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galluccio-enzadi Enza Galluccio - 2 maggio 2014
Questo è un Paese in cui le stragi hanno raramente un colpevole e mai un mandante.
Chi pensa che le bombe di Piazza della Loggia, Piazza Fontana e molte altre, possano essere state parte di una strategia politica della tensione, con lo scopo di far passare leggi eccezionali e distrarre da certi scheletri fuoriusciti dagli armadi del potere, forse pensa male… Ma ha sicuramente capito, a sue spese, che ad essere malpensanti non si sbaglia mai.
Chi parla di mafia, invece, deve ammettere che essa è soltanto l’aspetto più evidente di un contesto molto più ampio e criminale come quello dei rapporti tra una parte delle istituzioni, della politica, dell’imprenditoria - quindi della società - e la mafia stessa.
Può far male a chi non vuol sentire, ma il fatto che lo Stato abbia responsabilità nella morte di magistrati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino è molto più di un dubbio.
Dalla sua nascita questa Repubblica è stata governata da una classe dirigente quasi sempre corrotta, collusa, autoreferenziale, che si è arricchita e continua ad arricchirsi sulla pelle di milioni di cittadini e lavoratori ignari.
Viene da dire che il pudore è sempre stato un sentimento sconosciuto per chi, con un reddito di diverse centinaia di migliaia di euro, pretende di spiegarci cosa sia la povertà e la fatica.

Questo, è anche il Paese dove le donne hanno una gran possibilità di emergere e veder riconosciuto il proprio valore. Dalla prostituzione al suo sfruttamento, si possono aprire carriere politiche impensabili per noi comuni mortali.
In questa splendida terra baciata dal sole e dal mare - nelle cui acque si nascondono rifiuti tossici che arricchiscono le tasche della criminalità nel silenzio complice di molti - sbarca un numero infinito di esseri umani che nascono e muoiono stranieri in terra straniera, dopo essere stati sfruttati come manodopera a bassissimo costo nell’offesa e nell’umiliazione. Prigionieri della loro condizione clandestina, grazie a leggi vergogna come la Bossi-Fini.
Questa è l’Italia che ha permesso quanto è successo durante il G8 di Genova e che ha tollerato i più grandi depistaggi della storia, come quello sulla strage di via D’Amelio, scritti a tavolino nelle stanze nascoste di politici, diventati poi improvvisamente smemorati e silenziosi nelle aule dei tribunali.
Ma non è tutto. Nelle strade come nelle prigioni possono morire i nostri figli e può succedere che qualcuno applauda per quegli omicidi, commessi da mani che avrebbero dovuto proteggerli…
Federico Aldrovandi è morto per le percosse ricevute dagli agenti che, senza alcun motivo, lo hanno fermato.
Chiunque dica qualcosa di diverso, dice una menzogna che offende e umilia.
Come Federico è morto Stefano Cucchi, e molti altri hanno fatto la stessa fine. Troppi per sopportarne il peso.
E non si dica che nella nostra storia ci siano stati anche esempi di valore, di umanità e di solidarietà; il male sovrasta e non concede memorie positive. Non ora almeno. Forse verrà un tempo in cui avremo il coraggio di dire basta e di cambiare, ma per ora possiamo solo provar vergogna. 

Foto originale © Castolo Giannini

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