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da La Repubblica
Avvocato Ingroia, cinque anni dopo è nuovamente candidato al Parlamento, stavolta con la “Lista del popolo per la Costituzione”.
Che differenza con la precedente esperienza?
«Anche Rivoluzione civile aveva una natura civica, ma con un un’identità di sinistra radicale, che veniva da un percorso comune con Rifondazione e Comunisti italiani. Questa, invece, è una lista civica costituzionale, perché vede nella Costituzione una ragione di impegno in politica. E il nostro principale obiettivo è attuare proprio la Costituzione».

Avete deciso con chi allearvi?
«Al momento, nessuna alleanza. Siamo alternativi ai tre schieramenti».

Se dovesse però cercare qualche affinità, con chi dialogherebbe?
«Vedo maggiori affinità con il Movimento 5 stelle, ma vedo anche delle differenze: i cinquestelle avevano avviato un processo di maturazione che però si è arrestato. Di Maio ha perseguito una politica di isolamento che rischia di condannare per sempre il movimento all’opposizione».

E con Liberi e uguali nessuna affinità?
«Con Pietro Grasso c’è sempre stata una diversa visione sulla figura del magistrato. E oggi anche una diversa visione sul modo di fare politica. Lui ha sempre preferito tatticismi ed equilibrismi, io preferisco le scelte nette».

Cosa non condivide del progetto di Grasso?
«Liberi e uguali mi sembra una riedizione del progetto del Partito democratico, nato solo per abbattere la leadership di Matteo Renzi».

Quale tema porrete al centro della vostra campagna elettorale?
«Il primo argomento sarà quello della legalità, già scivolato in coda alle priorità dei partiti. Al primo posto della nostra battaglia c’è il tema degli impresentabili».

E in concreto cosa proporrete per un nuovo impegno su questo fronte?
«Un’idea ben precisa: la legge La Torre bis, che preveda un’effettiva confisca dei beni per i politici corrotti. Oggi la normativa consente la confisca solo nel caso in cui i politici siano indagati nell’ambito di un’associazione a delinquere.
Una situazione assurda: chi ha un minimo di esperienza sa che l’associazione a delinquere non viene contestata mai al politico corrotto».

Come avete scelto i candidati delle vostre liste?
«Non ci sono star nella Lista del popolo per la Costituzione. A parte qualche nome più noto come quello di Antonio Ingroia o di Giulietto Chiesa, sono candidati insegnanti, operai, precari, avvocati. Persone di estrazione anche diversa, perché la Costituzione, al centro del nostro percorso, fu il momento di incontro di culture diverse».
s. p.

Tratto da: La Repubblica

Foto © GdS

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