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giordano-coppoladi Pippo Giordano - 30 ottobre 2013
Non esagero quando dico che ci sono persone che entrano nella mia vita per un disegno preciso, ovvero farmi rendere conto che al mondo esistono persone degne di essere chiamati Uomini. E' già successo con tanti altri Uomini con cui ho avuto l'onore di star vicino,  cibandomi della loro onestà e rettitudine. In rete ho conosciuto un Uomo col quale immediatamente mi sono trovato in sintonia. Con lui condividevo brani musicali di jazz, ma la “perla” che ci legava senza se e senza ma era la visione di una Sicilia senza condizionamenti mafiosi: una Sicilia degli onesti e non in mano a mafiosi e politicanti da strapazzo. Entrambi, seppure da scranni diversi, abbiamo tentato di combattere l'arroganza mafiosa e posso dire con tutta onestà che quest'uomo con la “sola cultura”, arma pericolosa per i mafiosi, cercava ogni giorno di combattere Cosa nostra. I libri pubblicati, sono la testimonianza di un impegno profuso per raggiungere quel che accennavo, ossia una Sicilia libera e felice senza mafia.

Salvatore Coppola, semmai ce ne fosse ancora bisogno di dire, è stato il Gigante dell'editoria siciliana. Un giorno, su sollecitazione di un conoscente, chiesi a Salvatore se voleva pubblicare un libro contenenti racconti piccanti di una giovane moglie. Mi ha risposto: “ di al tuo amico che non potrò mai pubblicare cose del genere, anche se ci guadagnerei moltissimo". Ecco, questo era Salvatore Coppola, fedele al principio morale. Quando il libro di Denise Fasanelli scritto su di me, era stato editato, qualcuno consigliò Salvatore di farlo uscire il 19 luglio 2013 proprio in occasione della ricorrenza della strage di Paolo Borsellino. Salvatore mi ha telefonato dicendomi che mai e poi mai avrebbe profanato il luogo simbolo della lotta alla mafia e mai e poi mai avrebbe cinicamente usato via D'Amelio per fini di lucro. Ho incontrato solo una volta Salvatore Coppola ed è stato in via D'Amelio il 19 luglio 2012, poi non ci siamo più visti. Quel giorno, facendosi largo tra la folla mi si parò davanti e mi disse: “Mi canusci?” Da siciliano u taliavu e restando in silenzio, l'abbracciai, perchè tra noi non c'era bisogno di parole. Quell'immagine la conservo nel mio cuore. Ciao Salvatore, mi spiace che sei entrato nella mia vita solo per pochi istanti.

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