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genchi-gioacchino-big1di Marco Bertelli - 22 aprile 2014
Era il 28 marzo 2009 ed il vice-questore Gioacchino Genchi era stato sospeso dalla Polizia di Stato per aver 'leso il prestigio delle Istituzioni' rispondendo su facebook ad un giornalista che gli dava del bugiardo. In pochi giorni organizzammo la manifestazione 'Io sto con Genchi' assieme a Salvatore Borsellino, Sonia Alfano, tanti Meet-up di Beppe Grillo e tanti amici del Movimento Agende Rosse per esprimere tutta la nostra solidarietà a Genchi (all'iniziativa presero parte ventiquattro città italiane).
Sono passati cinque anni da quel giorno e Gioacchino Genchi è stato destituito dalla Polizia di Stato per 'aver offeso l'onore e il prestigio del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi' avendo sostenuto il 6 febbraio 2010 che era scandaloso come l'allora premier avesse strumentalizzato l'attentato di Massimo Tartaglia, che aveva colpito Berlusconi in volto con un souvenir il 13 dicembre 2009 (il medico di Berlusconi millantò una 'prognosi di almeno 90 giorni'). In quel caso si trattò di una critica forte ma certamente non tale da giustificare la destituzione di Genchi dalla Polizia di Stato, cosa che invece avvenne nel febbraio 2011 con provvedimento firmato dall'allora Capo della Polizia Antonio Manganelli.

In questi cinque anni la verità processuale sul piano esecutivo della strage di via D'Amelio è stata profondamente rivisitata e ristabilita grazie alle dichiarazioni di Gaspare Spatuzza e al lavoro della Procura di Caltanissetta guidata da Sergio Lari, ma molto lavoro resta ancora da fare per dare un volto processuale agli autori del depistaggio nato con le dichiarazioni di Vincenzo Scarantino e ai mandanti della strage esterni a Cosa Nostra. Una lettura distorta ed interessata di questi ultimi sviluppi ha fatto passare nell'immaginario collettivo l'idea che le sentenze definitive sulla strage di via D'Amelio fossero tutte 'da buttare' e con esse il lavoro di numerosi ufficiali di Polizia giudiziaria tra cui Gioacchino Genchi.
Chi ha seguito con attenzione gli sviluppi delle inchieste a partire dal 2009 ha potuto in realtà constatare come la revisione in itinere delle posizioni di sette condannati per la strage di via D'Amelio non abbia minimamente intaccato le conclusioni su mandanti e moventi della strage raggiunte dalle sentenze passate in giudicato. Le risultanze processuali e le stesse indagini di Caltanissetta hanno parimenti confermato la concretezza di molti degli spunti investigativi individuati da Genchi nel 1992, spunti che indicavano un'ipotesi investigativa in cui il Castello Utveggio come punto di osservazione e\o azionamento dell'autobomba di via D'Amelio era solo un tassello su cui fare ulteriori accertamenti. Le indagini che Gioacchino Genchi ed Arnaldo La Barbera stavano sviluppando nell'autunno del '92 sotto la guida di Fausto Cardella ed Ilda Boccassini 'erano su Contrada (Bruno, ndr) - ha detto Genchi al processo Borsellino quater il 3 ottobre 2013 -, sui Servizi Segreti, sui coinvolgimenti istituzionali e sul contesto politico nazionale ed internazionale che era stato ... che poteva essere stato all'origine della prima e della seconda strage del '92 ... Andatevi a guardare le interrogazioni che furono fatte al terminale della Polizia alla vigilia di Natale (del 1992, ndr)  su tutta una serie di soggetti ben precisi, tra cui Contrada, alcuni familiari, una sua amica dell'epoca, la signora Maria Poma, un suo amico, Valentino, alcune evidenze che avevamo anche di rapporti di Valentino con... con i Ganci. Insomma, già avevamo acquisito un certo materiale per approfondire, diciamo, una certa ipotesi che poi fu, sotto certi aspetti, enfatizzata, sotto certi altri anche banalizzata con il Castel Utveggio come esempio; ma insomma, il Castel Utveggio era solo uno dei mille punti di quella... quella indagine. E arriva, dopo che era arrivato il mio trasferimento già ad ottobre al Reparto mobile, arriva il trasferimento inaspettato di La Barbera (Arnaldo, ndr) al Ministero dell'Interno, senza incarico e senza funzioni. Cioè viene decapitato, sostanzialmente, l'ufficio investi... io ero già stato trasferito ed i magistrati mi hanno detto: "Genchi, non ti preoccupare, tu hai le consulenze, lavora come consulente, ti organizzi in privato - cosa che ho fatto, infatti da allora io iniziai ad organizzarmi in privato - e vai avanti lo stesso", quindi il problema non si poneva. Il problema però (è, ndr) che La Barbera non è che poteva fare il consulente. Se a La Barbera gli tolgono la Squadra Mobile, gli tolgono la macchina, il telefonino, l'ufficio, il personale, il telefono, tutto. Quindi dall'oggi al domani noi abbiamo passato il Natale più brutto, almeno io, della mia vita, con le nostre famiglie, che è stato quello del '92, quando poi apprendemmo dell'arresto di Contrada, perché la procura di Palermo contemporaneamente mandò avanti la misura cautelare nei confornti di Contrada, che noi sapevamo essere imminente'.

Abbiamo appreso oggi, martedì 22 aprile 2014, da un articolo a firma di Salvo Palazzolo che Gioacchino Genchi è indagato dalla procura di Caltanissetta con l'imputazione di "favoreggiamento degli autori della strage di Capaci" in quanto un poliziotto, G.DM., ha dichiarato che Genchi lo avrebbe indotto a cambiare versione su una relazione di servizio in cui G. DM. attestava la presenza di uno o più furgoni sul luogo della strage di Capaci poco prima del 23 maggio 1992. Genchi avrebbe addirittura minacciato di morte G. DM. fino ad affermare: "Hai fatto male a fare questa relazione, adesso o dimentichi queste cose oppure è meglio che ti prendi la pistola e ti spari".
Leggendo questa notizia uno potrebbe immaginare di stare davvero su 'Scherzi a parte', se non fosse che la notizia è vera e che il contesto a cui fa riferimento è tutto tranne che divertente.

'Il motivo della mia delegittimazione nasce da lontano, dalle inchieste sui mandanti esterni della strage di via D'Amelio in cui morirono il giudice Borsellino e gli agenti della sua scorta' ha detto Genchi nel marzo 2009. Quest'affermazione va letta alla luce del contributo determinante fornito da Gioacchino Genchi alle indagini sulla stragi di Capaci e di via D'Amelio. Non si tratta di tifoserie o di partito preso, ma di una semplice constatazione dei fatti.
Oggi, come cinque anni fa, sono più che mai vive le ragioni per le quali mettemmo in piedi in pochi giorni la manifestazione 'Io sto con Genchi'. Noi siamo con Genchi e con tutti coloro che per svolgere il proprio lavoro in modo libero, tentando di dare un nome e un volto a tutti gli esecutori ed i mandanti delle stragi del '92-'93, hanno pagato e stanno pagando un prezzo decisamente troppo grande.

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