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AEMILIA 2: 16 LUGLIO 2015
Questo secondo giro di arresti va a colpire invece la ‘ndrangheta imprenditrice. Nove le persone coinvolte, insospettabili colletti bianchi funzionali all’intera organizzazione mafiosa. Ad eseguire i fermi, all’alba del 16 luglio, sono stati 300 agenti (Raggruppamento Operativo Speciale, i carabinieri di Modena, insieme ai colleghi di Parma e di Reggio Emilia) supportati anche da elicotteri ed unità cinofile. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa ancora una volta dal GIP Alberto Ziroldi, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna. Il capitale sequestrato ammonta a 330 milioni (tra società, beni e attività commerciali). I soggetti arrestati sono considerati come appartenenti o “fiancheggiatori” della ‘ndrangheta emiliana. Stiamo parlando del “secondo livello” dell’operazione Aemilia che va a colpire quell'organizzazione che tra la Calabria e l'Emilia Romagna era finalizzata, per la Procura, a commettere diversi delitti, estorsioni, usure, e ad acquisire direttamente o indirettamente la gestione e il controllo di attività economiche. Un'organizzazione molto attiva anche nei lavori per il sisma del 2012 ed in alcune elezioni politiche. Questi provvedimenti sono la conseguenza di un’articolata attività investigativa, coordinata dal Procuratore Capo Roberto Alfonso e dai Sostituti Marco Mescolini e Beatrice Ronchi. In questo caso il GIP dispone la custodia cautelare in carcere per Nicolino Grande Aracri, Alfonso Diletto, Michele Bolognino e Giovanni Vecchi. Arresti domiciliari per Domenico Bolognino, Jessica Diletto, Francesco Spagnolo, Patrizia Patricelli e Ibrahim Ahmed Abdelgawad. Tutti indagati per trasferimento fraudolento di valori, con l'aggravante di aver agito per agevolare l'attività dell'associazione mafiosa. Alfonso Diletto, Giovanni Vecchi e Patrizia Patricelli rispondono anche di impiego di denaro, beni o utilità di illecita provenienza, con la stessa aggravante.

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