di Sara Donatelli
Caro Mauro,
Ci sono giorni in cui la nostra Trapani sembra essere talmente lontana da dubitare che questa città, bellissima e maledetta, esista davvero. Di certo non esiste più quella Trapani che tu volevi cambiare. O quantomeno capire. Ci sono ancora i politici c’arrarrubbano, quelli sì. I “pisciara” a Piazza del Mercato del pesce invece, non ci sono più da un bel po’ di anni. I ragazzi vanno via da Trapani, Mauro. Non tutti, si intende. C’è qualcuno che ancora continua a rompere i coglioni a chi vorrebbe fare di quella città sul mare un posto isolato dal mondo. Che un’isola felice, Trapani, lo è stata per davvero. O forse lo è ancora oggi, sepolta da cumuli di munnizza e indifferenza. Chissà cosa ne avresti pensato tu, Mauro, della gente che non lavora sulla bellezza del mondo. “Mischini” avresti detto. Forse. Ma non credo. Forse avresti sorriso e, probabilmente, avresti accettato la cosa. D’altronde, anche quello si sarebbe trattato di un patto tra uomini liberi. Uomini liberi, Mauro. A volte dubito che essi esistano davvero. O se siano mai esistiti. O se un giorno, forse, potranno esistere. È cambiata Trapani, caro Mauro. Saman esiste ancora, anche se diversa da allora. Ma continua ad essere un punto di riferimento per tanta gente. Ci sono dei ragazzi, caro Mauro, che hanno dato vita ad un film intitolato “ciapani”. Ti immagini, Mauro, le facce dei colletti bianchi che, prima o poi, guarderanno quel film? Io non me le perderei per nulla al mondo.
Poche settimane fa a Palermo mi sono ritrovata in un aula talmente piccola che, a volte, mi mancava il fiato. Certamente dividere l’aria, in uno spazio così piccolo, con certa gente, sarebbe stato un valido motivo per andare e correre via, verso il mare. E sentire il rumore delle onde. Che lì sicuramente avrai ritrovato un po' di te. Non certamente in un aula di tribunale. Sterile. Piccola. Vuota. Ho letto le più di 3000 pagine delle motivazioni della sentenza di primo grado, caro Mauro. Ed anche li ho trovato tanto di te. Cose che non sapevo. Cose che mai avrei voluto sapere.
Caro Mauro, macondo. ..lcezza. Macondo …lore.
Vorrei però che tu sapessi una cosa, caro Mauro. Noi ci stiamo provando, ma provando davvero a cambiare quest’aria pesante. Irrespirabile. C’è gente che ci prova davvero. Sono stata a Napoli, mesi fa, a Scampia. C’è gente davvero matta li. Ti sarebbero piaciuti. Anche li ho ritrovato un po' di te. Un po’ di ciò che è stato e che poteva essere. Li, fortunatamente, è già. C’è gente che aiuta altra gente. Gente che balla al buio ed in silenzio. E c’è gente che non ha paura di urlare al vento. Di dire la sua. La voce contraria continua a vivere.
Avresti avuto la barba bianca? Non lo so. A 74 anni, forse si.
O forse saresti stato un giovane camaleonte, che cambia colore a seconda di dove si trova, ma resta sempre lo stesso sotto la pelle-corazza. O un anticamaleonte, che non cambia colore mai alla pelle-corazza, ma cambia interamente sotto, dentro. O forse ancora un NON- camaleonte. Quello
che a un certo punto si rompe e getta la corazza.
Cuanta pasiòn. Ciao Mauro.
E buon compleanno.
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