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LEGGENDO L’ORDINANZA
“E’ il risultato finale di una lunga e complessa indagine della DDA di Bologna, in collaborazione con quella di Catanzaro, che inquadra l’attività criminosa della ‘ndrangheta in Emilia Romagna”. Scrive così il GIP di Bologna, Alberto Ziroldi, nell’ordinanza di applicazione di misure cautelari coercitive. “L’attività investigativa (e la presente domanda cautelare) delinea un quadro che descrive l’evoluzione del fenomeno criminale ed il passaggio dalla realtà crotonese a quella emiliana. Ma soprattutto la metamorfosi, per adattamento, della ‘ndrangheta nella ricca realtà emiliana. Le fonti di prova sono costituite dalla viva voce dei protagonisti captata dall’attività di intercettazione e dalle acquisizioni documentali. Le voci dei collaboratori di giustizia hanno fornito, invece, indicazioni di estremo rilievo per la precomprensione dell’evoluzione del fenomeno, descrivendo il passaggio dalla realtà cutrese a quella emiliana, l’affermarsi progressivo del boss Nicolino Grande Aracri, incontrastato capo della omonima cosca e punto di riferimento della cellula ‘ndranghetista emiliana”.

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