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L’IMPRENDITORE: AUGUSTO BIANCHINI
La figura di Augusto Bianchini è sicuramente centrale in tutta l’inchiesta Aemilia. Procediamo con ordine. Come è purtroppo noto, l’Emilia Romagna viene colpita da violentissime scosse di terremoto il 20 e il 29 maggio del 2012. Come spesso accade in situazioni drammatiche come queste, gli avvoltoi e gli sciacalli non si fanno attendere. I disastri causati dal terremoto fanno subito gola alle organizzazioni criminali che scelgono di infiltrarsi nei lavori di ricostruzione post-sisma. L’organizzazione mafiosa emiliana non è da meno, e si fa subito avanti. Ma non agisce sola: essa gode infatti dell’appoggio e della piena collaborazione di alcuni imprenditori. Un documento molto utile, che può aiutare a comprendere come l’organizzazione criminale si sia infiltrata nei lavori di ricostruzione, è sicuramente l’attività investigativa compendiata nell’Informativa 12.06.2013. Studiando e leggendo le carte si può comprendere perfettamente il ruolo svolto dalla Bianchini Costruzioni Srl di San Felice sul Panaro e da Michele Bolognino. L’imprenditore Augusto Bianchini risulta avere tutte le caratteristiche che occorrono per “una buona collaborazione” con l’organizzazione criminale: perfettamente inserito all’interno della realtà economica e sociale del luogo, Bianchini gode anche di un ottimo legame con il mondo delle cooperative e (soprattutto) con le amministrazioni locali. Bianchini dunque risulta essere un “fondamentale strumento per muoversi nell’ambito degli appalti pubblici”. Andiamo gradualmente. La prima opera pubblica in cui si registra la prima sinergia tra Augusto Bianchini e Michele Bolognino è quella relativa al cimitero di Finale Emilia. In alcune conversazioni intercettate, datate 18 luglio 2012 si comprende chiaramente che nella strategia di infiltrazione dei lavori di ricostruzione è coinvolta anche la casa madre calabrese, rappresentata da Nicolino Grande Aracri. In quella data Michele Bolognino comunica ad Augusto Bianchini di trovarsi in Calabria “per incontrare il geometra”. Il telefono di Bolognino è localizzato a Cutro. Nel frattempo, il rapporto tra Bianchini e Bolognino si estende a lavori da eseguirsi in altri comuni come Mirandola, Concordia sulla Secchia e Reggiolo e gli accertamenti svolti dai militari del R.O. evidenziano come la Bianchini Costruzioni sia  risultata una delle ditte più attive nell’ambito della ricostruzione, essendosi giudicata numerosi appalti. Parallelamente ai lavori acquisiti in sub appalto per la realizzazione degli edifici scolastici, l’impresa di Bianchini riesce infatti ad acquisire anche alcuni interventi nel comune di Finale Emilia, relativi all’ampliamento del locale cimitero e alla demolizione di due fabbricati dichiarati pericolanti. La presenza di Bolognino Michele, riconducibile al sodalizio criminale di matrice ‘ndranghetista operante in Emilia, viene abilmente occultata: le conversazioni evidenziano come gli operai forniti da Bolognino, vengano formalmente assunti dalla Bianchini Costruzioni, eludendo così qualsiasi riferibilità al primo. Un’altra figura che si rivelerà di primaria importanza nell’economia delle vicende criminose è quella di Lauro Alleluia, personaggio campano strettamente legato a Bolognino Michele ed impiegato in diversi cantieri dei comuni di Concordia della Secchia, Mirandola e Finale Emilia con compiti di gestione del personale operaio. Le commesse acquisite da Bianchini sono numerose e vanno di pari passo con il reperimento e l’impiego di operai calabresi. Dopo il terremoto la ditta Bianchini effettua inoltre 57 nuove assunzioni e tra questi spicca il nome di Gaetano Belfiore che i Carabinieri di Brescello indicano come genero di Nicolino Grande Aracri. L’assoluta subordinazione degli operai assunti da Bianchini nei confronti di Michele Bolognino emerge chiaramente anche da altre conversazioni che pongono l’accento sul totale controllo esercitato su ogni forma di retribuzione effettuata da Bianchini, ma gestita unicamente e direttamente da lui, attraverso anche atti di intimidazione. Lo stretto rapporto di affari tra Bolognino e Bianchini si interrompe nel momento in cui avviene l’eccessiva esposizione mediatica cui l’impresa viene sottoposta dopo il rinvenimento di amianto in alcuni siti della ricostruzione in cui aveva operato. Bianchini infatti si trova al centro di accertamenti da parte della Procura della Repubblica di Modena.

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