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di Martina Ammirata - 11 maggio 2014

Giorno 7/05/2014 i ragazzi della legalità, insieme al P.M. Di Matteo, durante un incontro tenutosi nell’aula magna del liceo Danilo Dolci, hanno evidenziato le varie sfaccettature della parola mafia, la quale racchiude in sé non solo l’illegalità di una subcultura letale per la nostra terra, ma anche la mentalità mafiosa, che volendo è ancora più pericolosa.
Dopo un introduzione del Preside Domenico Di Fatta e del professore Luigi Barbieri, il magistrato da anni impegnato nella lotta contro Cosa Nostra, ha iniziato con i ragazzi una profonda riflessione sulla piaga siciliana.
Aperto e disponibile alle domande degli studenti, egli ha parlato della sua decisione di fare il magistrato, mettendo in conto tutti i rischi e i cambiamenti necessari che la sua vita, e quella dei suoi cari, doveva subire. Una vita blindata non è facile, è impossibile per il P.M. andare allo stadio con suo figlio, è impossibile fare una semplice passeggiata senza pensare ai rischi che lui e la sua famiglia possono correre.  Questo è ciò che più gli manca di una vita ‘’normale’’, ma il magistrato afferma che non si è mai pentito della scelta fatta al fine di tutelare e curare la terra che tanto ama.

Ha approfondito anche la questione del 41bis, il carcere duro che a parer suo deve rimanere così com’è stato istituito nel 1975, con tutte le limitazioni necessarie (nel rispetto dei diritti umani) affinché i boss non continuino a dare ordini alla cosca mafiosa anche da dietro le sbarre.
Una mafia che serpeggia tra le istituzioni politiche, tra le viuzze della nostra città, tra le menti dei ragazzi. Durante l’incontro si sono analizzati tutti questi aspetti di un’organizzazione criminale e non solo: una subcultura che uccide la libertà e l’onestà di ogni cittadino.


Da essere vittime di mafia, bisogna diventare carnefici di essa, distruggendola con le urla degli studenti e delle persone che hanno imparato a dire “non mi piace’’ e non più “pazienza, è così.’’
Di Matteo denuncia il silenzio istituzionale, il quale fa più male delle minacce di morte. Ciò che gli da’ la forza di continuare le sue battaglie però è la speranza che vede negli occhi di ogni ragazzo, compresi i figli dei mafiosi che sono stati condannati grazie alle sue indagini. “Qualcosa sta cambiando’’, a cominciare da questo incontro che vent’anni fa sarebbe stato impensabile realizzare; gli effetti del cambiamento li possiamo scorgere negli sguardi, nelle azioni, nelle scelte che prendiamo, nei progetti e nelle parole che uccidono il silenzio tanto amato dai mafiosi.
Aspra e fastidiosa, la mafia si nasconde tra le arance che il venditore ambulante deve prendere in un determinato terreno , appartenente ad una determinata Persona. Si nasconde fuori dai seggi elettorali quando, sui motorini, aspetta te, curiosa di sapere chi hai votato. Si nasconde al porto di Palermo, quando aspetta i migranti africani, promettendo loro un lavoro sicuro; e in poco tempo (non tutti, ma molti di loro) cominciano a lavare i vetri delle macchine al semaforo, diventano parcheggiatori o venditori ambulanti che però alla fine, arrivata la sera, devono dare l’80% del guadagno al capo quartiere. Questa è la mafia che vediamo noi, scendendo da casa. La piccola mafia dei favori, delle promesse, della divisione organizzata del quartiere, dell’omertà. La piccola mafia che gestisce gli immigrati che lavano i vetri al semaforo di via Perpignano, sotto gli occhi di tutti.

VIDEO Progetto Legalità - Il servizio di Media News Extra al liceo Danilo Dolci

Ma oggi, come evidenziato anche dal magistrato, è cambiato qualcosa. La mafia non sta più seduta rilassata in poltrona, intoccabile e senza paura. Oggi la mafia ha il terreno minacciato, non crede più in un futuro certo per il semplice fatto che il futuro sono i giovani di oggi, giovani che stanno crescendo con l’odio verso la criminalità organizzata e la corruzione.
Sostenuti da Nino Di Matteo, dalle nostre famiglie, dai nostri professori, da tutti coloro che credono in noi e nel cambiamento, possiamo affermare che liberare Palermo dal tanfo insopportabile dell’illegalità è un compito già in fase di svolgimento.

Martina Ammirata 5C

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