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La pazienza storica del popolo meridionale

La lettera al Presidente della Repubblica

Illustre Presidente Sergio Mattarella,
sono trascorsi ormai 160 anni dall'Unità l'Italia.
Occorre riconoscere che tale unità resta ancora, unicamente formale, scritta certamente nei libri di storia, in realtà, essa non è stata mai attuata per quanto attiene, espressamente, il piano politico, in quanto constatiamo il persistere di disuguaglianze socio-economiche, drammaticamente rilevanti, nel Sud Italia, che sembra essere, rispetto al Nord Italia, un territorio non facente parte della nazione italiana.
I fatti, pertanto, attestano, inesorabilmente, che l'unità politica, che non può non coincidere, sostanzialmente, con l'Unità d'Italia, non si è mai, concretamente, verificata.
Lei ha affermato che l'Italia, nel corso della pandemia, ha dimostrato e dimostra spirito di democrazia e coesione, sicchè è certo che il Covid non ha diviso il popolo italiano, ed aggiunge, altresì, che, sulla scorta di tale unità, è possibile edificare un Paese più solido, perché vi sia prosperità e sviluppo.
Non si può negare che le Sue affermazioni siano di grande rilievo per la speranza che esse generano, tuttavia, occorre prendere atto che l'Italia non è, realmente, unita. Mi dispiace doverLa contraddire. Ciò che emerge, in modo davvero eclatante, è la pazienza del popolo meridionale, che costituisce la sua primaria virtù, in quanto consente ai meridionali di saper vivere pur in mancanza del lavoro, senz'altro bene primario, pur in mancanza di strutture ospedaliere, oggi tanto necessarie, e pur di fronte a tanti e troppi diritti loro negati.
Eppure, il Sud Italia è colmo di beni che possono produrre benessere, tra i quali si annovera la straordinaria capacità di adattarsi e di sperare, di aver fiducia, nonchè quell'umiltà, che certamente fa parte della tradizione del popolo meridionale, che è una caratteristica rara e virtuosa, in quanto consente e potrà consentire, senza difficoltà, di introdurre piani e azioni di sviluppo innovativi, che il popolo saprà ricevere come un dono lungamente atteso. Spiace dover affermare che il popolo meridionale è stato ed è un popolo scarsamente amato da chi si occupa della vita politica.
Esso non è indolente, come si è soliti considerarlo, è solo paziente ed umile. La pazienza e l'umiltà sono, certamente, da ritenersi due grandi virtù, se lette in chiave innovativa, in quanto rimandano ad un popolo che sa accogliere il nuovo e farne tesoro. Occorre affermare, senza timore di dire la verità, che il popolo meridionale è anche un popolo tradito dalle Istituzioni, in quanto lo hanno lasciato ai margini dell'esistenza, quasi fosse "figlio di un Dio minore". C'è da chiedersi perché.
La lettura delle pagine della storia sanno offrirci la risposta, che è, purtroppo, un'amara risposta. In poche parole, anziché dallo Stato, il popolo meridionale è stato governato da chi Stato non è e non era, ma di esso assumeva il potere, esercitandolo mediante l'utilizzo di strumenti decisamente non legali.
La Storia, inoltre, ha dimostrato che l'Unità d'Italia ha favorito solo il Nord Italia.
Difatti, il Nord Italia si è industrializzato, diventando ricco di risorse economiche e di lavoro ed occorre anche sottolineare che esso ha fatto e fa leva sulle risorse umane, di cui il Sud Italia è ricco.
Alcuni studiosi affermano che il Sud è stato prescelto affinché rimanesse povero per favorire i politici e i poteri economici del Nord, utilizzando la sua povertà, per farne lo strumento, attraverso cui le mafie potessero essere il braccio armato dei poteri forti, che di molti meridionali, volenterosi di uscire dalla loro povertà, hanno fatto il proprio esercito.
Secondo tali studiosi, il Sud deve rimanere povero per favorire i poteri economici del Nord Italia e alcuni politici.
Il Sud onesto si sente sfruttato ed anche abbandonato. Difatti, ha ospedali ridotti a pezzi, ha alcune città addirittura con poca acqua e vive situazioni da terzo mondo.
Ed, infine, bisogna, amaramente, far presente che, ancora oggi, molti del Nord Italia spesso ci definiscono terroni, che non è certo un appellativo affettuoso.
Come Lei sa, la storia è un processo in movimento, che modifica l'esistente, migliorandolo e conducendolo verso mete insperate. Ed è per tale ragione che le nuove generazioni meridionali che hanno studiato e, per tale motivo, si sono emancipate, dicono no al sottosviluppo, dicono no ad un'Italia disunita, che ha creato un Nord ricco ed un Sud povero, dicono no alla sottomissione alla miseria della disonestà. Le nuove generazioni vogliono la realizzazione dell'Unità d'Italia, ossia che si dia corso, finalmente, alla soluzione della questione meridionale.
Le nuove generazioni nutrono l'anelito all'emancipazione socio-economica, culturale e morale delle terre meridionali.
Noi intendiamo raccogliere le istanze delle nuove generazioni e sottoporle alla Sua valutazione, che, certamente, apprezzerà l'intento migliorativo ed evolutivo delle nuove generazioni del popolo meridionale, che non rinnegheranno certamente le proprie amate radici, ma daranno loro il valore che esse recano con sé, per arricchire di nuovi preziosi progetti, che illumineranno con un sole nascente, le loro amate terre, in cui non mancherà il lavoro e tutte le acquisizioni dello sviluppo connesso al lavoro, siano esse le imprese, sia essa la ricerca scientifica in ambiti della medicina che sorgeranno nel Sud Italia, siano esse tutte le espressioni dello sviluppo, a cui lo Stato Italiano darà vita, inerenti ad ogni ambito dell'esistenza umana, che il Sud rappresenterà nella sua interezza ed in ogni sua dimensione, perché il Sud Italia è parte della Nazione Italiana, da sempre.
Noi vogliamo davvero un'Italia unita e lo vogliamo perché riteniamo che il futuro ci appartiene
La questione meridionale è rimasta in sospeso e mai risolta. Perchè?
Noi del Movimento Sudisti Italiani ci proponiamo l'obiettivo di risvegliare la coscienza del popolo meridionale, affinché sgorghi da essa, in quanto in essa depositata, mai sopita, la consapevolezza di far crescere e rendere ubertosi i propri territori. Vogliamo che si affermi, sempre più vigorosa, la cultura della legalità che, alla stragrande maggioranza dei cittadini meridionali, appartiene come un tesoro a cui essi mai rinunceranno, seppur colpiti da frange delinquenziali che vogliono strapparla dal loro animo, violentemente.
L'Italia, Illustre ed Amato Presidente, non è unita, purtroppo. Per tale motivo, Le chiediamo di volerci aiutare affinchè si concretizzi il sogno di unire il nostro Paese, da Nord a Sud, affinché realmente prosperi, per tutti i cittadini italiani, il benessere, la democrazia e la coesione.
Solo una nuova democrazia, tale in quanto arricchita di altri nuovi valori, figli del tempo e della verità, potrà realmente unire l'Italia, ponendo in essere un processo di umanizzazione della politica, che noi amiamo definire "Politica dal Volto Umano", tale in quanto, nell'unire i territori, unisce tutti i cittadini italiani, rendendoli tutti popolo amato e, proprio in quanto amato, capace di amare e di sconfiggere la delinquenza ed il male, che da essa deriva.
Viva l'Italia Unita, Viva Il Nostro Amato Presidente!

Con immensa stima,

Biagio Maimone
Fondatore Movimento di pensiero Sudisti Italiani

Assago, 22 marzo 2021

Foto © Imagoeconomica

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