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di Vincenzo Musacchio
L’enorme crescita della criminalità organizzata albanese preoccupa non poco il nostro Paese soprattutto sul versante del traffico e del commercio di sostanze stupefacenti. Le mafie albanesi hanno - al pari della ndrangheta - collegamenti con i cartelli sudamericani. Le organizzazioni criminali albanesi erano già rinomate per il contrabbando di armi e il traffico di persone, oggi, fanno lucrosissimi affari nel mercato della cocaina all'ingrosso. Non dimentichiamoci che la cannabis coltivata in Albania e venduta in Italia vale circa tre miliardi di euro l'anno. Questi guadagni così esorbitanti hanno reso edotte le cosche mafiose albanesi sui grandi profitti possibili nel mercato della coltivazione della cannabis. La loro efficacia nel produrre e distribuire droghe in tutta Europa le ha portate ad affermarsi nel mercato degli stupefacenti. Lo scorso anno, la Direzione Nazionale Antimafia ha rimarcato la pericolosità delle mafie albanesi evidenziando come abbiano un "controllo considerevole" sulla diffusione delle droghe in Italia. La mafia albanese, proprio come quella italiana, segue le regole ferree dell’omertà e del silenzio. Ha un codice d'onore che chiamano "Besa" che per molti albanesi è ancora il più alto codice etico del Paese. Besa in albanese significa "onore". Per i mafiosi è considerato un contratto indissolubile che si scioglie solo con la morte. Oggi, i mafiosi albanesi usano il “Besa” come un "patto di sangue". Essi giurano fedeltà all’organizzazione a costo non solo della propria vita ma anche di quella dei propri familiari. Una volta decisi i vertici e l’ala militare, gli ordini sono impartiti ai cd. soldati. Una relazione della magistratura albanese del 2018, sulle minacce per il nostro Paese, conferma che i criminali albanesi stanno espandendo sempre più la loro rete d’influenza, tessendo relazioni dirette con gli spacciatori di sostanze stupefacenti in Italia. La minaccia dei gruppi criminali albanesi in Italia è ormai un allarme da non sottovalutare. Il litorale adriatico (coste pugliesi e molisane) è il loro principale luogo di penetrazione nel territorio italiano, ma ormai possiamo affermare, senza timore di smentite, che la mafia albanese è presente in tutta la nostra penisola. Oggi gli albanesi rappresentano il terzo gruppo più numeroso dopo le nostre mafie autoctone. Il progetto di mappatura dei gruppi criminali organizzati, che comprende i dati delle forze di polizia (DIA) e della magistratura (DNA) evidenzia come negli ultimi cinque anni la mafia albanese abbia avuto una crescita imponente. Per la prima volta gli albanesi hanno surclassato i rumeni. Tale ascesa non può non preoccupare lo Stato italiano. La criminalità organizzata albanese è radicata in tutte le più grandi metropoli italiane realizzando spesso accordi di non belligeranza con le mafie autoctone. Le mafie albanesi - conosciute come “Shqiptare” - sono spesso imprese familiari stile mafia italiana con la differenza che quelle albanesi sono legate tra loro da stretti vincoli di sangue. Negli ultimi anni, come la mafia italiana, quella albanese cerca di mantenere un profilo basso. In Italia, le organizzazioni criminali albanesi svolgono più attività criminose, a volte in proprio, a volte sotto il controllo delle organizzazioni criminali italiane. Collaborano spesso con la camorra e la ndrangheta. In una recente operazione delle forze dell'ordine italiane è risultato che la ndrangheta avrebbe concesso il permesso agli albanesi di gestire lo sfruttamento della prostituzione in cambio di droga e armi. Da circa dieci anni le mafie albanesi collaborano con “Cosa Nostra” vendendo ai siciliani la loro cannabis prodotta in Albania. In Abruzzo e in Molise i clan albanesi svolgono un ruolo dominante nello spaccio di eroina e cocaina per la camorra e per la mafia foggiana e garganica. Con il beneplacito delle mafie locali gli albanesi possono agire liberamente nei loro territori applicando le loro regole feroci. Le organizzazioni criminali albanesi, negli ultimi anni, hanno fatto il loro ingresso nel traffico internazionale di droga all'ingrosso e sono entrate in contatto con i narcotrafficanti sudamericani agendo in sinergia con le mafie autoctone. Tutti i profitti sono rispediti in Albania, dove non possono essere facilmente rintracciati. Europol afferma che la mancanza di cooperazione da parte delle autorità dell’Albania rende più difficile affrontare e colpire economicamente le mafie albanesi. Edi Rama, il primo ministro albanese, ha detto che la loro criminalità organizzata non è più un fenomeno locale ma si è internazionalizzata. Le mafie hanno costruito la loro Unione europea ed è per questo che la “vera” Unione europea dovrebbe essere più forte e più interconnessa possibile: cosa che, purtroppo, accade per le mafie ma non per gli Stati.

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