di Fabio Strinati
Dal suo libro preferito da bambino: "I tre moschettieri"
I
(A Giovanni Falcone)
Da una finestra una colomba entrò bianca
come la pace regnava nel tuo cuore,
simbolo di terra e dalla quiete sconfinata,
un’alba venne al mondo nel quartiere
della Kalsa. Giovinezza di un bambino
audace, dall’istinto fervido saggezza innata...
massimo insegnamento dalla beata culla
al mondo della guerra sanguinaria.
Anni tumultuosi, nuvole scure
e temporali sopra la Sicilia terra dalla storia
millenaria, gocce di sangue come lacrime,
dell’innocenza come una spiga debole,
fragile di una natura umana
come il genio nella mente, della giustizia pura
la conoscenza di un eroe epocale.
II
Cosa nostra è cosa di tutti, quando colpi
suonano nell’aria e campane
piangono a morto nelle chiese delle piazze
calde ed assolate. Occhi vedono,
orecchi ascoltano; figli distesi a terra, figli di Dio
e di una madre ch’è madre di tutti: la Natura
rigogliosa e suprema! E tu, grande uomo
che sulle tue spalle hai portato il peso
di una lotta vera, sei riuscito a spegnere
quel detonatore che non ti ha tolto alla vita
ma che nell’aria quando s’alza alla sera,
il tuo sguardo eroico il ricordo,
di un’esistenza vissuta intera.
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