L’INDAGINE EDILPIOVRA
L’operazione Edilpiovra consente alla DDA di Bologna di disvelare l’esistenza di un gruppo di ‘ndranghetisti operante nella provincia di Reggio Emilia. Il gruppo criminale si proponeva, sotto il controllo di Nicolino Grande Aracri, di infiltrarsi illecitamente nel tessuto economico e di raccogliere denaro tra gli imprenditori calabresi del settore edile. L’associazione, infatti, conseguiva vantaggi e profitti tramite estorsioni nei confronti di imprenditori e gestori di pubblici e privati esercizi, nonché mediante l’organizzazione di una serie di attività di fatturazione per operazioni inesistenti, nei confronti di imprenditori (prevalentemente edili). L’inchiesta fotografa perfettamente le attività illecite gestite dagli indagati e fa emergere la figura di Francesco Grande Aracri (fratello di Nicolino), residente a Brescello, il quale svolge un ruolo importantissimo sul territorio emiliano per conto del sodalizio mafioso. Il 27 giugno 2012 la Corte d’Appello di Bologna, in sede di rinvio, giudica Antonio Grande Aracri (condannato a quattro anni di reclusione), Marcello Muto e Vincenzo Niutta (condannati a sei mesi di reclusione) colpevoli del delitto di associazione a delinquere di stampo mafioso, confermando la sussistenza dell’organizzazione operante a Reggio Emilia. La Corte riconosce dunque l’esistenza di un’autonoma organizzazione di stampo mafioso operante nella provincia di Reggio Emilia diretta dai fratelli Antonio e Francesco Grande Aracri, e alla quale prendono parte Nicolino Sarcone, Vincenzo Niutta e Marcello Muto. Questa sentenza diventa irrevocabile l’8 aprile 2014.
AEMILIA: una terra che ha bisogno di anticorpi - L’INDAGINE EDILPIOVRA
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