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falcone-giovanni-big0di Sara, Anna e Giancarlo - 12 agosto 2014
Siamo a Palermo, una mattina afosa come le tante che caratterizzano il mese di Agosto siciliano. La città è quasi vuota, molti sono al mare, o dentro casa a godersi in po' di aria fresca. Noi no, ogni volta che veniamo a Palermo sappiamo che questa città non è solo musei, mare o turismo. Sappiamo che questa città è altro, tanto altro. E basta poco a ricordarlo. Quasi ogni strada è stata macchiata dal sangue di quei tanti uomini che hanno fatto una scelta, hanno deciso da che parte stare. Sfidando tutto e tutti, anche l'indifferenza. Soprattutto l'indifferenza. Uno di questi uomini si chiama Giovanni, uomo barbuto dall'aspetto tenero. Giovanni ha dedicato la sua vita alla lotta alla mafia, quella vera, quella potente, quella che fa paura. E ha fatto delle scelte, come ad esempio non avere figli.

Consapevole probabilmente della vita che lo aspettava una volta varcata quella soglia, una volta presa una posizione così netta. Giovanni è morto con Francesca, con Rocco, Vito e Antonio. Ed oggi, dopo 22 anni da quel giorno, nessuno dimentica quei baffi e quel sorriso. Nessuno dimentica le sue parole. E quei figli che non ha mai avuto arrivano da ogni parte d'Italia per ricordarlo. Non solo il 23 maggio. Ma ogni giorno. Come noi. Una volta arrivati a Palermo sentiamo il bisogno di andarlo a trovare, il nostro amico Giovanni. Prendiamo sette rose bianche. Purezza. Ma una volta arrivati da lui riceviamo una brutta sorpresa. La sua cappella versa in condizioni quantomeno indecorose. Lui merita il meglio. Lui e Francesca. Ma così purtroppo non è. Fuori la cappella ci sono tanti fiori, probabilmente lasciati da chi, come noi, sente il bisogno di andarlo a trovare. Ma che tristezza vedere quei fiori finti dentro la cappella, quel tappeto sporchissimo e quelle ragnatele. Segno che da tempo qualcuno non apre quella cappella per togliere via quantomeno tutta quella polvere che si è depositata persino sulla foto che ritrae il volto di Giovanni. Che tristezza. Non sappiamo quanto questa nostra considerazione possa valere. Per noi il nostro amico Giovanni è dappertutto. Ed ogni volta che parliamo di legalità, di amore e giustizia sappiamo che pronunciamo quelle parole anche per lui. O forse è lui che ci dà la forza non solo di pronunciarle, quelle parole. Ma di crederci davvero. Verremo a trovarti ancora, Giovanni. Sperando di vedere la tua cappella senza quella polvere e magari con qualche fiore vero, segnato dal tempo che passa ma pronto a rinascere. Se annaffiato con cura e amore. Così come il ricordo di te. A presto amico Giovanni.

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