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giordano-pippodi Pippo Giordano - 24 giugno 2013
Quando ho letto le intercettazioni tra il signor Miccoli e il signor Lauricella, il mio ritmo cardiaco  è aumentato a dismisura. Questo signor Miccoli che si pavoneggia d'essere un giocatore di calcio, dovrebbe rintanarsi negli antri bui di certo a lui congeniali, visto che di “fango” è un esperto. E allora, rispondo al signor Miccoli con episodio che mi successe tantissimi anni fa, ricordando allo stesso che né mille Miccoli. nè mille Lauricella (suo compagno di fango) né mille Toto Riina e nemmeno tutta Cosa nostra messa insieme, possono competere con l'onore, la morale e l'onestà, dimostrata dal giudice Giovanni Falcone.

Era la fine anni 80, mi trovavo in una località segreta per interrogare, insieme a Giovanni Falcone, il pentito di Cosa nostra Francesco Marino Mannoia. Erano giorni che con Falcone mi recavo nel luogo riservato e già nei precedenti interrogatori la mia presenza era stata determinante per identificare un “poliziotto” venduto alla mafia, del quale il pentito conosceva solo il soprannome. Una mattina Falcone decise di interrogare Mannoia, sulle raffinerie di eroina impiantate a Palermo dallo stesso Mannoia: era diventato un chimico esperto, soppiantando di fatto i marsigliesi che furono costretti a lasciare Palermo. Marino Mannoia, da autodidatta, era divenuto un luminare della raffinazione di eroina. In sostanza, per l'esperienza acquisita, la “specialità” gli consentiva d'essere  il solo produttore di eroina in tutta Palermo. Quindi, punta di diamante dell'intera Cosa nostra. Anzi, direi la gallina dalle uova d'oro, visto che in quel periodo a Palermo, giravano più dollari che lire. Mentre era in corso l'interrogatorio e dopo aver elencato i siti delle raffinerie, Mannoia inizia a descrivere una raffineria impiantata nel tergo di una macelleria di polli, adibita anche alla vendita al dettaglio, Appena, Mannoia indica la località io mi metto a ridere e Giovanni Falcone, togliendosi gli occhialini mi talia (guarda) e dice: “Pippo picchì rirri? (Pippo perchè ridi?) Glielo spiego subito! All'inizio degli anni 80, mia moglie con una mia cognata, spesso si recavano da un grossista di polli. Un giorno approfittando di una rara occasione d'essere libero dal servizio, mia moglie mi chiese di accompagnarla al macello. Ne avrei fatto volentieri a meno, perchè il territorio era a me “ostile”, nel senso che conoscevo quasi tutta la “famigghia” di Cosa nostra. Comunque, accettai e appena giunsi davanti al macello, situato in una località isolata, m'accorsi subito che nel piazzale antistante l'ingresso c'era un mio “cliente” mafioso, che parlava con un altro a me sconosciuto. Dopo aver fatto gli acquisti, il proprietario mi salutò dicendomi che mi conosceva: io feci finta di non capire. Da quella volta non misi più piede in quel macello e vietai a mia moglie di andarci. “Ecco, dottor Falcone perchè ridevo, perchè sono convinto che quel giorno Marino Mannoia era nel retro a raffinare l'eroina e il mio “cliente” del piazzale, era di vedetta”. Ovviamente, dopo le dichiarazioni di Mannoia, per individuare il luogo della raffineria non fu perso del tempo lo conoscevo già.
Signor Miccoli, le do un consiglio lasci Palermo, lei non merita di calpestare il suolo che fu del Galantuomo Siciliano come Giovanni Falcone. Invito i miei concittadini palermitani a munirsi di una massiccia dose di disinfettante, per pulire tutti i luoghi finora appestati dalla presenza del signor Miccoli.

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