria inadeguatezza nel ricoprire quei ruoli. Con questa premessa sento il dovere di denunciare, ancora una volta, il silenzio e l'ostracismo nei confronti della famiglia Cutrò. Siccome si è tanto speculato, e forse si continua a speculare inutilmente chiarisco, e lo faccio pubblicamente, come stanno realmente le cose: il Prefetto di Agrigento, Maria Rita Cocciufa, ignora l'esposto denuncia che insieme al mio legale gli abbiamo consegnato oltre sei mesi addietro sulla mancata proroga delle speciali misure di protezione, le banche che avevano ricevuto la garanzia dello Stato a chiudere la mia posizione debitoria, che vi ricordo ha avuto origine dopo le mie denunce e la mia testimonianza nei processi contro la mafia della Bassa Quisquina, da oltre un anno attendono di ricevere una risposta, a ciò si aggiunge che le perizie redatte dal perito Dell'Antonietta, su incarico del Ministero degli interni, e che dimostrano che lo stato di sofferenza della mia ex impresa edile era dovuta proprio alle mie denunce risultano a tutt'oggi coperte dal segreto. Mi sono allora rivolto alla Commissione Parlamentare Antimafia e al suo Presidente, sen. Nicola Morra, ma anche al Comitato I Regime degli atti per chiedere loro la desecretazione delle perizie e la loro trasmissione al sottoscritto. Sono ancora in attesa ma sono a conoscenza che la Commissione Centrale-Ministero dell'interno presieduta dal viceministro Molteni (in quota Lega Nord) non intende desecretare e trasmettere le perizie al sottoscritto. Si desecretano, in pompa magna, documenti sulle stragi e le audizioni dei giudici Falcone e Borsellino ma le perizie sulla impresa Cutrò sembrano essere classificati come "segretissimi (ss). Forse che in quelle perizie si nasconde il giallo sulla esistenza e sul contenuto del cosiddetto "quarto segreto di Fatima"?

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