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20180515 quel terribile 92 our voice bongiovanni pettinaridi Elena Forgiarini
Ieri sera, l’associazione GAS (gruppo di acquisto solidale) di Caneva, presso Villa Frova in provincia di Pordenone, ha organizzato la presentazione del libro “Quel terribile 92'” del giornalista e capo redattore di ANTIMAFIADuemila di Palermo, Aaron Pettinari. Un incontro partecipato che ha visto anche l'intervento del direttore di ANTIMAFIADuemila, Giorgio Bongiovanni, e del Movimento Culturale Giovanile OUR VOICE, che ha dato vita ad alcune delle 25 voci che hanno raccontato l’anno che cambiò la storia del paese.
L’evento ha avuto inizio con l'introduzione del libro da parte di Giorgio Bongiovanni, che ha sottolineato come i personaggi, provenienti dal mondo dell’arte e della cultura, che si sono prestati ad essere intervistati dall’autore, in riferimento a quel 23 maggio e 19 luglio 1992, abbiano tutti un unico denominatore comune. Tutti loro, dopo aver appreso la notizia delle stragi, con rammarico e sgomento, hanno avuto un unico pensiero: “Non è stata solo la mafia".
Ed è proprio per questo che il libro diventa una testimonianza importante, poiché stimola la curiosità del lettore a voler capire chi si cela dietro questi attentati, chiedendosi perché di tanta violenza fino ad andare oltre l’ovvio e lo scontato.
Bongiovanni ha anche espresso con estrema chiarezza quello che è il suo pensiero legato al processo “trattativa Stato-Mafia”. Fu proprio quel dialogo, divenuto poi patto, fra lo stato e la mafia a condurre alla strage di via d’Amelio, causando la morte del giudice Paolo Borsellino e degli uomini della scorta.
Quel terribile ’92, ha portato alla distruzione della prima repubblica e la nascita della seconda, nata e sigillata proprio con il patto fra Stato e mafia.
Oggi più che mai - ha detto il direttore - dobbiamo ricordare ciò che è stato, lottando con tutte le nostre forze per portare al primo posto verità, legalità e giustizia.
Infine, il direttore di ANTIMAFIADuemila ha ricordato al pubblico che durante l’evento tenutosi la mattina presso il liceo “Pujati” di Sacile, dal titolo “Il Potere della mafia", il relatore, il magistrato Giuseppe Lombardo, ha lanciato un allarme, ovvero che "se non faremo nulla nei prossimi anni, perdendo la guerra contro queste organizzazioni criminali, l’Italia si trasformerà in uno Stato narco-mafia, uno stato criminale".
Ed è per questo motivo che "dobbiamo chiedere con forza e perseveranza al nuovo governo che metta al primo punto del suo programma la lotta alla mafia. Le persone sono stanche di parole vuote e promesse che puntualmente non vengono mantenute. Sono i fatti quelli che contano, ed i fatti si possono fare a livello politico, mettendo le persone giuste al posto giusto. Solo allora sapremo che chi ci governa ha realmente a cuore il nostro paese".
Successivamente sono state le immagini a parlare. Immagini che si sono susseguite appaiono sullo schermo, lasciando i presenti commossi, in un silenzio reverenziale. Immagini capaci di scuotere la memoria e la coscienza di ognuno di noi. Immagini che, anche se viste più volte, non perdono mai di intensità, generando profondo rispetto e gratitudine verso coloro che hanno offerto la propria vita in nome di quella giustizia che a fatica ancora oggi stenta ad affermarsi.
Non è un caso, ma è stato voluto, che il video venisse bloccato lasciando alle spalle del relatore la figura di Giovanni Falcone, affacciato al balcone con un sorriso che fa risplendere il suo volto. Un'immagine che ha accompagnato gli ascoltatori per tutta la sera.
Dal timbro della voce si è percepita l’emozione di Pettinari e il profondo rispetto che nutre verso questo tema. Come sua consuetudine si è alzato e, avvicinandosi al pubblico, li ha coinvolti nel suo racconto. Un pubblico rimasto con occhi spalancati, orecchie tese con sete di sapere, di conoscere quei fatti oltre la mera cronaca.
Pettinari, con parole semplici e dirette, ha ricordato a tutti che la mafia non è un problema relegato solo al sud, ma che quello mafioso è un tema che colpisce l’Italia intera, con manifestazioni specifiche a seconda del territorio in cui è presente e lo evidenzia portando l’esempio di operazioni come quella Infinito, che in Lombardia ha disvelato la presenza di locali di 'Ndrangheta.
Quello che maggiormente ha colpito del suo racconto è la capacità di creare collegamenti fra tutti gli argomenti trattati, dando la sensazione a chi ascolta che ogni fatto è interconnesso, influenzandosi a vicenda; la vita non lascia nulla al caso.
Lo scrittore parla del 92’ descrivendolo come un anno per certi versi terribile, ma vissuto ai suoi inizi anche come un periodo che ha portato a grandi rivoluzioni tecnologiche. E’ proprio questa la cosa importante, lo spunto che vorrebbe dare il libro: ragionare su cosa è stato realmente quel momento storico per capire cosa siamo oggi, cosa siamo diventati a 25 anni di distanza. "Se non capiamo cosa sta realmente accadendo oggi - ha detto il giornalista - non possiamo dare una direzione consapevole al nostro futuro. Ecco perché è importante recuperare questi elementi, riempiendo quei profondi vuoti di verità che hanno segnato il nostro passato".
Il dialogo con l’autore è stato scandito dalle letture dei ragazzi di Our Voice: Chiara, con la sua innocenza che contraddistingue i suoi giovani anni, ha dato voce all’attrice Annalisa Insardà; a seguire Luca che, in modo forte e deciso, ha interpretato il racconto del giornalista Fabio Caressa ed in fine Sara con la sua innata sensibilità ha saputo farci rivivere per un breve istante la memoria della cantante Fiorella Mannoia
Pettinari ha ricordato anche una dura verità, che non può lasciarci indifferenti. All’epoca delle stragi, non tutti conoscevano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, un binomio che oggi va di pari passo, ricordati e celebrati in tante commemorazioni. "Forse - ha sostenuto l’autore - se la popolazione non li avesse lasciati soli, se tutti noi avessimo avuto il coraggio di scendere in piazza a manifestare per loro, con loro, oggi, forse, sarebbero ancora con noi. Facciamo tesoro degli errori del passato in modo che non si ripetano. Scegliamo sempre di stare dalla parte dei giusti". E poi ancora si è soffermato sul ruolo dell'informazione "L’informazione, quella vera, non può essere lasciata solo alla satira". Pettinari spiega che il ruolo del giornalista "dovrebbe essere quello di informare le persone di cosa sta realmente accadendo, senza occultare o manipolare le informazioni. Anche la scuola ha un ruolo di primo piano su questo tema, poiché dovrebbe raccontare agli studenti anche la storia contemporanea, quella degli ultimi anni, una storia che ci ha tristemente portati alla realtà di oggi".
A termine della serata il gruppo Our Voice ha portato alcuni spezzoni del loro ultimo spettacolo “A DREAM OF LOVE”. E guardandoli si vive l’orgoglio, quello sano, nel vedere i ragazzi, ognuno a loro modo, con le proprie caratteristiche, raccontare la loro storia fatta di giustizia, legalità e fratellanza con una semplicità disarmante, commovente.
Beatrice Boccali, leader del gruppo FVG, ha presentato il movimento, parlando delle sue origini, gli ideali e gli obbiettivi che lo contraddistinguono, lasciando subito spazio al balletto interpretato da Mattia Lautieri e Luca Accordino intitolato “Signor tenente”, coreografato in onore a tutti gli uomini delle forze dell’ordine, vittime delle stragi.
A seguito Jessica Segat e Chiara Lautieri hanno dato voce a tutte le vittime del bullismo, emozionando i presenti con la loro fragilità ed allo stesso tempo la grande carica emotiva che ha saputo coinvolgere tutti. Monologhi, danza, fatti di cronaca, hanno scandito questi ultimi momenti, riempiendoli di intensità e commozione.
Beatrice, attraverso il suo scritto, ha saputo raggiungere il cuore di ogni spettatore, facendosi portavoce di un’intera generazione, con i suoi sogni, timori e speranze. Attraverso il suo monologo, ha dimostrato che le nuove generazioni non sono indifferenti ma che al contrario vogliono avere un ruolo attivo nel cambiamento. Le sue parole, cariche di speranza e consapevolezza, erano rivolte a tutti coloro che ancora guardano al domani con occhi nuovi. Beatrice ha saputo trovare la chiave giusta per arrivare alle menti ed ancor più all’anima delle persone, proprio come il testo della canzone che Mattia e Chiara hanno scelto per il loro ultimo balletto, “La Chiave”.
Al termine i ragazzi si sono stretti attorno agli ospiti e a Gianni Santin, promotore di questa iniziativa, mentre il pubblico li avvolgeva in un caloroso applauso che sembrava non volere finire, grati per una serata che rimarrà sempre impressa nei loro cuori.

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