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paura-frontieredi Enza Galluccio - 15 gennaio 2015
La paura è da sempre uno strumento di controllo. Attraverso di essa, nella storia, sono state fatte passare le peggiori nefandezze.
La paura può essere imposta ai cittadini da un sistema autoritario attraverso la punizione indiscriminata come la prigionia, la tortura, la negazione dei principali diritti.
Togliere la libertà è sempre il primo passo. Si parte innanzitutto dalla libera espressione del pensiero, che può divergere in mille forme e sfumature.
Poi c’è un altro tipo di paura che può giungere dalla percezione di pericoli - più o meno concreta, più o meno comprensibile - considerati esterni alla propria comunità di appartenenza. Spesso la causa scatenante è la contrapposizione ideale, religiosa, culturale.

Si pensa sempre che il male giunga dal punto più lontano da noi, sbagliando la maggior parte delle volte.
È rassicurante collocare il pericolo oltre la porta, guardarlo dallo spioncino e riconoscerlo come tale, ma pur sempre fuori, separato dalla propria vita, dagli spazi protetti.
Pur di conservare integra questa percezione si è disposti a tutto. Anche a fidarsi dei rappresentanti di quel potere che hanno più volte tradito la fiducia, ingannando e imponendo un rigore unilaterale, per poi mortificare tutti con il più becero spreco. Essi si sono impunemente arricchiti con le sudate risorse pubbliche, infangato i nomi di coloro che per la giustizia hanno messo in gioco la propria vita perdendola, commissionato o permesso la morte di grandi uomini.
Così, sempre per combattere la paura, si accetta anche di stringersi attorno al fuoco della speranza, tutti insieme in nome delle libertà universali, lasciando il posto d’onore a quegli stessi personaggi che fino a ieri - ma anche domani - le hanno negate per primi.
Oggi, senza ritegno difendono il diritto di satira con l’ipocrisia e l’incoerenza della bugia opportuna nel momento opportuno. Marciano in prima fila a braccetto, gli uni accanto agli altri, in testa ad un corteo di anime confuse e sgomente. Godono di una gloria immeritata e, miracolosamente, tutto si dimentica… le imminenti elezioni dipartimentali francesi con i suoi sondaggi, la mafia di Roma capitale, il voto greco e le speranze di Tsipras, un’Europa traballante da tutti i punti di vista.
Tutto accade quando deve accadere e l’attimo improvvisamente si trasforma nel più paradossale “momento giusto”.
Così, succede che il giorno dopo in ogni paese si coglie la nuova opportunità, e nell’aria riecheggiano strani bisbigli… leggi speciali, blocco della libera circolazione tra stati, revisione di trattati…  
Ed ecco la meraviglia della libertà che si schianta contro un muro invisibile, mentre tutto torna dannatamente consuetudine.

Foto © Robert and Shana ParkeHarrison

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