di Luciano Armeli Iapichino
Sulle presenze del Pullara in Commissione Antimafia più di qualcosa stranizza

E poi capita! Capita che gli anonimi scrittori siciliani che seguono la mortificante cronaca giornaliera isolana in fatto di mafia e corruzione s’imbattano in delle letture che aprono, forse, scenari inquietanti in tema di etica e cultura antimafia. Giovedì 21 maggio. Tra quarantotto ore è il ventottesimo anniversario della strage di Capaci. La notizia del giorno è lo scandalo sanità: un’inchiesta, Sorella sanità, rivelerebbe un sistema marcio di appalti pubblici milionari che coinvolge e travolge, tra arrestati e indagati, una decina di persone. Il coordinatore per l’emergenza Coronavirus in Sicilia, Antonino Candela, è agli arresti domiciliari. Tra gli altri è indagato, per turbativa d’asta (si legge), un deputato regionale, Carmelo Pullara. E sin qui nulla di straordinario. Anzi ordinaria e atavica cronaca giudiziaria regionale in cui, spesso, la politica affonda nelle sabbie mobili della corruzione. Solo che, consultando La Repubblica Palermo online, in un articolo a firma di Claudio Reale, si legge che il Pullara è componente, tra l’altro, della Commissione Parlamentare Antimafia e Corruzione.

Azz… Si direbbe. Nell’articolo si precisa pure che il nostro deputato regionale dell’Antimafia, però, si è autosospeso qualche mese fa. Punto. Il Presidente della Commissione, On. Claudio Fava, in un’agenzia di stampa, commenta così la vicenda: “E’ triste commemorare Giovanni Falcone senza che i governi che si sono succeduti in questi 28 anni abbiano saputo mettere in campo, oltre alle frasi di circostanza, strumenti idonei ad evitare che la corruzione resti il naturale terreno di incontro tra appelli e politica”. Onore al Presidente Fava. Concordiamo con lui. Poteva aggiungere una parola/una presa di distanza dal “suo” componente, il Pullara, ma gli sarà sfuggito. Capita. E poi è giusto essere garantisti. Per alcuni. Ma in tutta questa quaestio una parola inizia a tormentarci: autosospeso. Il Pullara, si evince da La Repubblica, sarebbe da qualche mese componente autosospeso della Commissione d'inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia.

L’autosospensione è spesso un atto dovuto e anche di onestà intellettuale se dovuta a indagini in corso su qualcuno che svolge ruoli di valutazione etica che, venuto a conoscenza delle stesse, preferisce sospendere temporaneamente la sua carica. Possono essere dovute anche a motivi più personali. E allora, siccome la curiosità a volte ci mette lo zampino e i topi da biblioteca oggi si sono trasformati in topi della rete, capita che l’anonimo scrittore intraprenda il suo viaggio nell’universo sconfinato della rete e va a digitare sul motore di ricerca il sito dell’ARS, Assemblea Regionale Siciliana, e clicca sulla voce Commissioni e, infine, Sedute verbali.

Iniziamo la compulsazione dei documenti a partire dalla convocazione del 1° agosto 2019, ultima seduta prima della pausa estiva. Si riprende con la seduta n. 105 del 12 settembre. Del Pullara non c’è traccia (e non siamo andati a ritroso). Non sappiamo se è autosospeso o assente. A ogni modo la Commissione avvia una serrata quantità di convocazioni perché ha molta carne al fuoco. Tra i piatti succulenti c’è pure il caso Antoci.  I lavori proseguono ininterrottamente per i mesi di settembre, ottobre, novembre, dicembre 2019, e gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio 2020. Sino al 20 maggio la Commissione non ha smesso di lavorare. Da quel 1° agosto, data in cui abbiamo iniziato la compulsazione a oggi, ci sono state circa 47 sedute. E di questo ne diamo atto.

Una sola anomalia. Il Pullara, assente da agosto 2019 al maggio 2020, fa una comparsa fugace nelle sedute del 4 marzo 2020, del 16 aprile e del 28 aprile. Poi svanisce di nuovo. Non sappiamo se l’autosospensione fosse cessata e poi ri-attivata e poi cessata nuovamente. Sappiamo di certo che nella seduta del 16 aprile si vota la relazione conclusiva dell'inchiesta sul ciclo dei rifiuti nella Regione siciliana; e il 28 dello stesso mese il punto all’O.d.G è, tra gli altri, Comunicazioni in ordine a determinazioni da assumere. In altre parole la relazione è quella che fa riferimento anche alle vicende del giornalista Paolo Borrometi e le determinazioni da prendere sono quelle sempre relative al Borrometi, in cui nel relativo comunicato si legge La commissione antimafia dell’Ars questa mattina ha dato mandato all’unanimità al suo presidente, Claudio Fava, di agire a tutela della reputazione dell’istituzione e di presentare querela per diffamazione nei confronti del giornalista Paolo Borrometi. Assenti al momento del voto gli onorevoli Assenza e Schillaci.” Al Pullara questa delicata questione del Borrometi evidentemente stava a cuore se per mesi era stato assente come in quelli successivi. O forse ha cessato l’autosospensione e l’ha riattivata due settimane dopo. Forse .. Così come ambigua può risultare l’assenza al momento del voto di due deputati, Assenza e Schillaci. Forse per avere un’unanimità dei presenti a cui si è aggiunto anche il Pullara che pare non essere stato presente per il tempo delle sedute del ciclo dei rifiuti e dell’audizione del giornalista? Si è fidato ciecamente del lavoro dei colleghi? Può darsi. È normale o superficiale? Misteri della fede.  Forse casualità. O forse causalità. O forse, per qualcuno, queste saranno sciatterie informative. Come le sciatterie giudiziarie (superficialità) del caso dell’urologo Attilio Manca. Ed erano parole dell’allora vice-presidente dell’Antimafia Nazionale, on. Claudio Fava. Che potrebbe su Barcellona Pozzo di Gotto focalizzare nuovamente l’ecoscandaglio della sua missione antimafia. L’aspettiamo da tempo.

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