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20180213 un suicidio di mafia attilio mancadi Cristina Saja - Video
Con dei testi tratti da “Un suicidio di mafia. La strana morte di Attilio Manca” di Luciano Mirone, contenenti ben tredici testimonianze che affermano che Attilio non fu mai  tossicodipendente, si è aperto l’incontro della scorsa domenica 11 febbraio 2018 presso il Parco “Maggiore La Rosa”, in occasione del 14° anniversario della morte di Attilio Manca organizzato dall’ANAAM (Associazione Nazionale Amici Attilio Manca). Introdotto e moderato dal giornalista scrittore Luciano Armeli Iapichino, l’incontro ha visto la presentazione del videoclip sull’ultima fatica artistica del cantautore barcellonese Carlo Mercadante che, a proposito di Attilio e della sua triste vicenda, ha voluto scrivere per lui “Quid est veritas?”. Un momento di profonda riflessione e di presa di coscienza da parte di un concittadino di Attilio Manca, che ha sentito il bisogno di esternare sentimenti, emozioni e sensazioni su una storia che ha dell’incredibile e che sottace una vergognosa verità, trafugando la verità sul conto di chi è vittima. Una riflessione, quella di Mercadante, che allo stesso modo delle interpretazioni di Oriana Civile, durante l’incontro, è servita ai presenti a mettersi nei panni di cittadini attivi, di quegli stessi cittadini “in nome” dei quali vengono lette sentenze, “in nome” dei quali viene stabilito che lo stesso Stato ha suicidato Attilio Manca.

Introducendo i lavori, Iapichino ha fatto il punto sulla nuova richiesta di archiviazione che è stata presentata proprio ieri dalla Procura di Roma, riguardante il caso Manca. “Sì, è vero.  - ha detto il giornalista - E’ davvero assurdo che ancora oggi, si possa avanzare una richeista di archiviazione del caso Manca, ma bisogna far caso ad una sottile ma sostanziale differenza: adesso, a volere far luce su quanto accaduto, a volere la verità c’è l’esercito dei professionisti, dei giornalisti, di tutta l’opinione pubblica che si rifiuta di subire, ancora una volta, l’offesa alla propria intelligenza da parte di tutto l’apparato masso-mafioso.” Ad incalzare i toni e rafforzare il concetto appena espresso, il video del servizio delle “Iene” sul caso Manca, il collegamento telefonico con l’Avv. Antonio Ingroia e i fatti descritti dall’Avv. Fabio Repici, legali della famiglia Manca. “E’ possibile processare lo Stato quando lo Stato stesso si è sporcato le mani del sangue di persone innocenti? - si è chiesto ed ha chiesto ai presenti l’avv. Ingroia, che ha continuato - Guardando a come si sta svolgendo il Processo Trattativa Stato-mafia a Palermo e dalle ultime vicende riguardanti l’omicidio Manca, credo che una risposta l’abbiamo. D’altro canto - ha aggiunto - un dovere ce l’abbiamo ed è quello di credere nella giustizia. E’ per questo che ci opporremo alla richiesta di archiviazione del caso Manca con tutte le richieste che ne seguiranno. Basta con le menzogne di Stato e gli insabbiamenti!” Manca, Agostino, Traina, Rossi sono stati apostrofati tutti come “assassinii delle istituzioni” e ne sono stati ampiamente spiegati i motivi, con le dovute riflessioni che la cittadinanza attiva deve porsi.

Tra gli altri, ad intervenire è stata anche Carolina Orlandi, la figlia della vedova di David Rossi che ha ricordato l’episodio del “suicidio” del marito della madre e proiettato in sala un video a sua cura, dal titolo “I Giustiziati”, contenente le testimonianze di Antonella Tognazzi, Ilaria Cucchi e Angela Manca. “Si tratta di unirsi nella battaglia contro la giustizia per avere giustizia”- ha affermato in conclusione al suo intervento, seguito dal quadro degli ultimi avvenimenti riguardanti il caso Manca tracciato dall’avv. Fabio Repici, il quale ha posto l’accento sull’importanza del ricordo. “E’ importante ricordarla la verità! - ha affermato - Bisogna ricordare la verità per necessità, perché chi sopravvive alla morte di persone come Attilio Manca e Adolfo Parmaliana, per citare un amico che ricordo tra le prime file in un altro incontro commemorativo per Attilio, sente il dovere di difendere, proteggere la loro memoria. Ci troviamo di fronte all’ennesimo stupro alla giustizia con la richiesta di archiviazione che, però, è stata avanzata contro ignoti. Noi, però, sappiamo che dei nomi sono stati fatti e che quei nomi indicano delle eprsone precise, identificate che devono essere iscritte nel registro degli indagati. Sono stati tantissimi i collaboratori di giustizia che hanno parlato dell’omicidio di Manca, da Giuseppe Setola a Carmelo D’Amico, il quale ha spiegato che Cattafi, i servizi segreti, la mafia di Provenzano sono i mandanti dell’omicidio Manca. Anche se dal servizio delle Iene, non vi è stata nessuna reazione da parte della Barcellona che comanda, noi dobbiamo ricordare che loro non sono stupidi. Sono semplicemente impuniti! Parlo di Ugo Manca, di Rosario pio Cattafi e di tutti i nomi che sono stati fatti alla DIA di Messina. - ed ha riflettuto l’avv. Repici - Che cos’è la verità? Non è questa la domanda esatta che dobbiamo porci. Il pericolo a cui dobbiamo fare attenzione sono le armi di distanza di massa dalla verità. Chi ha davvero voglia di dirla la verità? Perché questa va soltanto detta perché ce l’abbiamo davanti agli occhi. Questo fa la differenza tra chi vuole essere complice e chi si arrende all’obbligo morale di accettare la verità.”  Nel suo intervento, l’avv. Repici ha poi parlato dell’informativa di reato che l’ex Vice-questore di Barcellona Pozzo di Gotto, Dr Ceraolo, ha scritto nei suoi confronti, dopo che lo stesso aveva asserito, durante la presentazione del libro di Baldo, che “quando D’Amico parlò del caso Manca e di Cattafi, il Commissario aveva altro a cui pensare” ed di altri episodi durante i quali i PM si meravigliarono del coinvolgimento di Cattafi nel caso Manca e molto altro ancora.

Il ricordo di Attilio Manca è passato anche attraverso le riflessioni di Giulia Sarti della Commissione Parlamentare Antimafia che ha esortato i presenti a credere ancora nella giustizia e, se serve, a fare chiarezza su una verità rubata come ha fatto Lorenzo Baldo, giornalista, scrittore, autore del libro: La mafia ordina Suicidate Attilio Manca. Si è trattato di un ulteriore momento di riflessione e di crescita di una cittadina in cerca dell’unica e sola verità che si stringe attorno al fratello, al padre e alla madre di Attilio, perché come cantato dalla Civile: “Attilio manca comu u ciatu a ‘na matri stanca.

Guarda il video integrale della conferenza: Clicca qui!

Tratto da: 24live.it

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