di Giovanna Casadio
Oggi la politica democristiana che fu la prima donna ministra in Italia e presidente della Commissione P2 sarà la protagonista della staffetta social su Facebook organizzata dal Pd 'Milano Metropolitana' in memoria delle partigiane: al nome Anselmi è stata abbinata la parola "Repubblica"
Aveva 17 anni la Tina "vagante" - come la soprannomineranno presto gli amici - quando divenne staffetta partigiana con il nome di Gabriella nella Brigata Cesare Battisti. È l'indomani dell'impiccagione di 31 prigionieri per rappresaglia a cui, insieme con altri studenti, era stata costretta ad assistere a Bassano del Grappa, poco distante da Castelfranco Veneto, la città natale. La sua vita di dopo, neppure la immaginava allora Tina Anselmi: l'impegno politico nella Dc, prima donna ministra della storia politica italiana nel 1976, primo politico coraggioso a cercare di chiarire il groviglio di interessi e opacità della loggia P2. Prima in tutto. Anche nella solitudine con cui cercarono di liquidare lei e il lavoro della commissione d'inchiesta. Alla Tina "vagante", eroina borghese, per dirla con Stajano, Rai fiction ha deciso di dedicare un film. Sarà non soltanto una biografia, ma lo sguardo su un pezzo di storia repubblicana. Ne ha proposto e seguito il soggetto la scrittrice Anna Vinci, autrice di due libri "Tina Anselmi, storia di una passione politica" e "La P2 nei diari segreti di Tina Anselmi", e di un documentario sempre per la Rai. Sono la base per la sceneggiatura della fiction che Eleonora Andreatta, presidente di RaiF e la Bibi film di Angelo Barbagallo, puntano a ultimare per la prossima stagione tv. Non solo biografa, ma anche amica della Anselmi, Anna Vinci ha segnato nel suo personale promemoria per la Rai, le tappe della storia di donna - cattolica, forte, ostinata - che, chiamata da Nilde Iotti e dal presidente Sandro Pertini a un compito che avrebbe fatto tremare le vene ai polsi a chiunque, ovvero a districarsi in quel groviglio di poteri oscuri che hanno piagato la storia d'Italia con la P2, rispose semplicemente di sì. D'altra parte la Tina nella sua lunga e travagliata vita politica ha mantenuto fermo un faro: "La democrazia ha bisogno di normalità". Lei non si è fatta piegare da minacce e intimidazioni, come quei tre chili di tritolo accanto casa che non esplosero per un caso. L'intreccio sarà avvincente e le ambientazioni anche: è la premessa. "Buona parte sarà ambientato a Roma - racconta Vinci - dove ha svolto la sua missione politica, ma nel film sarà evidente il paesaggio del Veneto e della Castellana che trovavi negli occhi della Anselmi. Insieme alla Resistenza". E ci sarà Palazzo San Macuto, la cupezza dei depistaggi, lo scontro dei poteri. "Le immagini potranno descrivere più di molte parole la sua solitudine politica. La borsa, che si portava dietro a proteggere il diario in cui annotava tutto, era l'equivalente dell'agenda rossa di Borsellino", afferma Vinci. La sceneggiatrice dovrebbe essere Monica Zapelli, mentre regista e attrice che le darà volto non sono ancora decisi. Alla vigilia del 25 aprile poi, è Tina Anselmi una delle protagoniste del percorso social dedicato alle donne partigiane dal Pd Milano Metropolitana. Silvia Roggiani, la segretaria dem, spiega che oggi nel post su Facebook alla Tina sarà abbinata la parola "Repubblica". Il 2 giugno del 2016 le è stato dedicato un francobollo, mentre ancora era in vita: muore a novembre di quello stesso anno a 89 anni. Ma la sua idea resta. Resta, aggiunge Vinci, "l'insegnamento più importante che è la forza, la coerenza lo stare esattamente dove si vuole essere", l'insegnamento di una vita pubblica forgiata nella Resistenza.
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Tratto da: repubblica.it