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galluccio-enzadi Enza Galluccio - 5 dicembre 2014
Per la prima volta in questo dannato Paese, il concetto di mafia e mafiosità smette di essere attribuito soltanto al nostro sud e, forse, si comincia a comprendere la vera complessità del fenomeno.
Ebbene sì, non sono bastati i vari Expo, Mose e quant’altro per convincere l’informazione - sia essa pubblica sia essa privata - a mettere al posto giusto le giuste definizioni.
Oggi affermare che in Italia domini un sistema semplicemente corrotto, vuol dire considerare soltanto una piccola parte di un immenso problema.
È dunque mafia quella che realmente regola i fili della gestione pubblica, ma non tirino un sospiro di sollievo i benpensanti carichi e certi dei loro luoghi comuni, non si sta parlando del fenomeno criminale e militare che opportunisticamente viene associato soltanto alla Sicilia, con unica capitale Palermo.

Senza nulla togliere alla drammatica storia di Cosa Nostra, oggi la cronaca racconta di un altro paese criminale, dove la parte militare è l’estrema destra eversiva con i suoi affiliati facenti capo a Massimo Carminati, esponente dei NAR - gruppo d’ispirazione neofascista degli anni ‘70 - e della Banda della Magliana.
Essi sono il braccio e i compagni di merende di uomini politici di ogni taglia e appartenenza. Insieme sono “mafia”, nessuno escluso.
Vediamo, dunque, che tra i principali nomi dei coinvolti ci sono proprio quasi tutti, dal Re delle cooperative rosse ad ex democristiani, da Alemanno e i suoi amici camerati ad esponenti del Pd; da consiglieri del Pdl ad ex di Forza Nuova…
Dunque su cosa “lavoravano” arricchendosi questi individui? Non par vero, eppure si parla di “aiuti” ai Rom e agli immigrati… Proprio loro! Quelli cacciati dalla rivolta a Tor Sapienza che poi sono finiti in un centro legato a società ora sotto inchiesta…
Vale a dire che contando su piani di emergenza - per questo meno controllabili e controllati - vengono affidati a certe cooperative, senza alcun bando, dei servizi come la sicurezza e la pulizia di centri accoglienza e campi Rom. Qui i minori sono i più ambiti perché “rendono di più”.
Ovviamente, le opere pagate non vengono mai eseguite e i soldi stanziati finiscono tra questi faccendieri di ogni matrice politica e criminale. Perché tutto questo avvenga sono necessari altri politici compiacenti, appositamente fatti eleggere anche dal braccio che oggi viene definito mafioso, la cui radice è soprattutto del centro-nord…
Ad esempio, il Carminati - amico di Valerio Fioravanti - è nato a Milano. Si è poi trasferito a Roma da ragazzo dove ha sviluppato la sua carriera di picchiatore fascista. Fioravanti lo definisce: “uno che non voleva porsi limiti nella sua vita spericolata, pronto a sequestrare, uccidere, rapinare, partecipare a giri di droga, scommesse, usura”.
Così quelli della mafia romana sono “accordi al cinquanta” e rendono più del traffico di droga, mentre le vere vittime giacciono allo sporco, senza energia elettrica e senza nulla di quello che viene pagato con soldi pubblici…
Tutto avviene in quel “mondo di mezzo in cui tutti si incontrano” proprio come i massoni piduisti, gli appartenenti a servizi segreti paralleli, i mafiosi siciliani, gli ‘ndranghetisti calabresi …
Perché, in quel mondo oscuro, il potere è forte e tutto è possibile.

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