di Pippo Giordano - 25 novembre 2013
La triste fine di un uomo megalomane, presuntuoso, spocchioso e infine borioso che per un ventennio è risuscito ad abbindolare masse informi di individui. Sembrava essere il messia mediatico, l'Unto del signore, colui che vendeva illusioni. Ora lo ritroviamo nell'elenco dei pregiudicati d'Italia: ora lo vediamo condannato in primo grado a 7 anni di reclusione per un odioso reato, ovvero sfruttamento della prostituzione minorile. Ora il potere dei soldi, usato a iosa per soddisfare ancestrali vizi, remunerando orde di odalische, non esiste più. Potrà rinnovarsi, potrà ancora contare su i suoi accoliti, ma rimarrà per sempre il Cavaliere caduto nel fango.
Nessun detergente riuscirà a scrollargli di dosso e la puzza del suo trascorso, che non potrà essere nemmeno sopraffatta da Chanel. Si lamenta il Cavaliere caduto nel fango, che i servizi sociali sono umilianti, ridicoli e inaccettabili. Orbene non si rende conto, invero, che ne ha bisogno. Anzi saranno necessari per fargli comprendere che la, fuori dal suo mondo, esiste un mondo di persone perbene, di operai, di pensionati, di disoccupati, di giovani che non trovano lavoro. Occorra che a questo Cavaliere caduto nel fango s'insegni un po’ di umiltà, gli si dica che uomini, ossia Galantuomini, col loro sacrificio gli hanno permesso di diventare quello che ahimè non avrebbe dovuto diventare. Eppure, egli ancora oggi urla e sbraita che l'unico Eroe di questo Paese è un suo caro amico/stalliere. Ha la sfacciataggine di affermare, in disprezzo verso chi è stato ammazzato, che Mangano è un Eroe perché non ha raccontato nulla di lui . Solo un individuo malato può affermare ciò... E' un eroe perchè muto stette... Ma da chi siamo stati governati per vent'anni? E penso che questo signor Cavaliere caduto nel fango, non ha mai sentito il bisogno di ricordare le vittime della violenza mafiosa. Ebbene, continuate a votarlo, ossequiatelo. Solo in un Paese come l'Italia un siffatto Cavaliere ha cittadinanza di parola. Pretendeva di ottenere la Grazia senza nemmeno chiederla: che delirio di onnipotenza. Si convinca che questa volta il denaro è carta straccia, si convinca che in questo Paese c'è tanta dignità e onestà. E allora consiglio al Cavaliere caduto nel fango, di farsi assegnare ai servizi sociali di quei ragazzi che lavorano la terra confiscata all'amico del suo amico Eroe, ossia Totò Riina. Vada a Corleone a verificare quanta onestà c'è in quei giovani che ogni giorno scrivono le pagine della Legalità. E visto che si trova in Sicilia, vada a trovare il suo amico Eroe e non si permetta di andare al cimitero a trovare Falcone, Borsellino, Chinnici e tutti i morti ammazzati: li lasci riposare in pace. Non hanno bisogno della sua presenza, egregio Cavaliere caduto nel fango, e per favore ci rimanga. Pregiudicato si nasce non si diventa.