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CAMBIO DI GUARDIA
Cosa sta accadendo? Con l’arresto di Antonio Dragone prima, e del nipote Raffaele poi, il clan si indebolisce notevolmente. Questo comporterà l’ascesa di vari personaggi, che fino a questo momento hanno svolto ruoli secondari. Uno di questi è soprannominato “mano di gomma”: stiamo parlando di Nicolino Grande Aracri il quale prenderà definitivamente le redini dell’organizzazione attraverso due passaggi fondamentali: l’uccisione di Raffele Dragone (31 agosto 1999) e la morte di Antonio Dragone (10 maggio 2004). Avendo dunque campo libero, Grande Aracri provvederà prima a consolidare il proprio potere a Cutro, e solo successivamente (grazie anche alla collaborazione di sette fratelli che nel frattempo si sono trasferiti, con le rispettive famiglie, proprio a Reggio Emilia e provincia), assumerà un ruolo di spicco anche al nord. Questo passaggio di potere, però, non è affatto semplice. Molti uomini infatti continuano a mostrarsi “fedeli” alla vecchia guardia (quella dei Dragone), ma Grande Aracri si mostra molto abile nell’approfittare dell’assenza, dovuta alla reclusione, dei Dragone per assumere sempre più potere, soprattutto nel traffico degli stupefacenti in Emilia Romagna e Lombardia. Di tutto questo ne parla anche il collaboratore di giustizia Vittorio Foschini:
P.M.: Ad un certo punto lei sa, e per quali ragioni, se ci furono degli screzi tra Dragone e “mano di gomma”, e come cambiò il suo commercio in relazione a questo fatto?
FOSCHINI: Già prima dell’omicidio si parlava delle riunioni di ‘ndrangheta che man ‘e gomma non voleva dare più conto ad Antonio Dragone, diceva “Io sono un killer, io ci sto facendo il nome ai Dragone, io sto ammazzando la gente per i Dragone però loro si prendono i soldi ed io no. A questo punto mi sono stancato; la famiglia me la alzo io, non do più conto ai Dragone” e quella volta lì si è passata la novità diciamo. Noi lo conoscevamo come capo non più Antonio Dragone, la famiglia Dragone, ma Nicolino “mano ‘e gomma”.

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