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LE RISATE SUL TERREMOTO
Come già detto, Gaetano Blasco e Antonio Valerio sono due protagonisti principali dell’inchiesta Aemilia. Sono proprio loro che, poco dopo le scosse del famoso terremoto che il 29 maggio 2012 colpisce l’Emilia Romagna, se la ridono al telefono, contenti che quel disastro possa portare loro vantaggi di tipo economico. Ridono, immaginando appalti e lavori per le loro imprese. Ridono, mentre la gente perde definitivamente la propria casa, il proprio lavoro e, in alcuni tragici casi, anche alcuni familiari.  
Blasco: «L’hai sentita l’altra scossa?!».
Valerio: «Non l’ho sentita allora? Sono andato via di casa. È caduto un capannone a Mirandola».
Blasco: «Ah».
Valerio: «Vediamo di tenerci buono a Claudio... vedi...».
Blasco: «Dai che andiamo a lavorare, ah si comincia a fare il giro. È a tutt’andare il lavoro là... a Carpi, pure fino a Cavezzo».
Valerio: «Ah no! A Cavezzo un caseificio è da buttare giù».
Blasco: «Eh, secondo me le strutture tutte in legno ora eh? Tutte di legno».
Valerio: «Comunque ce ne sono dei disastri là... dei capannoni scassati in terra, che ora... dice che ora stanno facendo una proposta di fare tutto di legno Gaetà».
Blasco: «Magari, magari».
Valerio: «Dobbiamo preparare tutte le società, dobbiamo preparare... quattro società sicure».
Blasco: «Secondo me dobbiamo iniziare a lavorare... già un paio di cutresi sono andati prima di noi eh! Che noi parliamo e quelli fanno».
A questi soggetti non interessa la tragedia che oltre 100mila persone stanno vivendo nella Bassa. Troppo impegnati a venerare il dio denaro. Dimostrando una capacità organizzativa elaborata nel tempo, i due individui sanno già come muoversi per inserirsi al meglio nei lavoro della ricostruzione post-sisma (“aprire quattro società sicure”). Si mostrano sicuri di sé, dimostrando di disporre già di contatti sicuri, (come quel Claudio citato). Proprio in riferimento a questa telefonata intercettata, il Gip Alberto Ziroldi afferma: “la 'Ndrangheta arriva prima dei soccorsi, o comunque in contemporanea”.

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