di Stefano Falciani - 4 marzo 2015
Firenze. La lotta alla mafia, una ragione di vita per lui, tanto da metterla a rischio, la propria vita...
Si batte per gli stessi ideali di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e come loro è abbandonato da una parte dello stato che gli presenta il conto per non aver lasciato perdere, per la verità che va insabbiata perché tocca interessi imprenditoriali, politici, della massoneria, dei servizi segreti e pure del vaticano...
Come Giovanni Falcone, viene messo in disparte dal CSM, la sua vita è in serio pericolo ma il tanto promesso “bomb jammer” non è mai stato assegnato alla sua scorta...
Ma io non ci sto!
La mia coscienza si ribella dinanzi a tutto questo, io vivo in Toscana ma sento sulla mia pelle questa malattia che uccide la dignità degli uomini onesti...
Non posso far nulla se non scrivere poche righe d’affetto come le parole che sto scrivendo per un grande uomo, che mi ha conquistato il cuore con la storia della sua vita e che un giorno spero di poter incontrare di persona... lui è il giudice Nino Di Matteo
Con immensa stima...
Foto Falcone e Borsellino © Shobha