di Movimento Agende Rosse “Barbara Rizzo” Bologna - 16 aprile 2015
Molti commentatori hanno fatto un parallelismo tra la bocciatura di Giovanni Falcone a capo dell'Ufficio Istruzione di Palermo da parte del C(S)M il 18 gennaio 1988 e quella di Nino Di Matteo alla DNA dell'aprile di quest'anno.
Riteniamo utile ricordare i passaggi di quella sera del 1988.
Raccontava Antonino Caponnetto nel suo libro-intervista "I miei giorni a Palermo" a cura di Saverio Lodato, ricordando che Giovanni Falcone era ottimista circa la sua nomina e compilava un foglietto segnando i possibili voti a favore ".....E infatti oggi mi resta questo documento, che Giovanni compilò la sera del 18 gennaio 1988, via via che da Roma gli arrivavano notizie sull'andamento della votazione. Aveva segnato in inchiostro i voti che riteneva prevedibili, in un senso o nell'altro, e poi aveva aggiunto a matita i voti su cui riteneva di poter contare. In quest'appunto c'è la traccia di tutto il travaglio sofferto quella notte: voti cancellati, nomi riproposti, nomi spostati da una parte all'altra. Penso quanto aveva patito nello spostare certi cognomi. In fondo gli spostamenti decisivi sono stati solo due. Conservo ancora l'originale: me lo diede lui, la mattina dopo la votazione, il 19 gennaio. Con grande amarezza senza una parola. "Tieni" mi disse "te lo regalo". Da allora lo porto sempre con me nel taschino della giacca. Non voglio dimenticare quei nomi".
Nel racconto di Caponnetto che aggiunge alcuni particolari: "So di diverse persone che hanno sofferto con tormento la decisione assunta dal CSM la sera del 18 gennaio. Ricordo il mio incontro con il collega Giovanni Borrè, di Magistratura Democratica, presso il quale avevo ritenuto opportuno caldeggiare la candidatura di Falcone. Pur esprimendo ammirazione per Giovanni, Borrè se ne uscì con queste testuali parole: "Ma se noi nominiamo Falcone a Palermo, fra dieci anni ce lo ritroveremo Presidente della Cassazione." Questa risposta mi lasciò senza fiato. So che successivamente Borrè che è una persona molto leale, molto seria, si è pentito del suo voto a favore di Meli".
In quel CSM c'era pure Giancarlo Caselli, che in un'intervista al "Venerdì" di Repubblica sulla sua scelta di andare a Palermo per guidare la Procura della Repubblica, ebbe a dichiarare: “Le radici della mia scelta risalgono al 19 gennaio dell’88, quando il CSM bocciò la nomina di Giovanni Falcone a capo dell’ufficio istruzione, preferendogli il suo oppositore, Meli. Provo ancora vergogna per la bocciatura di Falcone. Mi sentivo in debito con Falcone e con Borsellino, che l’aveva sempre sostenuto”.
Anche noi come Caponnetto non vogliamo dimenticare quei nomi.
Per non dimenticare riproponiamo la composizione del CSM 1986-1990 e chi votò a favore di Meli e, di conseguenza contro Giovanni Falcone.
Dott. CARITI GIUSEPPE Dott. RACHELI STEFANO
Dott. PACIOTTI ELENA Prof. TOSI SILVANO
Dott. MADDALENA MARCELLO Avv. LAPENTA NICOLA
Dott. BRUTTI MASSIMO Dott. PAPA RENATO
Dott. MOROZZO DELLA ROCCA FRANCO Avv. PENNACCHINI ERMINIO
Dott. CALOGERO PIETRO Dott. TAMBURRINO GIUSEPPE
Avv. GOMEZ D'AYALA MARIO Dott. PRATIS CARLO MARIA
Dott. SGROI VITTORIO Dott. LOMBARDI BARTOLOMEO
Avv. SMURAGLIA CARLO Dott. LETIZIA SERGIO
Dott. BORRE' GIUSEPPE Dott. AGNOLI FRANCESCO MARIO
Avv. FERRI MAURO Avv. PALUMBO VINCENZO
Avv. FELISETTI DINO LUIGI Dott. DI PERSIA FELICE
Prof. ZICCONE GUIDO Dott. BUONAJUTO ANTONIO
Dott. MARCONI UMBERTO Dott. GERACI VINCENZO
Dott. ABBATE ANTONIO Dott. BRANCACCIO ANTONIO
Prof. MIRABELLI CESARE Dott. SURACI SEBASTIANO
Votarono a favore di Meli i consiglieri: Agnoli, Borrè, Buonajuto, Cariti, Di Persia, Geraci, Lapenta, Letizia, Maddalena, Marconi, Morozzo Della Rocca, Paciotti, Suraci e Tatozzi.
Votano contro i consiglieri: Abbate, Brutti, Calogero, Caselli, Contri, D’Ambrosio, Gomez d'Ayala, Racheli, Smuraglia e Ziccone.
Si astengono i consiglieri: Lombardi, Mirabelli, Papa, Permacchini e Sgroi. (fonte Notizie Radicali).
Per chi volesse leggere gli interventi effettuati in quella seduta del C(s)M: http://webcache.googleusercontent.com/search…
Ultima annotazione.
Ci capita sovente di leggere alcuni commenti, sui vari blog, per lo più anonimi, che esprimono disappunto per il paragone tra le due storie. Qualcosa ci fa pensare che molti di questi erano gli stessi che gettavano fango su Falcone prima che venisse assassinato.
In questo Paese gli unici eroi unanimemente riconosciuti sono quelli morti.
Foto © Shobha