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a cura di Agende Rosse "Paolo Borsellino e Giovanni Falcone" - Varese
Contro tutte le mafie
Non bisogna ricordare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino solo il 23 Maggio o il 19 Luglio perché se è vero che camminano sulle nostre gambe andrebbero ricordati tutti i giorni, almeno questo glielo dobbiamo. Oggi lo faremo all’Istituto che porta il nome di Giovanni Falcone dove i ragazzi della scuola lo incontrano tutti i giorni e a maggior ragione oggi hanno l’opportunità di farlo con persone che seguono le loro idee e la loro determinazione. Il 23 maggio, giornata dedicata alla Legalità, ci siamo trovatiper parlare di mafia all’Istituto Superiore Giovanni Falcone di Gallarate assieme al PM Anna Maria Fiorillo, al Maresciallo dei Carabinieri Saverio Masi,attualmente caposcorta del PM Nino Di Matteo e testimone chiave nel processo sulla trattativa Stato-Mafia, oggetto di soprusi e delegittimazioni per convincerlo al silenzio, all’attore e scrittore Giulio Cavalli ed al Giudice Luisa Bovitutti; presenti anche la Dirigente Scolastica, il sindaco e l’assessore alla cultura-istruzione di Gallarate; moderatrice la Prof.sa Di Mineo.
I ragazzi dell’istituto Falcone hanno seguito, grazie al lavoro della dirigente e dei professori, un percorso sulla legalità e frutto di questa iniziativa è stato un video-denuncia dal titolo “GustiAMO la Libertà” che ci fa capire che il modo migliore per combattere la mafia comincia dall’educazione, dall’interessamento, dal parlarne il più possibile per capire i vari meccanismi attraverso i quali si muove e prende il potere. L’indifferenza, l’ignoranza e la povertà creano un tessuto sociale malsano dove è più facile per la mafia trovare collaboratori e complici. Anche le numerose citazioni, raccontate dai ragazzi dell’Istituto, di personaggi uccisi dalla mafia come Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa, Mattarella ma anche Don Puglisi, Peppino Impastato, Libero Grassi e Guido Galli ci ricordano che non bisogna avere paura della mafia, si deve avere coraggio di andare avanti per capire, denunciare e cambiare le cose, e tutti loro ce l’hanno dimostrato.

Per la Dr.ssa Anna Maria Fiorillo il 23 maggio rappresenta una data importante per la sua vita perché è il giorno in cui ha prestato giuramento per diventare Magistrato e segna l’inizio delle sue funzioni come Sostituto Procuratore presso il Tribunale dei Minori di Milano; lei, insegnante per 17 anni, ha scelto di studiare giurisprudenza dopo l’incontro con Antonino Caponetto che con le sue parole ha dato una scossa alla sua vita e l’ha convinta a seguire la scia del padre, anche lui magistrato. Il suo è un compito difficile perché ogni giorno ha a che fare con bambini maltrattati e abbandonati, gli stessi bambini che diventeranno in seguito adolescenti difficili, che manifestano quella malattia dell’anima attraverso reati di ogni genere. Ma secondo lei questi ragazzi, per sopravvivere, hanno sviluppato un potere: la resilienza. In ingegneria, la resilienza è la capacità di un materiale di rafforzarsi in seguito a sollecitazioni e deformazioni; anche questi ragazzi sviluppano la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà. E come la grafite sollecitata diventa un diamante anche questi ragazzi sviluppano dei superpoteri che li aiutano ad uscire da situazioni difficili e riescono spesso a diventare dei buoni genitori. Per la Dr.ssa Fiorillo basta poco per pensare ed agire come un mafioso e ognuno di noi potenzialmente potrebbe esserlo: basta essere convinti che tanto non riusciremo a cambiare le cose, che è meglio farsi i fatti propri, non sentire, non vedere e non parlare… questo è tutto terreno fertile per la mafia!  Tutti noi invece abbiamo il potere di cambiare la società, basta crederlo nel proprio cuoree portare avanti i veri valori della vita.
contro-tutte-mafia-c-finessi-falconeAnche secondo il Maresciallo Saverio Masi, ospite dell’incontro in qualità di libero cittadino, ognuno di noi può essere artefice del cambiamento di certi comportamenti mafiosi perché, come diceva il Giudice Paolo Borsellino, <<la “Rivoluzione" si fa nelle piazze con il popolo, ma il cambiamento si fa dentro la cabina elettorale con la matita in mano; quella matita, più forte di qualsiasi arma, più pericolosa di una lupara, e più affilata di un coltello>>. Purtroppo la cattiva informazione o addirittura l’assenza di informazione fa solo il gioco del potere, anche mafioso, che tiene il popolo nell’ignoranza.Basti pensare che il programma della P2 prevedeva proprio una disinformazione di Stato; così negli anni ’70 assistemmo all’occultamento e allo stravolgimento della verità, alla nascita di giornalisti acquisiti simpatizzanti per i politici che imposero il silenzio istituzionale a giornali e televisioni, ordinato dal regime massonico. E’ scandaloso sentire come ancora oggi qualche giornalista dice che la posizione di Falcone fu più vicina a quella di un noto professore universitario che negava l’esistenza della trattativa Stato-Mafia piuttosto che a quella della Procura di Palermo che la combatteva e l’osteggiava. Oppure vediamo come la politica faccia finta di combattere la mafia, ma in realtà emana leggi e decreti che attenuano pene e favoriscono fenomeni di corruzione.Ancora oggi purtroppo c’è troppo silenzio sull’anti-stato proprio per indurre la gente alla passività e all’indifferenza.Anche Falcone, negli ultimi anni della sua vita, è stato oggetto di silenzi, di false accuse, di delegittimazioni da parte di tanti che il 23 maggio vanno a piangere la sua morte.Invece  dobbiamo lottare per la ricerca della verità, per capire come davvero stanno le cose e questo compito spetta anche agli insegnanti che formano i ragazzi e possono infondere in loro uno spirito critico, perché è vero che la mafia uccide, ma il silenzio pure.
Anche Giulio Cavalli, ex consigliere regionale della Regione Lombardia, attore e scrittore, che vive sotto scorta in quanto oggetto di minacce da parte della mafia, è d’accordo con questa affermazione; riuscire ad andare a parlare con i ragazzi nelle scuole è fondamentale tanto che anche Giovanni Falcone avrebbe voluto andarci, ma insinuarsi nel muro di omertà delle istituzioni era molto più difficile che adesso. Tanto più che da vivo Giovanni Falcone era considerato un visionario, un allarmista e  quindi non poteva andare nemmeno più di tanto in televisione perché bisognava isolarlo e delegittimarlo. Il potere mafioso è forte, molto forte e in una situazione di crisi come quella attuale il miraggio di guadagnare soldi o di avere successo è una forte tentazione. Chi non conosce qualcuno che è sicuramente meno bravo e meno intelligente di noi ma che si è fatto una posizione solo attraverso conoscenze e raccomandazioni? Ecco, anche questo è mafia! E non vi accorgete che ci sono bar appartenuti a intere generazioni che improvvisamente cambiano gestione, vengono ristrutturati con ingenti investimenti e che possono permettersi di stare chiusi il sabato sera? O che siamo invasi da ipermercati talmente vicini che non potrebbero sopravvivere con la clientela che servono? Oppure panettieri e altri commercianti che vendono beni primari che girano con il SUV per le strade di paese? Ebbene anche qui c’è dietro la mafia che ha bisogno di investire in attività lecite per pulire soldi sporchi provenienti da traffici illegali e ricettazione. Basta stare zitti ed accettare tutto: perché è più dannoso il silenzio dei buoni che il parlare dei cattivi.

FOTOGALLERY © Giancarlo Finessi


Il giudice Luisa Bovitutti lavora nel tribunale di Busto Arsizio, 20 anni nel penale, è diventata magistrato proprio negli anni delle stragi di Falcone e Borsellino tanto che dei 13 magistrati che hanno prestato giuramento assieme a lei 11 sono stati mandati in Sicilia. E’ comprensibile lo sgomento che ha provato nel rendersi conto che venivano mandati dei giudici-ragazzini proprio in una terra tanto difficile e pericolosa come la Sicilia e quindi tutto sembrava perduto e lo Stato sconfitto. Ma solo in seguito ci si rese conto che la mafie non sono solo in Sicilia anzi, qui al Nord sono ben radicate perché dove ci sono i soldi loro sono presente. Qualche vittoria è arrivata, come nel processo denominato “Bad Boys” conclusosi nel tribunale di Busto a luglio 2011 con 12 condanne. Ma non basta: serve la buona volontà dei singoli, che abbiano il coraggio di rifiutare le strade più facili da percorrere per ottenere guadagni facili.
Sappiamo che è difficile, è molto umiliante e sconfortante assistere a soprusi ma se si ha fiducia nei propri mezzi e nelle istituzioni sane dello Stato ce la possiamo fare. Largo ai giovani quindi, che abbiano la forza di informarsi e di seguire tanti uomini e donne rette che non lasciano spazio a compromessi pur di non rinunciare alla propria dignità.

Agende Rosse "Paolo Borsellino e Giovanni Falcone" - Varese

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