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LOTTA PER IL POTERE
Come detto prima, questo cambio di guardia causa molto scompiglio all’interno dell’organizzazione criminale. In particolar modo, in seguito all’operazione SCACCO MATTO, Grande Aracri viene arrestato e per tali motivazioni vengono nominati nuovi referenti incaricati di trasmettere agli affiliati liberi le direttive di “mano di gomma” dal carcere. In questo scenario emergono nuove personalità, come ad esempio Nicolino Sarcone e Francesco Grande Aracri (fratello di Nicolino). La lotta per il potere si fa sempre più accentuata proprio quando Antonio Dragone esce dal carcere (4 novembre 2003). Il vecchio boss non solo vuole riprendersi ciò che Grande Aracri gli ha tolto, ma vuole anche vendicare la morte dei propri uomini di fiducia. Per fare questo si rivolge agli Arena (famiglia di Isola Capo Rizzuto) i quali da tempo sono in fortissimo contrasto con i Nicoscia (alleati con i Grande Aracri). Ecco qui, dunque, le due fazioni: da un lato i Dragone che vogliono tornare alla ribalta, appoggiati dagli Arena; dall’altro lato i Grandi Aracri, supportati dai Nicoscia. La lunga scia di sangue scaturita da questa contrapposizione termina, come detto, il 10 maggio 2004, con la morte di Antonio Dragone. Grande Aracri diventa definitivamente il capo indiscusso sia in Calabria che in Emilia Romagna.

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