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no alla mafia manifdi Jamil El Sadi
La carta e la penna sono oggetti di uso comune, che non hanno importanza. Li adoperiamo e non ci facciamo caso. Però ottengono forza e potenza a seconda dell'utilizzo che se ne fa. C’è chi scrive lettere d'amore, altri cartoline. E poi c'è chi combatte un cancro, come la mafia. Anche se non si vede in tv o non si sente alla radio, oggi come ieri, ci sono uomini che hanno lottato e lottano contro la mafia. Uomini come Falcone e Borsellino. Quest’ultimo aveva un'agenda rossa dove scriveva tutti gli appunti sulle sue nuove scoperte riguardanti il grande gioco. In quella agenda, rossa come il sangue cui è costata, il giudice scriveva ogni cosa con una semplice penna. Su quelle pagine c'era impresso dell'inchiostro nero, nero come la paura e il terrore che incuteva la mafia. Ma lui riusciva ad andare oltre, consapevole che la mafia non è invincibile, la si può sconfiggere perché, come diceva l’amico Giovanni, “ha avuto un inizio e avrà una fine”.
Si dice che la più grande scoperta fatta dall'uomo sia stata il fuoco o il viaggio nello spazio. No, probabilmente la più grande invenzione è stata quella della carta e della penna. Con questi due semplici elementi si è fatto tutto, è stata scritta la Costituzione Italiana, sono state scritte leggi, poesie ed articoli di giornale.
Anche con questo strumento si può combattere la mafia, perché forse quest'ultima può far tacere le persone, ma non può fermare un pensiero impresso nella scrittura.
Spesso si dice “Verba volant” ma “Scripta manent”. Se la parola può essere condizionata perdendosi nel tempo la scrittura no. Nello scrivere una persona esprime tutto il suo essere, i suoi pensieri e le sue opinioni, trasferendole e tramandandole. Questo lo avevano capito i nostri due giudici, e tanti altri che come loro scrivevano con tutto, anche con il sangue. Ed è proprio così che hanno scritto una pagina di un libro che si vuole dimenticare, intitolato “Mafia”.

ANTIMAFIADuemila
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