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casablanca-31di Graziella Proto - Casablanca n° 31 - Scarica il nuovo numero!
Su Fb:
- “Pronto, Polizia? Siamo in ostaggio di un pregiudicato!”
- “Mantenga la calma e mi dica dove vi trovate e in quanti siete”
- “Italia, 60 milioni
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La storia è tutta qui. Siamo ostaggio di lui, delle  sue storie, delle sue vicende giudiziarie, delle sentenze. Come può essere possibile che 60 milioni di persone non riescono a liberarsene? Si potrebbe obiettare quasi un terzo di loro lo vota, è compiacente, lo ammira e lo difende, senza di lui cadrebbe in disgrazia, è ricattato. E gli altri? Gli altri quale scheletro hanno nell’armadio per sopportare tutto ciò? Perché invitano sempre alla calma, ad abbassare i toni, si vedrà… Cosa?
Il paese langue da  anni. In qualsiasi altra parte del mondo sarebbe accaduto qualcosa, qui nulla. E’ ovvio, siamo poeti, marinai, pensatori.
Mi sono ricordata… disoccupati ... precari… esodati… in ogni caso calpestati,pestati, da una intrico di interressi mostruosi che non ci riguardano assolutamente. Il lavoro è stato frantumato. Ad essere ottimisti un ragazzo su tre, non lavora, tanti abbandonano la scuola, l’economia mafiosa va a gonfie vele, il governo è fallito. O no? Non si capisce, rinvia, affronta le questioni URGENTI – l’assunzione nella pubblica amministrazione per i testimoni di giustizia. Ma quanti sono? Dieci? Venti?  I disoccupati sono un numero pazzesco. Cosa propone la grande alleanza per loro?
Intanto, mentre loro propagandano un altro disoccupato a Santa Maria di Licodia in provincia di Catania, si è suicidato. E’ successo, il 17 settembre, aveva Sessantadue anni, era un lavoratore edile disoccupato da due anni.
Qualora qualcuno dei “sordi”ascoltasse: in Sicilia e in Calabria questo non è possibile. Non è permissibile. E’ criminale far finta di niente. Ci si rende conto, uccidersi per il lavoro… non fa notizia, le morti sul lavoro forse rattristano, comunque a lungo andare … abitudine, apatia… non parliamo di cose tristi…

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Alcuni giorni orsono si disse arriverà un videomessaggio… qualsiasi notizia, problema, emergenza scompare! L’unico argomento è stato quello. Tutti a dire che non è giusto così, ma tutti carta stampata, reti televisive e quant’altro a parlare solo di questo. Come se il nostro paese fosse un’isola felice. Non bisogna creare allarme, sarebbe il caos. Per non creare allarme, L’Aquila è sparita. Le persone sono morte. Gli studenti massacrati. Ovviamente quindi, Landini crea allarme, i sindaci che dichiarano di non poter pagare creano allarme, chi sostiene che questo governo – che non sta riuscendo a fare un minimo - non sarebbe dovuto nascere e che dovrebbe quindi cadere crea allarme oppure è un cretino. Uno che non capisce nulla di politica.
Lo sfascio va avanti, non lo può arrestare nessuno.
Bisogna reagire si dice, lo suggerisce pure un pregiudicato, lo sporcaccione di Arcore (Agorà). Una volta tanto diamogli ragione.
Le piazze sono libere, riempiamole della nostra rabbia fatta di proposte, idee, voglia di lottare, voglia di vivere e di lavorare. Voglia di esserci e partecipare. Il vento è cambiato. Non si vogliono le vecchie ideologie?? Bene, le nuove avanzano. Non sono vecchie, non sono nostalgiche. Affrontano tematiche attuali.
NO MUOS, NO del Molin, NOTAV, tutte le occupazioni delle fabbriche in crisi o no, l’autogestione, le riconversioni ad opera dei lavoratori,  insegnano. Creano cultura. Pacchetti di rivendicazioni sociali. Alternativa ad alcune forme di liberismo. Certo nessuno ha messo in crisi la crisi. La crisi sta ancora là. Nessuno la tocca, ma il movimento c’è. Anche se sparpagliato è vivace, attivo, propositivo dinamico. Non vuole andare semplicemente contro
Adoperiamoci per un grande  SI’a tutto tondo: Sì alla difesa della nostra Costituzione, sì a chi difende il lavoro, sì a tutti quegli operai che da mesi occupano gli stabilimenti, a chi li reinventa, li fa rinascere, propone, riconverte. Sì alle lotte per la salvaguardia dei territori, ai movimenti. Grazie a chi supplisce lo Stato e conforta tutti coloro che ne hanno bisogno.
VERGOGNA a tutti coloro che rappresentano lo Stato, dimentichi che “Lo scopo della politica è quello di soddisfare i bisogni delle persone…” (Gino Strada) quelle persone delle quali se ne fregano.

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