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di-girolamo-giacomo0di Giovanni Tizian - 5 giugno 2013
Per la prima volta in Italia un'amministrazione comunale chiede i danni ad un giornalista, e non per un articolo, ma per la sua attività. Il giornalista è Giacomo Di Girolamo. Un cronista. Da anni lavora sul campo, nella sua Marsala. È il direttore del quotidiano online Marsala.it. Un punto di riferimento per gli inviati della stampa nazionale che devono portare a casa il reportage dalle terre di Matteo Messina Denaro. Tra i siti siciliani più seguiti.

È anche uno scrittore, Giacomo. Uno di quegli scrittori che gioca con le parole, le mette in fila per raccontare fatti, vizi e virtù della sua provincia. Ha scritto L'invisibile, un saggio-inchiesta sul super boss latitante Messina Denaro, in cui dà del tu al padrino trapanese. Attraverso l'ironia descrive il feudo e i complici del capo di Cosa nostra che da anni ha fatto perdere le proprie tracce. E ora ha pubblicato La Cosa grigia, un viaggio nell'Italia ostaggio dei poteri opachi, vittima delle convergenze tra politica e mafia, imprenditoria sana e mafiosa, colletti bianchi e colletti sporchi, tra massoneria e servizi.

Il ritratto di un paese dove il confine tra bene e male si è assottigliato al punto da far perdere l'orientamento ai cittadini. A Giacomo non l'hanno fermato le minacce né gli sguardi penetranti dei parenti dei carcerati. E non lo fermeranno le querele e le richieste di danni. Come l'ultima che gli hanno notificato ieri.

"Il comune di Marsala, tramite il suo rappresentante legale, il sindaco Giulia Adamo, mi ha appena notificato una citazione a giudizio, in sede civile, dove mi chiede un risarcimento di 50.000 euro per la mia attività giornalistica, considerata, sono parole del documenti 'di critica' nei confronti dell'amministrazione. Vengono citati una decina di articoli, rispetto ai quali il comune non mai presentato replica o diffida di sorta.

La mia attività giornalistica è considerata 'lesiva del comune di Marsala', la mia città! Viene anche citato che il mio comportamento è ancora più grave perché agisco 'in un contesto storico di grande difficoltà per tutte le istituzioni a causa della crisi economica e della crisi di credibilità'".

Il lato più amaro della vicenda è che Marsala ha ospitato il Festival del Giornalismo di inchiesta, con la partnership del comune. L'amministrazione che invita i giornalisti d'inchiesta a parlare delle loro esperienze (tra cui il sottoscritto) si innervosisce di fronte al cronista locale che fa inchieste.

Ora, che un sindaco si senta diffamato e chieda i danni può capitare. È normale e lecito. Ma che lo faccia in nome e per conto del comune che amministra, e quindi a nome di tutti i marsalesi, è una novità assoluta e quantomeno bizzarra. In realtà la guerra tra la giunta e il giornale diretto da Di Girolamo nasce nel dicembre 2012. Da una delibera di giunta che definiva diffamatorio il lavoro svolto dal portale: "perché svolge un'attività di continua pubblicazione di 'giudizi', 'critiche', 'disapprovazione' che accompagnano le 'notizie' sull'amministrazione comunale".

Ma già quella delibera non passò inosservata. Se ne era occupato l'Ordine dei giornalisti, tramite l'Osservatorio per la libertà di stampa "Ossigeno per l'informazione".

Chiedere 50 mila euro a un giornale locale, che in tanti casi ha messo in luce intrecci scomodi, vuol dire metterlo in pericolo di vita. E soprattutto potrebbe voler dire esporlo a conseguenze peggiori. Se il sindaco utilizza il suo ruolo istituzionale per mettergli i bastoni fra le ruote, cosa penseranno i mafiosi che tante volte hanno letto su Marsala.it vicende che li riguardavano?

Tratto da: huffingtonpost.it

Un simile attacco nei confronti di un giornalista libero come Giacomo Di Girolamo qualifica lo spessore morale degli autori della querela. Al collega Di Girolamo l’abbraccio e la solidarietà di tutta la redazione di Antimafia Duemila.

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