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ostia porto turisticodi Pietro Orsatti
Roma, da ieri, è sempre più identica alla Palermo degli anni ’70. Grazie alla sentenza di secondo grado al sistema litorale, ai Fasciani-Spada-Triassi che da ben più di 10 anni dettano legge in una delle aree più importanti e popolose della Capitale. La tentazione di parlare del “porto delle nebbie” è forte. Ma forse non si tratta neanche di questo. Forse più semplicemente si è scelta la via più facile, quella dell’applicazione della legge “senza dare fastidio a nessuno”, della burocrazia che si auto assolve per inerzia.

Ostia, da ieri, è un Municipio della capitale d’Italia sciolto per mafia ma dove, per sentenza di secondo grado, la mafia non esiste. Criminali semplici. Roba coatta e non organizzata. Roba così, da dimenticare in fretta. Dietro le quinte intanto si attende la conclusione del processo “grosso”, quello a Mafia Capitale. Dopo la sentenza di ieri che non vede riconosciuto a nessuno degli imputati il famigerato 416 bis, l’articolo che definisce l’associazione mafiosa, ora potrebbe accadere di tutto, anche l’impensabile. Anche che Massimo Carminati riesca a uscire quasi indenne anche da questo processo. Una sentenza che manda assolti i fratelli Triassi luogotenenti della potentissima famiglia dei Caruana-Cuntrera di Cosa nostra considerata in tutto il mondo una delle più pericolose organizzazioni mafiose a livello mondiale, ma in Italia no. A Roma no. A Ostia no.

Ci siamo sbagliati. Abbiamo scritto migliaia di articoli e libri, rischiando sia il ridicolo che la pelle. Ci siamo sbagliati nel mettere insieme fatti che solo per l’ex prefetto Pecoraro e per l’ex sindaco Alemanno erano scollegati fra loro. Ci siamo sbagliati nel contare i morti caduti in esecuzioni di evidente matrice mafiosa. Ci siamo sbagliati a raccontare il traffico di droga, il riciclaggio, gli affari, i vorticosi intrecci fra politica e finanza e impresa e la mafia. La Mafia spa romana, il mondo di sotto, di mezzo e di sopra che spiegava così bene quell’abile divulgatore di Carmianti ai suoi compari. Compari per un caffè e un aperitivo dirà il tribunale di Roma che dovrà decidere su Mafia Capitale?


Non c’è un potere occulto. Parlarne è un comodo equivoco: è un potere alla luce del sole esercitato in modo visivo. Un potere che bisognerebbe vedere come viene esercitato, le sue connivenze, le sue colleganze.
Giuseppe Insalaco, ex sindaco di Palermo ucciso da Cosa nostra il 12 gennaio 1988, intervistato da Saverio Lodato


Già, non c’è un potere occulto. A Palermo allora e a Roma oggi è tutto alla luce del sole. Il potere è potere e si fa vedere, mostra muscoli e influenza, determina e impone, inquina e corrompe. Rassegnamoci. E’ quello che ha fatto il Tribunale di Roma.

Pubblico qui sotto un capitolo estratto da Roma Brucia di Pietro Orsatti per Imprimatur editore.

Roma Brucia ostia

Leggendolo forse vi renderete conto della gravità di quello che è successo.

Tratto da: orsattipietro.wordpress.com

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