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di Elvira Terranova
Intervista al collaboratore di giustizia sull'uscita de 'Il Traditore'

"Sono molto curioso di vedere il film sul mio amico Tommaso Buscetta, un uomo molto carismatico e intelligente. Mi ricordo di avere ospitato a casa mia negli anni Settanta, per un breve periodo, la moglie Cristina con i figli". Gaspare Mutolo è stato l'ex autista del boss Riina, il suo braccio destro e il suo killer fino al 1991, quando si sentì tradito da Riina e dai suoi compari, che avevano iniziato a uccidere anche donne e bambini, e decise di saltare il fosso. Mutolo, che oggi parla nelle scuole, dipinge ed è diventato molto religioso, non sa che il 23 maggio uscirà nelle sale il film 'Il Traditore' di Marco Bellocchio, sulla vita del pentito di mafia più famoso, Tommaso 'Masino' Buscetta. "Lo andrò a vedere...", dice. "Quando l'ho conosciuto da mafioso, era un uomo carismatico, parlava con intelligenza, tante persone andavano a trovarlo - racconta Mutolo in una intervista all'Adnkronos - Poi l'ho rivisto da collaboratore, era l'unica persona che vedevo per quell'amicizia antica che ci legava. Ho avuto la moglie Cristina a casa mia e poi l'ho mandata all'Hotel Palace di Mondello".
"Masino ha iniziato a collaborare perché si è sentito tradire dalla sua famiglia mafiosa, è stata una reazione, la stessa reazione che abbiamo avuto in tanti mafiosi. La mafia era per noi tutto, anche l'aria che si respirava. Ma quando ha cambiato pelle, allora è cambiato tutto anche per noi".
E dice "che non esiste la seconda guerra di mafia, è solo una invenzione. Erano omicidi dei corleonesi che uccidevano donne e bambini".
"Ho conosciuto Buscetta nel 1972 - racconta ancora Mutolo - eravamo molto amici. Siamo stati insieme all'Ucciardone, era una persona molto furba e molto intelligente. Non è vero quello che si dice, che era un donnaiolo, ad esempio, non è vero". "Quando era in carcere lo andavano a trovare in infermeria tantissime persone - dice - come Tommaso Spadaro e Salvatore Inzerillo. Allora c'erano dei 'valori' che i mafiosi volevano dimostrare".
"Tommaso Buscetta aveva un grande carisma - dice ancora Gaspare Mutolo - ha collaborato perché la mafia aveva cambiato pelle, non lui, è stata la mafia a cambiare pelle perché hanno toccato due ragazzi che non erano mafiosi, hanno fatto la strage degli innocenti. I veri mafiosi antichi non toccavano i parenti dei mafiosi ma solo se un mafioso sbagliava veniva ucciso e la famiglia veniva rispettata".
"Io ho dato il colpo finale, quando ho collaborato non per paura ma perché effettivamente non mi vedevo più in quello che faceva la mafia che uccideva donne incinte e bambini", dice ancora Gaspare Mutolo. "Mi avverta quando esce il film", dice alla fine dell'intervista, "così lo andrò a vedere, vediamo come racconteranno il mio amico Masino...".

Tratto da: adnkronos.com

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