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castelvetrano-libera-castelvetranodi Rino Giacalone - 15 aprile 2014
“Gravi inadempienze” anche per quelle lettere di licenziamento inviate senza avvertire i giudici
Domani mattina a Castelvetrano Cgil, Cisl ed Uil, insieme ad un cartello di associazioni, scendono in piazza per ribadire il loro 'no' alla mafia ed affermare il diritto al lavoro, la legalità e la solidarietà. L'iniziativa ha un titolo preciso,  ''Castelvetrano libera Castelvetrano. Lavoro e legalità''. Tema attuale, davanti soprattutto alla crisi del gruppo Despar, quella holding di società commerciali che per anni hanno garantito ricchezze e potere a mafiosi come Giuseppe Grigoli e Matteo Messina Denaro. Grigoli non era un prestanome come spesso si legge nelle cronache giornalistiche, c’è una sentenza che sancisce come Grigoli era il socio di Matteo Messina Denaro. E i due insieme sfruttavano mercato e lavoratori, offrendo loro l’illusione di una legalità. E invece c’era una piena illegalità, c’era la mafia dentro quelle aziende. Lo Stato ha confiscato le imprese del gruppo Grigoli/Messina Denaro, oggi queste società sono sull’orlo del tracollo.

Oggi le istituzioni sono impegnate fortemente sul fronte di salvare il salvabile, soprattutto evitare che 500 lavoratori si ritrovino senza un lavoro e la tetra prospettiva della disoccupazione. Questo in uno scenario che ha anche dell’incredibile. I centri commerciali della 6 Gdo chiudono anche di nome della crisi che attraversa il Paese, nel frattempo proprio a Castelvetrano aprono i battenti altri centri commerciali. Qualcosa non va. Si coglie una forte incoerenza. Il ricco portafoglio di Grigoli, la confisca contò ricchezze per oltre 700 milioni di euro, si è assottigliato a tal punto da non garantire sopravvivenza nemmeno al più piccolo dei supermercati del gruppo Despar. Soldi spariti, volatilizzati. Ed oggi l’impegno delle istituzioni è anche altro, accertare le responsabilità. Domani quando i lavoratori della holding Despar sfileranno si spera con altri lavoratori, magari anche con quelli che un posto di lavoro l’hanno e così, sfilando in corteo, mostreranno concreta solidarietà ai loro colleghi, sul tavolo troveranno una risposta concreta dello Stato, segnatamente della magistratura. La proposta di revoca dell’incarico di amministratore giudiziario a suo tempo conferita al dott. Nicola Ribolla. A lui sono state contestate “gravissime inadempienze”. Qualche giorno addietro dinanzi al collegio del Tribunale delle Misure di prevenzione è stato avviato il previsto procedimento. L’elenco delle “malefatte” è stato contestato al dott. Ribolla, sostanzialmente il comune denominatore alle diverse voci è quello di “avere agito senza consultare i giudici”. La proposta di revoca riguarda l’amministrazione giudiziaria di due società essenziali alla sopravvivenza del Gruppo 6 Gdo: la Stegicom e la Logicom, le società cui fanno riferimento i centri commerciali Eurospar e Interspar. Nello specifico Ribolla ha inviato ai lavoratori di queste società lettere di licenziamento senza comunicare preventivamente la decisione al Tribunale delle Misure di prevenzione, trattandosi peraltro di società ancora sottoposte a sequestro e non confiscate, e ancora: le contestazioni riguardano “debiti occultati”, mancata definizione dei bilanci societari, modifiche gestionali, procedure per concedere in affitto i rami gestionali delle aziende, avvio di trattative per affidare ad altre società le due società, in una sola parola al Tribunale non è stato segnalato per tempo lo stato di crisi. L’udienza proseguirà il prossimo 21 maggio. Bisognerà attendere quella udienza per sapere cosa risponderà l’amministratore giudiziario Ribolla. Ma l’aria che tira è quella che i giudici non hanno intenzione di accettare di trovarsi inermi dinanzi ad una crisi che sarebbe stata causata per alcuni versi dall’amministratore giudiziario. L’agenzia nazionale dei beni confiscati nei mesi scorsi ha anche fatto un passaggio preciso quello di affiancare all’amministratore giudiziario un suo consulente, l’avv. Gemma, questi ha in parte assolto al suo incarico segnalando le inadempienze riscontrate, anche da ciò è scaturito il procedimento di revoca. Ad allarmare la magistratura in particolare era stata la sollecitazione che lo stesso amministratore aveva inviato al Tribunale perché nel giro di 48 ore venisse concesso il nulla osta alla cessione delle due società, insieme all’intero gruppo Despar, ad una società commerciale improvvisamente comparsa sul tavolo delle trattive per rilevare le imprese di Grigoli e Messina Denaro. Intanto il Ministero del Lavoro ha predisposto il provvedimento di approvazione e concessione della Cigs, Cassa integrazione guadagni straordinaria, per i lavoratori del gruppo 6 Gdo.

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