Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

NEWS 223859Intervista all'avvocato Francesco Paola
da megachip. globalist.it - 17 novembre 2014
Una proposta: costituire un comitato delle vittime dei dossieraggi illeciti dei servizi. Obiettivo: il Governo permetta l'accesso alla verità. E paghi i danni.
La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza del Giudice dell'udienza preliminare di Perugia, che dichiarò non potersi procedere contro Niccolò Pollari capo del SISMI e Pio Pompa consulente dei servizi. Il primo aveva ordinato, il secondo eseguito - in modo illegale - attività di dossieraggio ai danni di magistrati e giornalisti . Di quelle attività illegali c'è prova. L'argomentazione fu che non poteva esserci giudizio poiché era stato opposto il segreto di Stato.
L'annullamento di quella sentenza del Gup riapre la faccenda. Ne parliamo con Francesco Paola, avvocato di alcune delle parti civili, magistrati e giornalisti. È da rilevare che, tra coloro che furono sorvegliati illegalmente c'era anche Giulietto Chiesa.

Avvocato Paola, grazie per aver contribuito a scoperchiare la pentola. Che strada si può seguire, ora?
La decisione della Cassazione conferma che l'intuizione fu giusta. Questa vicenda è emblematica dello stato attuale della democrazia e dello stato di diritto in Italia. Troppo spesso esiste un doppio livello, occorrono trasparenza e linguaggi nuovi. Ma i fatti sono questi: il giudice di Perugia aveva chiesto alla Corte Costituzionale se fossero state legittime le direttive del Presidente del Consiglio (all'epoca era Silvio Berlusconi) che apponevano il segreto di Stato. La Corte Costituzionale rispose al quesito che il capo del governo poteva astrattamente imporre il segreto di Stato, ma non lo poteva imporre qualora avesse impedito di scoprire attività extra istituzionali dei servizi segreti. Il giudice di primo grado, tuttavia, decise di prosciogliere perché accettò la tesi generale e astratta del diritto dei governo di imporre il segreto. Dunque prese atto dall'impossibilità di procedere. In realtà ignorò la seconda parte della risposta della Corte Costituzionale, cioè non valutò gli elementi di prova che erano già stati raccolti dall'indagine e che dimostravano attività extra-istituzionali dei servizi. Ecco credo che l'errore sia stato questo. E, per questo, la Cassazione ha annullato. In altri termini giudicando non valido il rifiuto del giudice di primo grado di non prendere in esame gli elementi di prova. Questi elementi sono numerosi e concordi e vanno valutati.

Dunque decine di magistrati e di giornalisti sono stati spiati illegalmente. Il governo ha fermato l'indagine con il segreto di Stato. Il giudice di primo grado ha accettato l'alt del governo. E la Cassazione ha riaperto il caso. Ci sono speranze che si possa non solo punire i colpevoli ma correggere le deviazioni e l'illegalità perpetrata da diversi organi dello Stato? Insomma, che si faccia giustizia, almeno in questo caso?
Noi abbiamo sostenuto l'ipotesi che dentro i servizi segreti si fosse installata una struttura parallela, estranea alle loro finalità istituzionali. Questa struttura si serviva, secondo noi, dei privilegi e delle coperture dei servizi, ma per svolgere servizi di "dossieraggio" che servivano per bloccare, delegittimare - la parola che venne usata è davvero impressionante: "disarticolare" - persone che venivano scelte in base all'ipotesi che fossero oppositori di Berlusconi o che, in prospettiva o in atto, potessero mettere a repentaglio i suoi interessi privati, tra cui quelli aziendali. Insomma era stata creata, parrebbe, una specie di "security" aziendale, al servizio di interessi privati, ma alloggiata entro strutture pubbliche, con funzionari pubblici che agivano per interessi privati. Da sottolineare che quelle informazioni non erano destinate a rimanere chiuse nei cassetti. Erano destinate a essere utilizzate contro gli spiati, per delegittimarli, metterli in difficoltà, perfino esporli eventualmente al pubblico ludibrio. Queste circostanze sono presenti nel capo d'imputazione. Da tenere presente che esiste un collegamento cronologico tra i fatti: alcune delle persone sottoposte a dossieraggi illegali furono negli stessi periodi sottoposti a provvedimenti disciplinari, oppure vennero sottoposti ad azioni giudiziarie da parte di Mediaset.
Si dovrà accertare se si tratti solo di coincidenze cronologiche, ose vi fossero intrecci tuttora sconosciuti. Ma l'esistenza di un doppio livello è visibile in trasparenza.

Dalla lettura dell'esame di Pollari, nel giudizio di primo grado, emerge che lei è stato l'unico a porre domande in questa direzione. Risulta un palese imbarazzo di Pollari, perfino su questioni che nulla avevano a che fare con il segreto di Stato. Ma di questo non avrebbe dovuto dare conto la sentenza ora annullata?
La Corte Costituzionale effettivamente ha detto che deve essere valutato il comportamento di chi opponga il segreto di Stato, che è tenuto a speciali doveri di lealtà. Questo processo deve essere ora riaperto con il dovuto coraggio. La presenza dei dossierati, delle vittime cioè, non era marginale ed indiretta, quasi casuale, ma era necessaria. Ho sostenuto che non potesse essere solo lo Stato la persona offesa ma anche i soggetti contro i quali  queste azioni erano dirette.  Purtroppo  la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il nostro ricorso. Ma credo che il ricorso per Cassazione sia stato una battaglia culturale e di principio necessaria nella prospettiva dell'obiettivo principale che era l'annullamento.

L'obiettivo essenziale è stato raggiunto, anche se è un po' surreale che le vittime non possano proporre direttamente ricorso per Cassazione. Sarebbe una riforma urgente da adottare.
L'annullamento disposto dalla Cassazione apre sicuramente delle prospettive e delle chances rilevanti, è questo ciò che conta al momento. L'azione civile di danno proposta con le costituzioni di parte civile continua. Ora c'è la questione assai pratica ed attuale dei risarcimenti dei danni. Qualche mese fa  ho diffidato il Ministero della Difesa e la Presidenza del Consiglio a riconoscere i risarcimenti alle vittime ma non vi è stata nessuna risposta. Dopo la Cassazione attendiamo prese di posizione pubbliche su questo, senza altri indugi. Sarebbe sicuramente utile  la costituzione di un comitato delle vittime di queste azioni illegali anche per chiedere al Governo di uscire dal silenzio. E paghi i danni per avere ospitato queste strutture illegali ed aver loro permesso di operare.

Tratto da: megachip.globalist.it

Ti potrebbe interessare...

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos