Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

presentazione libro attilio mancaL'inquietante ipotesi nel libro “Suicidate Attilio Manca” scritto da Lorenzo Baldo e presentato a Trapani
di Pamela Giacomarro

Bugie, depistaggi, richieste di archiviazione, indagini lacunose. Da un lato, una famiglia che da 13 anni chiede verità, dall’altro, una magistratura che non vuole guardare oltre. Il caso è quello del giovane urologo Attilio Manca, originario di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, trovato morto il 12 febbraio del 2004, nel suo appartamento a Viterbo – città dove lavorava nel locale ospedale da meno di due anni – con due buchi nel braccio sinistro e due siringhe a pochi metri dal cadavere. Eppure Attilio Manca, era un mancino puro. Utilizzava la mano sinistra anche quando operava. Per il tribunale della cittadina laziale, dove il medico prestava servizio, si trattò di una morte per overdose.

Le foto del ritrovamento del cadavere e le testimonianze di alcuni pentiti, ci rivelano invece un’altra verità: Attilio Manca è stato assassinato e la sua morte è legata alla latitanza del boss corleonese Bernardo Provenzano. La spinosa vicenda, è raccontata nel libro “Suicidate Attilio Manca”, scritto da Lorenzo Baldo, vicedirettore di Antimafia Duemila, presentato nei giorni scorsi a Trapani, nei locali della sala Laurentina. L’evento, è stato organizzato dalla sezione locale delle Agende Rosse. “Nel mio libro – ha sottolineato il giornalista – ho cercato di mettere in evidenza le tante, troppe anomalie che emergono dalle indagini condotte dalla Procura di Viterbo. Uno dei depistaggi più eclatanti – ha proseguito – arriva dall’ex capo della Squadra Mobile di Viterbo, Salvatore Gava. Dopo il decesso del medico siciliano, Gava scrisse che nel periodo di degenza di Provenzano a Marsiglia, Attilio Manca non si sarebbe mosso dall’ospedale Belcolle di Viterbo dove prestava servizio. L’ex poliziotto è stato smentito da una ricostruzione effettuata dalla trasmissione Chi l’ha visto?. Un giornalista ha accertato che proprio nei giorni in cui Provenzano era sotto i ferri in terra francese, il dottor Manca era assente dall’ospedale”.
Perché un capo della Squadra mobile falsifica e depista le indagini? E come entra Provenzano in questa storia? La risposta potrebbe essere contenuta nelle parole del pentito Pastoia, che intercettato nell’ambito dell’operazione Grande mandamento del 2005, afferma che Provenzano venne operato e assistito da un urologo siciliano. C’è un’altra intercettazione importante, quella di Vincenza Bisognano (moglie e sorella di boss della mafia barcellonese, oggi “pentiti”) che mentre si trova in auto con altre persone, parla proprio di Provenzano e della morte di Attilio Manca. Un amico della donna dice: “Ma questo ragazzo era a Roma. Chi doveva dargli fastidio?”. La Bisignano risponde: “Perché lui l’aveva riconosciuto”. “Ecco – conclude Baldo – mettiamo insieme i pezzi e capiamo subito che su questa vicenda c’è un’ombra mafiosa forte, c’è la presenza del capo dei capi di Cosa nostra”. “Ho capito sin dal primo momento che mio figlio era stato ucciso”, ha affermato in diretta telefonica Angela Manca, mamma dell’urologo. “Le mie certezze – sottolinea – sono supportate dalle dichiarazioni di tanti pentiti. Eppure la verità ci è negata. La nostra, è una lotta contro i poteri forti. Ma io sono convinta che la verità prima o poi verrà fuori. Chiedo solo allo Stato di prendersi le sue responsabilità”. Attualmente, nel procedimento in corso presso il tribunale di Viterbo, alla sbarra c’è solo una donna, accusata di aver ceduto la dose killer al giovane medico. Particolarmente emozionante, al termine dell’incontro, l’intervento di Vincenzo Agostino e Augusta Schiera, genitori di Antonino Agostino, il poliziotto ucciso in circostanze misteriose assieme alla moglie Ida Castelluccio, il 5 agosto del 1989 a Villagrazia di Carini. Anche loro, come la famiglia Manca attendono ancora di conoscere la verità.

Foto Copyright Nicola Pollina

Tratto da:
magna-grecia.com

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos