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AMIANTO, OVUNQUE.
Il 26 settembre 2012, personale dell’AUSL/ARPA effettua dei campionamenti conoscitivi nel Campo di Accoglienza “Trento” e conferma la presenza di amianto.
Analoghi rilievi vengono effettuati anche nell’area denominata Piazza Italia (area destinata ad ospitare le strutture provvisorie per il sito commercianti). In questo periodo vengono intercettate numerose telefonate tra Augusto Bianchini ed il figlio ed in una di queste, datata 10 ottobre 2012, il figlio Alessandro consiglia al padre di andare a colloquio con il sindaco di San Felice per risolvere la questione del rinvenimento di amianto nel sito commercianti. La grande esposizione mediatica della vicenda provoca, nel frattempo, un crescente timore nella popolazione e soprattutto nei commercianti che dovranno occupare il sito contaminato. Il 25 ottobre il sindaco di Finale Emilia emette un’ordinanza con la quale dispone la rimozione del materiale contaminato del sito commercianti, secondo il piano di lavoro e le modalità indicate dalla Bianchini Costruzioni Srl. I lavori iniziano due giorni dopo e il materiale contaminato viene accantonato nel piazzale della Bianchini Costruzioni Srl. Piccolo grande dettaglio: la discarica della Bianchini non è autorizzata ai conferimenti di rifiuti pericolosi, categoria nella quale rientra il materiale asportato nel corso della bonifica.
La Bianchini Costruzioni Srl completa anche l’urbanizzazione di via Leonardo Da Vinci realizzando un capannone per conto della Phoenix Srl di Mirandola, che si occupa della lavorazione di materie plastiche. Durante i lavori però, l’ARPA del distretto di Carpi riceve un esposto firmato da Carlo Valmori di Finale Emilia, esponente del Movimento 5 stelle, nel quale si denuncia che la ditta costruttrice del capannone abbia utilizzato per la stabilizzazione del sito materiale contaminato da amianto. L’ARPA effettua dei campionamenti conoscitivi e conferma la presenza di amianto. Bianchini prova ad occultare tutto: chiama Ivano Gottardello chiedendogli di effettuare una gettata di magrone di un paio di centimetri all’interno e all’esterno del capannone Phoenix, il geometra spiega però che il magrone dovrebbe essere di almeno cinque o dieci centimetri (“dovresti farlo di almeno dieci centimetri affinché tenga, se non vuoi che crepi”) e Bianchini risponde (“io non voglio che tenga, il motivo è un altro”). E’ dunque chiaro che Bianchini abbia fretta di coprire con il calcestruzzo lo strato di stabilizzato dove è probabile abbia depositato materiale contaminato da amianto. Nel pomeriggio Bianchini ordina il magrone ed organizza in tutta fretta il lavoro, contattando Lauro Alleluia, uomo di fiducia di Michele Bolognino. Lauro e Bianchini si danno appuntamento la mattina seguente nel capannone Phoenix. Nell’occasione personale del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Carpi predispone un servizio di osservazione, controllo e pedinamento nel corso del quale viene documentata la presenza di operai intenti a stendere materiale cementizio. L’operazione ha successo: l’ARPA di Carpi, una volta avuto riscontro positivo circa la presenza di amianto tramite un campione conoscitivo, è impossibilitata ad effettuare un secondo campione fiscale in quanto l’area interessata risulta ricoperta da materiale fine pressato.
Il 16 ottobre 2012 personale dell’ARPA effettua dei campionamenti sui cumuli di materiale presenti nei piazzali della Bianchini Costruzioni Srl. In tutti i campioni prelevati risulta essere presente amianto. Proprio in questo periodo le intercettazioni telefoniche sono fondamentali, soprattutto quelle tra Augusto Bianchini e la moglie Bruna Braga la quale dice al marito che sa benissimo che dopo il terremoto, per accaparrarsi il maggior numero di commesse, hanno osato di più, pur essendo consapevoli che con il fibrocemento il rischio sarebbe stato elevato. La lettura delle trascrizioni è indicativa del grado di consapevolezza e volontà da parte di Bianchini. Il 5 dicembre 2012 il personale ARPA ispeziona un cumulo di terra presente nella discarica, rinvenendo numerosi frammenti di materiale che risultano contenere amianto. Alla luce di questi risultati, l’ARPA predispone una nuova ispezione, finalizzata al campionamento fiscale del cumulo di terra ed avvisa l’azienda, trattandosi di un accertamento irripetibile. Ricevuta la notifica, i Bianchini si attivano per ridurre al minimo i rischi di sanzione, inviando gli operai sul posto per sistemare i mezzi e pulire i cumuli di materiale che dovranno essere ispezionati. Il 13 dicembre l’ARPA effettua l’ispezione acquisendo frammenti risultati essere amianto.
L’11 ottobre 2012 Alessandro Bianchini, figlio dell’imprenditore Augusto, comunica al padre di aver rinvenuto materiale contaminato o pericoloso, nel cantiere dove stanno costruendo i nuovi capannoni della UNIFER. Il ragazzo si preoccupa per le conseguenze che questo ritrovamento potrebbe avere sulla loro attività, ma il padre lo rassicura dicendo che tale ritrovamento potrebbe essere un bene per loro in quanto potrebbero giustificare la presenza di amianto nella loro discarica, identificando proprio quella zona come luogo di provenienza del materiale nocivo. Il 6 novembre sempre il ragazzo chiede al padre se sia il caso di parlare di questo problema con il vicesindaco di Finale, Angelo D’Aiello.
Il 22 ottobre, durante una telefonata tra Augusto Bianchini e Francesco Passiatore, geometra della ditta, l’imprenditore si raccomanda affinchè il materiale utilizzato nella costruzione della tangenziale Sermide venga steso e rullato. Dal tenore della conversazione si evince chiaramente che durante i lavori di scavo e stabilizzazione del nuovo sito stradale sia stato interrato materiale non utilizzabile nel cantiere. Il 9 novembre personale dell’ARPA esegue dei controlli che risultano positivi circa la presenza di amianto.
Il presidente della regione Vasco Errani in seguito al sisma firma una serie di ordinanze che prevedono l’individuazione di 28 lotti sui quali realizzare edifici scolastici provvisori. La Bianchini Costruzioni Srl riceve in sub appalto lavori per quattro di questi lotti. Anche qui viene confermata la presenza di amianto.
Nel corso delle indagini Bianchini sostiene più volte di essere vittima di sfortunate circostanze, avanzando addirittura l’ipotesi di un sabotaggio ai suoi danni, verosimilmente messo in atto dalla ditta concorrente F.lli Baraldi S.p.A. Egli fa riferimento, ad esempio, ai lavori sulla tangenziale di Sermide. Qui, l’intervento dei Carabinieri rivela come i pezzi di eternit trovati siano puliti, mentre il terreno in cui vengono rivenuti è stato ruspato e rullato il giorno prima. Ciò dimostra chiaramente che il materiale sia stato depositato in un secondo momento. Bianchini sporge denuncia contro ignoti, ma la vicenda presenta troppe lacune che fanno pensare che tali frammenti siano stati collocati, in maniera strumentale, proprio da Bianchini che intanto continua a puntare il dito contro la ditta Baraldi S.p.A. Ma come può una ditta concorrente che vuole danneggiare il Bianchini, collocare frammenti di eternit con modalità tali da rendere subito evidente l’estraneità di Bianchini stesso? Nessun operatore del settore, nell’intento di danneggiare un concorrente, potrebbe collocare frammenti di amianto puliti su un terreno appena lavorato dalle ruspe. Secondo gli inquirenti, non vi è alcun dubbio sulla figura scaltra e affatto priva di scrupoli, quale è Augusto Bianchini. In diverse occasioni infatti, nell’imminenza di controlli da parte di tecnici dell’ARPA, l’imprenditore ordina ai propri operai di pulire i siti, nel chiaro tentativo di scongiurare, almeno dal punto di vista visivo, il rinvenimento di materiale contaminato. Altra domanda. Se Bianchini attribuisce la responsabilità della contaminazione dei siti ai fratelli Baraldi, perché allora continua per mesi ad avvalersi dell’operato delle della Baraldi S.p.A? E’ infatti documentato che personale e mezzi della F.lli Baraldi hanno effettuato il trasporto del materiale contaminato dal sito commerciati di Via Milano alla sede della Bianchini Costruzioni Personale, si sono occupati delle operazioni di bonifica all’interno dell’area Bianchini Costruzioni Srl, nelle scuole di Concordia della Secchia. Ed hanno trasportato il materiale contaminato rimosso dalle scuole di Reggiolo.
Per gli inquirenti “non vi è dubbio che Bianchini si sia avvalso di una struttura organizzata, coincidente con la Bianchini Costruzione Srl peraltro lecitamente operante nel campo edilizio, per svolgere l’attività illecita, disponendo di personale e mezzi in grado di consentirne la realizzazione. E’ evidente il filo di profitto che si identifica nella volontà di approfittare dell’occasione, tragicamente unica ed irripetibile dell’attività di ricostruzione post-sisma. Tale attività è illecita in quanto abusiva, svolta cioè al di fuori di qualsiasi contesto autorizzativo e normativo che valesse a legittimarla”.
Non dobbiamo inoltre dimenticare i rapporti tra Augusto Bianchini e l’amministrazione comunale di Finale Emilia, in particolar modo con Giulio Gerrini. Facciamo un piccolo passo indietro. La Bianchini Costruzioni Srl viene travolta dagli scandali sull’amianto e dal polverone sollevato in seguito all’esclusione dalla White List. Augusto Bianchini cambia strategia e il 22 luglio 2013 nasce la IOS Costruzioni, il cui proprietario risulta essere Alessandro, figlio dell’imprenditore. Alla nuova azienda viene dunque affidato il compito di raccogliere il credito della Bianchini Costruzioni presso l’Amministrazione Comunale di Finale Emilia e quindi presso Gerrini. I dipendenti della IOS sono, peraltro, gli stessi  precedentemente impiegati nella Bianchini Costruzioni Srl. La IOS acquisisce i lavori di smaltimento macerie del maschio del Castello di Finale Emilia ma è chiaro come questo appalto sia stato artificiosamente frazionato: l’importo complessivo della rimozione delle macerie ammonta infatti a 68.357,80 euro. Questo viene però suddiviso in maniera del tutto ingiustificata in due fasi, ciascuna con importo inferiore ai 40.000 euro e suscettibile di affidamento diretto senza obbligo di convocazione di altre ditte. Primo particolare: la ditta IOS non possiede nessuno degli elementi necessari per la partecipazione alle gare per appalti pubblici. Consapevole dunque della mancanza dei requisiti della IOS, Gerrini assegna in maniera diretta alla ditta i lavori, frazionando appunto l’appalto portandolo al di sotto della soglia di 40.000 euro. Secondo particolare: il senatore Carlo Amedeo Giovanardi, subito dopo l’arresto dei Bianchini parla di un arresto incomprensibile: “Sono arcifelice se la magistratura colpisce esponenti della criminalità organizzata di stampo mafioso o 'ndranghetista. Esprimo invece tutte le mie preoccupazioni per l'incomprensibile traduzione in carcere a Parma di Augusto Bianchini e gli arresti domiciliari per la moglie e il figlio. La famiglia Bianchini è stata massacrata dal punto di vista economico, e l'azienda, che aveva circa 100 dipendenti è finita in concordato e ora rischia il fallimento. Confermo la mia convinzione sulla buona fede dei Bianchini, ribadisco la mia indignazione, come componente della Commissione antimafia, su quanto scritto nella relazione annuale della Direzione antimafia riguardo alle province di Modena e Reggio”.

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