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almirante giorgio c imagoeconomicadi Circolo Comunista “Ventunounoventuno” di Milazzo
Il prossimo 17 luglio, a Villa Vaccarino, nell'ambito delle iniziative culturali estive, organizzate dall'amministrazione comunale di Milazzo, ed in particolare, dall'assessore alla cultura, ci sarà un incontro per celebrare un politico italiano del secolo scorso: Giorgio Almirante. Presente l'immarcescibile ex senatore Nania, si celebreranno le gesta politiche e umane di un fascista, razzista e collaborazionista con i nazisti.
Si, perchè questo è stato Almirante e lui stesso ha rivendicato il suo sentire fascista fino al suo ultimo respiro. Si, lo sappiamo, adesso tirerete fuori le solite domande provocatorie: "e allora Stalin?, e Pol Pot? E Ho CHI Min? E i 'rossi' ?". Beh, quando e se qualcuno celebrerà un "rosso" si valuterà la sua storia politica e umana e verificheremo se questa sarà compatibile con una Repubblica Democratica e Antifascista quale è l'Italia. Per ora è di Almirante che si parla e di lui parleremo. Ma chi è stato Almirante?
Fascista della prima ora, giornalista prima e caporedattore poi del giornale fascista "il Tevere", si iscrisse ventenne al Guf dell'Urbe; fu tra i firmatari nel 1938 del "Manifesto della razza" e dal 1938 al 1942 collaborò alla rivista "La difesa della razza" come segretario di redazione. Dopo l'8 settembre aderì alla Repubblica Sociale Italiana arruolandosi nella guardia nazionale repubblicana con il grado di generale. il 30 aprile 1944 Almirante fu nominato capo gabinetto del ministero della cultura popolare della RSI presieduto da Fernando Mezzasoma.
Dopo la "liberazione" trasse giovamento dal fatto che la paventata epurazione dei fascisti proposta da Parri venne annacquata anche per volere di Togliatti (che paradosso! Almirante debitore di Togliatti) e fu cofondatore del Movimento Sociale Italiano. Il suo curriculum successivo è di tutto rispetto:
Nel 1947 venne condannato a un confino di polizia per collaborazionismo con le truppe naziste.
Sempre nel 1947 venne accusato di apologia del fascismo e il 4 novembre del 1947 gli viene inflitta una condanna a 12 mesi di confino poi annullata.
Il 5 maggio 1958, al termine di un comizio a Trieste, è denunciato alla Questura per "Vilipendio degli Organi costituzionali dello stato.
Il 16 giugno 1971 il Procuratore della Repubblica di Spoleto, Vincenzo De Franco, chiese alla camera dei deputati l'autorizzazione a procedere contro Almirante per i reati di "Pubblica Istigazione ad attentato contro la Costituzione e insurrezione armata contro i poteri dello Stato. La frase incriminata era stata la seguente: "I nostri giovani devono prepararsi all'attacco prima che altri lo facciano. Devono conseguire risultati analoghi a quelli conquistati in altri paesi d'Europa quali il Portogallo, la Grecia e la Spagna" (in quel periodo questi tre Paesi erano governati da feroci dittature militari di stampo fascista)
Nel giugno del 1972 l'allora Procuratore Generale di Milano, Luigi Bianchi D'Espinosa, chiese alla Camera dei deputati l'autorizzazione a procedere nei suoi confronti per tentata ricostituzione del partito fascista. Il parlamento la concesse ma tutto si arenò anche per la prematura morte del Procuratore.
E poi ancora , fu sottoposto a processo per la strage di Peteano che provocò la morte di tre carabinieri e il ferimento di altri due, dove si fece scudo dell'immunità parlamentare e alla fine godette di un'amnistia grazie alla quale uscì definitivamente dal processo, nonostante la legge ne prevedesse la rinunciabilità al fine di tutelare il diritto dell'imputato all'accertamento dei fatti. Per non parlare delle accuse di contiguità con l'eversione nera e la P2.
Infine una chicca: Giorgio Almirante in un suo articolo sul giornale "La Difesa della razza" del 05 Maggio 1942, scriveva:
"Il razzismo ha da essere cibo di tutti e per tutti, se veramente vogliamo che in Italia ci sia, e sia viva in tutti, la coscienza della razza. Il razzismo nostro deve essere quello del sangue, che scorre nelle mie vene, che io sento rifluire in me, e posso vedere, analizzare e confrontare col sangue degli altri. Il razzismo nostro deve essere quello della carne e dei muscoli [...]. Altrimenti finiremo per fare il gioco dei meticci e degli ebrei [...]. Non c'è che un attestato col quale si possa imporre l'altolà al meticciato e all'ebraismo: l'attestato del sangue".
Insomma, proprio una bella "personcina", quella di cui si celebreranno le gesta politiche e umane a Villa Vaccarino con la complicità di un'amministrazione comunale che vanta un sindaco orgogliosamente del PD e un assessore alla cultura orgogliosamente renziano. Non sappiamo se queste "appartenenze" ci debbano indurre allo scandalo o a individuare una inquietante coerenza in particolare per l'assessore del quale, nell'ultima campagna elettorale, si vociferò di una sua antica appartenenza alla destra ai tempi dell'università.
E adesso scatenatevi pure nell'annoverare, mistificando la storia, l'innumerevole serie di atrocità e nefandezze compiute dai partigiani durante la guerra civile di resistenza; fra gli italiani che presero le armi e combatterono una guerra civile per liberare l'Italia dal Nazifascismo e gli italiani, fra i quali c'era Almirante, che nella stessa guerra civile imbracciarono le armi per riportare il nazifascimo in Italia, noi staremo sempre dalla parte dei primi.
I "grillini" di Roma che avevano votato in Consiglio Comunale l'intitolazione di una strada ad Almirante hanno fatto "marcia indietro" perché, poverini, non avevano studiato e non conoscevano quest'uomo. Giorgio Almirante non è stato un politico "di destra": è stato un fascista, un razzista e un collaborazionista dei nazisti; in un Paese realmente democratico e antifascista non avrebbe avuto diritto di cittadinanza; e, invece, in un Paese dove, per dirla alla Gaber, già da molto tempo "abili mani hanno riaperto i tombini", tali individui possono essere finanche celebrati.
Fate pure, voi che avete studiato. Tanto, è facile fare i fascisti in un regime democratico. In un regime fascista, come quello propugnato da Almirante che "aveva visto il futuro", essere democratici è impossibile.§

Hanno aderito le associazionI:

Coordinamento Ass. contro i Gassificatori (RC)
Associazione Radio Aut per l’Antimafia Sociale - (PA)
No Rigas (RC)
Associazione Non Una di Meno (RC)
Collettivo Autonomia (RC)
Circolo AltalenaliberA (Milazzo)
Ass/Testatagiornalistica diquadalfaro/ilcarrettinodelleidee (ME)
Movimento Politico “il sud che Sogna” (Nicotera)
Movimento Città Aperta Barcellona P.G. (ME)
Redazione Antimafia 2000 (PA)

Hanno aderito inoltre:

Eliana Giorli, Staffetta Partigiana e Cittadina milazzese Benemerita, Rosa Elisa La Rosa, Maria Patti, Paolo Metti, Tony Brusca, Santo Laganà, Fabio Manzacchera, Laganà Eduardo, Lorenzo Fascì, Attilio D’Asdia, Silvana Arrichiello, Gemma Ciccotta, Antonio Mazzeo, Cristoforo Tramontana, Riccardo Orioles, Francesco Cavallaro, Luigi Amico, Matteo Di Flavia, Roberto D’Angelo, Isabella Bonanno, Giuseppe Natalino, Vladimir La Rosa, Pasquale Borrello, Rosalba Patti, Prof. Carmelo Teresi, Masino Cavallaro, Placido Sturiale, Daniela Conti, Pippo De Stefano, Alberto Caglio, Renato De Luca, Domenico Colangelo, Laganà Antonio, Amalia Zampaglione, Rosaria Salmeri, Grazia Erra, Francesco Napoli, Antonio Bertuccelli, Elisa Fontana, Michelangelo Tripodi, Adele Isgrò, Enzo La Rosa, Renzo Torre, Valentina Roberto, Mario Perlungo, Nadia Furnari, Enzo Sgrò, Oriana Galasso, Santino Bonfiglio, Rita Paola Toro, Sebastiano Gulisano, Anna Laura Russo, Francesco Caizzone, Lavinia Castellano, Giulia Ciccotta, Fanino Grasso, Mario Andaloro, Fabio Cannizzaro, Peppe Maio, Angelo Mascali, Concetta Codraro, Nicola Schepis, Oreste Della Posta, Liliana Uggeri, Rosalba Di Pietro, Pino Romeo, Domenico Palluzzi, Giulia Di Bella, Alberto Cocuzza, Maria Rotuletti, Carmelo Giardina, Mauro Guerini, Anna La Rosa, Saverio Saporita e Sara Lai.

Foto © Imagoeconomica

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