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I DRAGONE ARRIVANO IN EMILIA ROMAGNA
Il 14 maggio 1982 il Tribunale di Catanzaro sottopone Antonio Dragone (capo della locale di Cutro) alla misura di soggiorno con obbligo di dimora nel comune di Quattro Castella, in provincia di Reggio Emilia. Tale misura avrà una durata di due anni. Dragone giunge nella nuova località dopo pochissime settimane, esattamente il 9 giugno. Leggendo una Nota della Questura di Reggio Emilia, datata 12 febbraio 1983, è possibile constatare come il Dragone fa affluire nel reggiano e dintorni non solo i familiari più stretti, ma anche e soprattutto i cosiddetti “fedelissimi” ed insieme si dedicano ad attività criminali come traffico di stupefacenti, estorsioni, controllo degli appalti edili. Un dato di fondamentale importanza per comprendere il modus operandi di tali criminali, è dato dal fatto che in questa prima fase le vittime sono tutte originarie del crotonese. La motivazione è molto semplice: sono le uniche che possono realmente rendersi conto della volontà intimidatoria di questo gruppo mafioso e si rivelano dunque maggiormente consapevoli dei rischi che correrebbero se, anziché pagare, denunciassero i propri estorsori. Antonio Dragone viene però arrestato, e il potere passa nelle mani di Raffaele, il nipote, che in pochissimo tempo inizia a tessere rapporti e legami anche con personalità “insospettabili”. Uno di questi è Renato Cavazzuti, già direttore delle filiali della Cassa di Risparmio di Modena, Montale Rangone e Prignano sulla Secchia. Insieme gestiranno un vastissimo traffico di eroina, terminando i loro affari però nel 1993, anno in cui entrambi vengono arrestati. Nei primi anni '90 inoltre, assistiamo ad una serie di omicidi come quello di Nicola Vasapollo e di Giuseppe Ruggiero. Il primo muore a Reggio Emilia il 21 settembre 1992, il secondo invece viene ucciso a Brescello appena un mese dopo, il 22 ottobre.

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