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la mattina lina c barbagallo 2di Lina La Mattina*
Caro Paolo, anche io come tanti questa sera sono qui a festeggiati, parlarti della nostra terra, che come tu dici: un giorno (forse) sarà bellissima!
Ma intanto mi amareggia... infatti era più di un anno che non provavo una simile deludente sensazione! Sensazione d’inganno, d’angoscia, vergogna… sensazione di un dolore quasi fisico, al cuore al cervello e sin dentro l’anima, poiché mi ero illusa che il sogno, per quanto difficile si poteva avverare: il ritorno dei siciliani alla ragione, alla legalità, dopo tanto sangue, tanto dolore!
La bellissima illusione prendeva piede facendosi largo nel cuore, nella mente, dopo aver visto coraggiosi giudici, avvocati, giornalisti e tanta gente comune, fare a pezzi oscure trame...dopo aver visto il crollo di quel che pensavamo fosse la cupola, dopo aver visto decapitarne i capi, scoprirne le connivenze... dopo aver visto scendere in piazza la Palermo onesta per festeggiare finalmente, la cacciata da un luogo di potere di un politico del malaffare, condannato solo a 5 anni anche se da oltre 20 tutti sappiamo che è un complice, oltre che un mafioso!

Ma quando, dopo una lunga telefonata che mi lascia l’amaro in bocca, mi rendo conto, che anche persone che credevo speciali, incorruttibili, generose... persone con la quale pensavo di camminare insieme sulla strada della legalità, condividendo pensieri, ideali, gioie e dolori che sovente la vita, ci regala... ma che mai avrei immaginato allontanarsi dai nostri obiettivi, le speranze...e invece con rammarico scopro che, anche tanti di loro si sono lasciati ingannare, mi hanno tradito, boicottato... facendomi aprire gli occhi, mente e cuore, sul vero carattere inaffidabile e ipocrita di certa gente!

Sconcertata, arrabbiata, delusa con me stessa, per essermi ancora lasciata ingannare mi affaccio, in questo tiepido e dolce mattino di febbraio, mi guardo intorno, tutto è uguale fermo, come sempre, strade, palazzi... anche se par che tutto si muova, cambia, per non cambiare mai niente, fermo, come questa terra attaccata sul fondo da invisibili radici.

Ferma, anche se battuta dalle correnti e dal vento che soffia da ogni angolo... ferma immobile, come certi pensieri, tradizioni, abitudini dure a morire…dure come pietra lavica, come il carattere di certa gente che campasse cento, mille anni, come roccia non si sposta, non si smuove di un millimetro dalla sua mentalità clientelare, mafiosa… anche se non tutti lo sono, non tutti girano armati, portano “pizzini”, vivono di ricatti, complicità, intrighi!

Ma c’è, esiste nel dna dei siciliani, un qualcosa di profondo, misterioso, forse sconosciuto a noi stessi, che non ci permette di esseri liberi da vincoli, catene, di vivere in pace, a testa alta senza accettare compromessi, smania di potere, di baciare mani assassine.
Forse una maledizione, una punizione scagliata da un dio malvagio, invidioso della nostra terra, le sue meraviglie, i suoi figli costretti a subire metamorfosi, nel tempo, nella storia?

Forse una malattia da cui non vogliamo guarire anche se esiste la cura?
Una forma di autolesionismo, masochismo che ci rende felice della nostra infelicità qualcosa che tiene prigionieri i nostri sogni, ideali, desideri, quasi fossimo vittime di una forma di schiavitù perenne, radicata nel profondo, da cui non vogliamo essere liberati, costringendoci a rinnegare le nostre vere aspirazioni di onestà, legalità?

Da quella indignazione che porta, qualcuno a stendere lenzuola, cartelli, commemorare tante, troppe date, oltre a quella Nazionale di ricordo per tutte le vittime che con coraggio hanno tentato di opporsi a questa piaga, questo velenoso fungo che pare crescere spontaneo ma non lo è... poiché alimentato e nutrito da certa marmaglia e gente senza cuore che decide, comanda, chi deve vivere o morire, intanto che poveri noi, popolo onesto, speriamo ogni anno sia la nascita di una nuova primavera di legalità, per poi venire regolarmente delusi, dai fatti della vita, da uomini di potere, donne della politica che per danaro si vendono persino la dignità?!

Non saprei dire di chi possa essere la colpa, forse della diversità, dei caratteri ereditari miscelati nei nostri geni? Dalla rassegnata sottomissione ai padroni, dalle tante razze che ci hanno per secoli, tiranneggiati?
Ma io vedo il siciliano quasi come il gigante Atlante, punito da Zeus per aver partecipato alle lotte dei titani contro gli dei, costretto a reggere in eterno il peso del mondo sulle spalle, che per noi siciliani s’identifica col peso delle ingiustizie, il disprezzo di tanta gente, quasi fossimo delle bestie, brutte, sporche e cattive, ma la Sicilia mi chiedo, da chi è perché è stata punita, condannata?

Perché i siciliani non si ribellano, non si scrollano di dosso “sta scorcia di lagnusia”, questa specie di maligno torpore che li tiene addormentati, anche se in un letto di spine?
Perché non si strappano dalle carni, la mente, il cuore, questa sorta di rassegnazione, d’immobilismo, buttando giù dalle spalle quel peso, quel macigno cui solo Atlante è stato condannato a portare?

O forse noi siciliani con tutta la buona volontà non possiamo, non sappiamo, non vogliamo ribellarci al fato? Eppure in tanti ci hanno provato e pur rimanendone schiacciati, tanti altri continuano a provare a cambiare cuori, cervelli, mentalità… a capire perché tanti non vogliono sottrarsi a questa malia, questa specie di tortura, di schiavitù, di magnetismo mediatico, esercitato dai tanti ciarlatani del potere, che per assicurarsi poltrone e potere, approfittano dei deboli, dell’apatia, l’appiattimento dei valori: quali orgoglio, libertà, onestà fierezza, coraggio!

Comunque sia, nel marasma di gente che si perde tra opulenza, sprechi, corruzione, tanta altra ne vien fuori, gente comune, semplice, di cuore, soprattutto giovani, pronti a rimboccarsi le maniche, combattere, sudare, resistere camminare sulle gambe di vecchi e nuovi eroi!
Oggi infatti siamo qui a festeggiare il tuo compleanno Paolo... a ricordare, ancora una volta, i tuoi insegnamenti, per non perdere la speranza, e malgrado molti dimenticano, noi ci siamo, resistiamo, combattiamo, insieme ai tuoi pupilli, i tuoi resistenti coraggiosi eredi che imitandoti non si arrendono, non fuggono!

5 febbraio 2008 R.C. 13 gennaio 2016

3° POSTO, AL 1° CONCORSO LETTERARIO “LE VIE DELLA
LEGALITA’ ASSOCIACIONE INTERNAZIONALE “PANTERE VERDI”
BAGHERIA 18 OTTOBRE 2009. PRESIDENTE ROBERTO PERETTI

*motivi di salute hanno impedito a Lina La Mattina di poter leggere questa sua poesia la sera del 19 gennaio 2016 in occasione del 76° compleanno di Paolo Borsellino

Foto © Giorgio Barbagallo

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