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mori mario divisa zmdi Francesca Scoleri
Ci sono fatti che dovrebbero farsi spazio in tutto il panorama dell’informazione e invece, restano li. In Sicilia. A Palermo. Sotto gli occhi dei magistrati che, per dirla alla Carlo Alberto dalla Chiesa “non guardano in faccia a nessuno” e con ostinazione cercano di svelare al Paese chi sono i politici corrotti che hanno portato la mafia nei palazzi istituzionali. Sempre augurandoci che il tritolo non li fermi, prendiamo atto che all’Italia quelle verità non interessano.

Eppure al cospetto di quel che emerge dal processo trattativa Stato-mafia, tutto il resto, assume forme di immensa banalità.

“L’architettura dello Stato dovrà prevedere la fine del bicameralismo perfetto e per il senato, una rappresentanza di secondo grado regionale degli interessi economici, sociali e culturali con competenze ridotte alle materie economico-finanziarie”. Cosi parlava Licio Gelli, il maestro venerabile della  loggia massonica segreta P2, autore del “piano di rinascita democratica” che mirava a sovvertire l’ordine democratico con una forma di autoritarismo legale.

All’interno del piano di rinascita, ritroviamo punti che risuonano contemporanei. Li stiamo masticando ogni giorno, praticamente  ogni volta che qualcuno del fronte del SI al referendum che avrà luogo il 5 dicembre prossimo, illustra le riforme costituzionali perseguite dal governo Renzi.

Nulla di sconvolgente nel Paese impegnato nelle dirette del Grande fratello.

Che relazione c’è fra gli elementi sopra citati e il processo trattativa? Si scava, si scava a fondo. Quel che emerge è a dir poco inquietante.Mario Mori, ex comandante del ROS, ex direttore del Sisde (servizi segreti italiani), pare occupasse cariche istituzionali ma a chi prestasse realmente servizio e fedeltà è ancora un mistero, ma solo per chi ha fatto a botte con la logica.

Processo trattativa, audizione del colonnello Massimo Giraudo: “Il progetto di fuga di Gelli dall’Italia? L’ex generale del Ros ne era perfettamente a conoscenza”.

Non è la prima testimonianza in merito; il maggiore Mauro Venturi,  in servizio al Sid (Servizio Informazioni Difesa) tra il 1971 e il 1977, due anni fa dichiara “Mori mi portò da Licio Gelli per farmi iscrivere alla P2. Cercava di convincermi ad iscrivermi alla P2, dicendo che non era una loggia come le altre del passato. Mi disse che in quel momento storico Gelli era intenzionato come non mai ad affiliare personale del Sid. Mi propose di andarlo a trovare dicendomi che io da toscano gli sarei stato simpatico. Visto che  ero titubante mi disse che gli appartenenti al Sid per garanzia sarebbero stati iscritti in liste riservate”

E con uno 007 cosi, capite che la sicurezza è garantita.

Qualche mese fa, dalla rivista Panorama, si leva una voce rassicurante: “I servizi segreti italiani funzionano meglio degli altri perché hanno alle spalle una lunga esperienza nella lotta al terrorismo e alla mafia. È il nostro punto di forza”.

E chi li avrebbe resi cosi affidabili i servizi segreti italiani?

Mario Mori che oggi lavora fianco a fianco con l’ex delle brigate rosse Morucci,
Mario Mori che autocertifica la sua onestà perché “Berlusconi e Napolitano mi colmano di stima e fiducia”
Mario Mori che rinuncia a catturare Provenzano perché ci sono troppe pecore e…”mamma mia che paura…”
Mario Mori che “dimentica” di perquisire il covo di Riina dopo il suo arresto,
Mario Mori che ad un passo dal catturare Nitto Santapaola “sbaglia” villa e se lo perde
Mario Mori che per arrotondare la pensione viene nominato dalla giunta Alemanno consulente per la sicurezza di Roma ( spesa del progetto 8 milioni di euro ) “perchè la mafia stia alla larga dalla capitale”. A Zelig queste storie non dovrebbero mancare.
Mario Mori, incaricato da Formigoni e dai vertici Expo capitanati da Giuseppe Sala, attuale sindaco di Milano, al controllo della regolarità degli appalti EXPO, deve tener lontana la corruzione…ma non da solo. No, deve “combattere la criminalità” accanto a Giuseppe De Donno che in quel momento, risultava indagato per alcuni appalti. Missione compiuta anche in questo contesto: tangenti e ‘ndrangheta spadroneggiano.
“E quando si scherza bisogna essere seri” diceva il Marchese del Grillo…

E continuando a scherzare scusate, a raccontare, Mario Mori ha scritto il libro “Servizi e segreti. Introduzione allo studio dell’Intelligence” dove probabilmente illustra i “successi” sopra elencati.

Riassumendo, stiamo per votare le riforme costituzionali ispirate al e dal simbolo della massoneria italiana che aveva ed era nelle grazie dell’ex capo dei servizi segreti che in teoria, solo in teoria, dovrebbero garantire la sicurezza del Paese.

Il pensiero che il magistrato Nino Di Matteo e gli uomini della sua scorta, rischino la vita consegnando questi fatti oscuri ed inquietanti ad un popolo che se ne disinteressa completamente, mi fa inorridire.

Tratto da: themisemetis.com

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